Lunačarskij, Anatolij Vasil´evič

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Uomo politico e letterato russo (Poltava 1875 - Mentone 1933). Boscevico, visse in esilio in Europa fino al 1917. Tornato in Russia, dopo la Rivoluzione divenne commissario del popolo per l'Istruzione; la sua apertura ai fermenti culturali e artistici occidentali fu oggetto di molte critiche  e condusse a un conflitto con Stalin. Scrisse drammi storici e saggi critici sulla letteratura e sull'arte.

Vita

Entrato giovanissimo nel partito socialdemocratico russo, aderì poi alla frazione bolscevica. Costretto a emigrare dopo la rivoluzione del 1905, ruppe politicamente con Lenin nel 1908. All'estero visse prima a Parigi e poi in Italia, a Capri, dove (1912-13) diresse una scuola di partito per emigrati russi. Trasferitosi quindi in Svizzera, tornò in Russia nel 1917 e si riavvicinò ai bolscevichi. Dopo la rivoluzione d'ottobre divenne commissario del popolo per l'Istruzione. Ambasciatore a Roma (1927-28), tornato a Mosca fu di nuovo commissario all'Istruzione, finché (1929) fu rimosso per il suo dissidio con Stalin. Nominato nel 1933 ambasciatore in Spagna, morì a Mentone durante il viaggio per Madrid.

Opere e Pensiero

L. fu tra i maggiori teorici della nuova cultura socialista; partito dalle posizioni empiriocriticiste di Avenarius, aderì dapprima alle tesi di G. V. Plechanov e successivamente si avvicinò a Bogdanov, ciò che gli valse le aspre critiche di Lenin. Si occupò in prevalenza di teoria estetica e di pedagogia, influendo notevolmente sulla prima fase della ristrutturazione pedagogica sovietica post-rivoluzionaria (prima che si affermasse l'orientamento più autoritario di A. S. Makarenko), per l'attenzione dedicata ai principali apporti teorici della più moderna pedagogia occidentale. Opere principali: Religija i socializm ("Religione e socialismo", 2 voll., 1908-11); Osnovy pozitivnoj estetiki ("Le basi dell'estetica positiva", 1923); Iskusstvo i revoljucija ("L'arte e la rivoluzione", 1924); Teatr i revoljucija ("Teatro e rivoluzione", 1924); Ot Spinozy do Marksa ("Da Spinoza a Marx", 1925). Come scrittore, L. tentò il teatro storico (Cromwell, Campanella, Danton, Vasilisa premudraja "V. la saggia") e si dedicò con notevole seguito alla saggistica critica (saggi su Puškin, Gogol´, Nekrasov, Radiščev, Tolstoj, Černiševskij, ecc.).

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