Andrea di Bonaiuto (o Bonaiuti o da Firenze)

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Andrea di Bonaiuto (o Bonaiuti o da Firenze)

S. Romano

Pittore attivo in Toscana nella seconda metà del 14° secolo. Nato a Firenze probabilmente intorno al 1320; dal 1346 iscritto all'Arte dei medici e degli speziali, abitava nel quartiere di S. Maria Novella. Nel 1366-1367 è citato come membro della commissione che esaminava i progetti per il duomo fiorentino: intanto, come provano i pagamenti del 1366, lavorava agli affreschi della sala capitolare del convento di S. Maria Novella (Cappellone degli Spagnoli). Nel 1368 è ricordato a Orvieto e nel 1374 divenne membro della Compagnia di s. Luca; all'ottobre del 1377 risalgono i pagamenti per il ciclo affrescato con le Storie di s. Ranieri nel Camposanto di Pisa. Nello stesso anno il pittore faceva testamento e poco dopo moriva.

A partire dal 1846, quando Bonaini scoprì e pubblicò i pagamenti a un Andrea da Firenze per gli affreschi pisani, e dal 1878, anno in cui, nel suo commento alle Vite di Vasari, Milanesi affermò l'identità di questo pittore con A., membro della commissione per S. Maria del Fiore e della Compagnia di s. Luca e autore del testamento del 1377, la figura del pittore ha attirato un notevole interesse; soprattutto perché la sua opera si presta particolarmente a interpretazioni di tipo contenutistico o sociologico e, più recentemente, iconologico.

Egli fu infatti strettamente legato ai Domenicani, per i quali operò nel Cappellone degli Spagnoli e nel Camposanto di Pisa; in effetti in ambedue i casi gli affreschi possono dirsi portatori di significati direttamente ispirati alla dottrina dell'Ordine.

La vasta sala capitolare di S. Maria Novella ha volta scompartita in quattro vele, che recano rispettivamente, a partire da quella soprastante l'ingresso e procedendo verso destra, la Resurrezione, la Navicella, l'Ascensione e la Pentecoste. In corrispondenza delle vele, sulle pareti, nello stesso ordine, si trovano: le Scene della vita di s. Pietro martire, la c.d. Chiesa Militante e Trionfante, la Crocifissione, con la Salita al Calvario e la Discesa al limbo, e infine il Trionfo di s. Tommaso.

È subito evidente che la stessa vastità di concezione, complicazione di elementi, abbondanza di particolari fittamente intenzionati non autorizzano interpretazioni troppo univoche: come quella - in passato la più fortunata - per la quale il programma degli affreschi sarebbe stato ispirato da Jacopo Passavanti, priore di S. Maria Novella fino al 1357, e rifletterebbe la sua opera, lo Specchio di vera penitenza.Si sono evidentemente riversate nel programma degli affreschi tutte le valenze più strettamente 'domenicane', della glorificazione dell'Ordine, nell'attività dei suoi santi (Domenico, Tommaso, Pietro Martire) e dei suoi frati inseriti nel corpo della Chiesa; ma di certo il programma tentava anche di dare una rappresentazione sintetica e simbolica della vita e della dottrina cristiana, nell'ottica speciale domenicana. Il nucleo generatore è stato quindi ricercato nella celebrazione del Corpus Domini, visto in funzione antiereticale e quindi nella specifica attività dell'Ordine, impegnato contro gli eretici nella vita quotidiana oltre che nella speculazione teorica (Romano, 1976). Oppure è stato sottolineato il legame della decorazione del Cappellone con quella delle altre sale capitolari conventuali toscane, emiliane o venete, tenuto conto del fatto che l'ambiente decorato accoglieva non solo i capitoli solenni dell'Ordine, ma anche quelli quotidiani, dedicati al momento comunitario e di verifica nella vita dei frati (Gardner, 1979).

Meno complessa l'orditura teologica degli affreschi del Camposanto pisano: si tratta in questo caso di una rappresentazione di alcuni fatti della vita di s. Ranieri, cui sono estranee le elaborazioni concettuali del ciclo fiorentino del quale, invece, ripete palmarmente figure e soluzioni formali. Il ciclo fu comunque lasciato incompleto per la morte di A. e fu terminato da Antonio Veneziano.

È piuttosto recente l'interesse critico, strettamente filologico, verso A. ed è dovuto essenzialmente alla corrente di studi sul Trecento fiorentino (in particolare Boskovits, 1975; Offner, Steinweg, 1979). La pittura di A., della quale già Vasari, scindendo la paternità del ciclo di S. Maria Novella tra Taddeo Gaddi e Simone Martini, aveva indicato la caratteristica bipolarità stilistica, assunse una funzione rilevante negli anni successivi alla metà del secolo, dopo la grande crisi che Meiss (1951) ha focalizzato e riunito intorno al 1348, l'anno della peste nera. Più che verso Taddeo Gaddi, tuttavia, è verso Maso di Banco che A. si mostra debitore, specie per quella 'abbreviazione' formale di cui parla Boskovits (1975), che produce una fluidità delle forme colorate, una semplificazione dei volumi e dei rilievi in favore degli effetti di piano continuo, fittamente popolato di figure e di particolari. In questo il pittore, oltre che ai senesi, si avvicina anche ad artisti a lui cronologicamente più vicini: al Maestro della cappella Strozzi, ad Andrea e Nardo di Cione, al Maestro della cappella Rinuccini, e con essi - specie con i fratelli di Cione - condivide il gusto per i molteplici particolari esotici, per le fisionomie caricaturali, per le 'categorie' più curiose dell'esistente.

Leggermente più impersonale rispetto agli affreschi è la produzione di dipinti su tavola circa la quale, tuttavia, si è ben lontani dall'aver raggiunto un 'catalogo' sufficientemente omogeneo e di affidabile cronologia. Ci si limita quindi a citare alcune delle opere di più probabile attribuzione e quelle sulle quali concordano gli studi più autorevoli e recenti, rinviando, per le altre attribuzioni proposte, alla bibliografia citata in calce, quali per es.: Altenburg, Staatl. Lindenau-Mus., S. Gregorio e S. Andrea; Firenze, S. Maria del Carmine, sagrestia, Madonna con il Bambino e santi; Firenze, Gall. dell'Accademia, S. Agnese e S. Domitilla; Houston, Mus. of Fine Arts, S. Barnaba e S. Nicola, S. Agnese e S. Elisabetta, Natività e Crocifissione, scomparti di polittico da completare con la Madonna con il Bambino e santi dello Statens Mus. for Kunst di Copenaghen (Boskovits, 1975); già Parigi, Coll. Mori, S. Pietro e S. Benedetto; gi'a Genova, Coll. Gnecco, Crocifisso; Tours, Mus. des Beaux-Arts, Nicodemo; Roma, Mus. Vaticani, Pinacoteca, S. Agostino (?), S. Giuliano, S. Paolo, S. Michele e Crocifissione. Ancora da ricordare: Berlino, Coll. Benedict, Madonna con il Bambino e santi; già Bruxelles, Coll. Stoclet, S. Giovanni Battista e S. Giacomo Maggiore; già Bruxelles, Coll. Van Gelder, otto figure di santi; già Firenze, Coll. Della Gherardesca, S. Bartolomeo (forse da unire ai santi di Altenburg); Firenze, Coll. Berenson, Madonna con il Bambino, santi e angeli. Vanno infine ricordati alcuni affreschi con figure di santi, nella navata destra di S. Miniato al Monte, e una Crocifissione con S. Tommaso e S. Domenico nel Chiostro Verde di S. Maria Novella, molto ridipinta; praticamente unanime è il riferimento ad A. del cartone per la vetrata dell'òcchio' di S. Maria Novella, raffigurante l'Incoronazione della Vergine.

Bibliografia

Fonti:

G. Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti, a cura di G. Milanesi, I, Firenze 1878, p. 553 e n. 5.

G. Mecatti, Notizie istoriche riguardanti il capitolo di S. Maria Novella, Firenze 1737.

G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne' suoi quartieri, III, Firenze 1755, pp. 82-89.

V. Fineschi, Memorie sopra il cimitero antico della chiesa di S. Maria Novella, Firenze 1787.

id., Il forestiero istruito in S. Maria Novella, Firenze 1790, pp. 44-48 (rist. anast. delle due opere, Roma 1977).

F. Bonaini, Memorie inedite intorno alla vita e ai dipinti di Francesco Traini, Pisa 1846, pp. 104-106, 141.

Letteratura critica:

H. Hettner, Italienische Studien, Braunschweig 1879.

I.B. Supino, Il camposanto di Pisa, Firenze 1896.

J. von Schlosser, Giusto's Fresken in Padua und die Vorläufer der Stanza della Segnatura, JKhSWien 17, 1898, pp. 13-100.

J. Wood-Brown, The dominican church of S. Maria Novella at Florence, Edinburgh 1902, pp. 130-170.

I.B. Supino, s.v. Andrea da Firenze, in Thieme-Becker, I, 1907, pp. 452-453.

Venturi, Storia, V, 1907, pp. 777-816.

O. Sirén, Giottino, Leipzig 1908, pp. 36, 53, 56-57, 92.

L. Dami, La basilica di S. Miniato al Monte, BArte 1915, pp. 217-244.

I. Taurisano, Il Capitolo di S. Maria Novella in Firenze, Il Rosario. Memorie domenicane 33, 1916, pp. 10-30, 80-93, 217-230.

M.A. Devlin, An english Knight of the garter in the spanish chapel in Florence, Speculum 4, 1929, pp. 270-281.

F. Antal, Florentine Painting and its social background, London 1947.

Toesca, Il Trecento, 1951, pp. 22-27.

M. Meiss, Painting in Florence and Siena after the Black Death, Princeton 1951.

W. Paatz, Die Kirchen von Florenz, III, Frankfurt a.M. 1952, pp. 670-671, 696.

G. Marchini, Le vetrate italiane, Milano 1956, pp. 33, 219, 227.

L. Marcucci, s.v. Andrea di Bonaiuto, in DBI, III, 1961, pp. 83-85 (con bibl.).

E. Carli, Pittura pisana del Trecento, II, Milano 1961, p. 22.

R. Oertel, Frühe italienische Malerei in Altenburg, Berlin 1961, pp. 28, 36, 42, 119.

id., Die Frühzeit der Italienischen Malerei, Stuttgart 19662 (1953), p. 187.

A. Luttrell, A Hospitaler in a Florentine Fresco, 1366-1368, BurlM 114, 1972, pp. 362-367.

N. von Holst, Zur Ikonographie des Pfingstbildes in der Spanischen Kapelle, MKIF 16, 1972, pp. 261-268.

L. Bellosi, Buffalmacco e il Trionfo della Morte, Torino 1974, pp. 43-44, 46-48.

M. Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370-1400, Firenze 1975, pp. 31-33, 276-279.

R. Fremantle, Florentine Gothic painters, London 1975, pp. 203-212.

S. Romano, Due affreschi del Cappellone degli Spagnoli: problemi iconologici, Storia dell'arte 28, 1976, pp. 181-213.

I.P. Grossi, ''Arti'' e ''Scienze'' nel ''Trionfo di s. Tommaso'' di Andrea di Bonaiuto. Ipotesi di interpretazione, Memorie domenicane, n.s., 8-9, 1977-1978, pp. 341-353.

J. Gardner, Andrea di Bonaiuto and the chapterhouse frescoes in S. Maria Novella, AHist 2, 1979, pp. 107-138.

R. Offner, K. Steinweg, A critical and historical Corpus of Florentine painting, IV, 6, Andrea Bonaiuti, New York 1979 (suppl., New York 1981).

E. Borsook, The mural painters of Tuscany, from Cimabue to Andrea del Castagno, Oxford 19802 (1950), pp. 48-54.

P.F. Watson, The Spanish Chapel: portraits of poets or a portrait of Christian order?, Memorie domenicane, n.s., 11, 1980, pp. 471-487.

E. Marino, L'affresco ''La Vergine dalla radice di Jesse'' di Andrea Bonaiuti in S. Domenico di Pistoia, ivi, 13, 1982, pp. 1-201.

R. Lunardi, Arte e storia in S. Maria Novella, Firenze 1983, pp. 67-79.

M.G. Chiappori, I tre Polo nella ''Ecclesia Militans'' di Andrea Bonaiuti in S. Maria Novella a Firenze, QMed 15, 1983, pp. 27-51.

S. Romano, s.v. Andrea di Bonaiuto, in AKL, II, 1986, pp. 978-981.

W.F. Volbach, Catalogo della Pinacoteca Vaticana, II, Il Trecento. Firenze e Siena, Città del Vaticano 1987, pp. 23-24.

CATEGORIE
TAG

Andrea del castagno

Città del vaticano

Camposanto di pisa

Antonio veneziano

Jacopo passavanti