Andrèa Pisano

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Andrèa Pisano (o Andrea di Ugolino di Nino da Pontedera). -  Orafo, scultore e architetto (notizie fra il 1330 e il 1348). L'unica opera scultorea a lui sicuramente attribuibile è la porta bronzea del Battistero di Firenze, monumento capitale della scultura italiana del Trecento, dove si riconoscono influssi della plastica gotica, di Giotto e di Simone Martini. Dopo la morte di Giotto e fino al 1342 diresse i lavori del campanile di S. Maria del Fiore, a Firenze, mentre dal 1347al 1348 fu capomastro del Duomo di Orvieto.

Vita e opere

Sua unica opera certa è la porta in bronzo del Battistero di Firenze (firmata e datata 1330: era compiuta, però, solo nel 1336), spartita in ventotto riquadri, quadrilobi, entro cui spiccano, dorati, i rilievi rappresentanti episodi della vita del Battista e le Virtù cardinali e teologali. Mirabile per la semplicità e l'equilibrio della composizione, la purezza, quasi classica, del disegno, è monumento capitale della scultura italiana del Trecento. Morto Giotto (1337), A. ebbe la direzione dei lavori del campanile di S. Maria del Fiore (fino al 1342). Dal 1347 al 1348 fu capomastro del Duomo di Orvieto, carica nella quale gli succedeva, nel 1349, il figlio Nino. La formazione di A. non è, per ora, del tutto chiarita. I rilievi della porta, infatti, da ascriversi certo alla sua già piena maturità, mentre dimostrano una conoscenza approfondita della plastica gotica, in special modo francese, esorbitano dal linguaggio dei Pisani, Nicola e Giovanni, staccandosi nettamente, del resto, anche dai nodi della scultura senese contemporanea e risentendo, mediatamente, sia di Giotto che di Simone Martini. Ad A. possono con certezza attribuirsi, comunque, alcuni dei rilievi dell'ordine inferiore del campanile di S. Maria del Fiore, tradizionalmente ascritto a Giotto (la Navigazione; la Caccia; la Tessitura; Jubal; Ercole; la Scultura; l'Aratura; Dedalo), e due statue di Cristo e di s. Reparata, ora nel museo dell'Opera del duomo di Firenze, mentre incerto fra A. e il figlio Nino è il riferimento di una Madonna col Bambino (Orvieto, museo dell'Opera del duomo), eventualmente l'ultima opera a noi nota dello scultore. Di un'attività di A. come architetto, di cui parla il Vasari, non è possibile precisare nulla.

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