Makine, Andreï

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Romanziere russo naturalizzato francese (n. Krasnojarsk, Siberia, 1957). Dopo gli studi a Kalinin e a Mosca e l'insegnamento della filosofia a Novgorod, M. lasciò la Russia nel 1987, stabilendosi infine in Francia. I suoi primi testi, scritti direttamente in francese, vennero respinti dagli editori. Apparve, per primo, il romanzo La fille d'un héros de l'Union Soviétique (1990); seguirono Confession d'un porte-drapeau déchu (1992; trad. it. 1998), Au temps du fleuve Amour (1994; trad. it. 2001). Il successo arrivò con il romanzo, di epos e memoria, Le testament français (1995; trad. it. 1997), che ottenne i premi Goncourt et Médicis. Iniziò una vibrante trilogia, che ha il respiro dello sconfinato e dell'intimo, come nei grandi scrittori russi del 19° e 20° sec., che culmina in La musique d'une vie (2001) e La femme qui attendait (2004; trad. it. 2006), nel ritmo sacro della libertà, della vita, del silenzio. Sono da ricordare: Le crime d'Olga Arbélina (1998; trad. it. 2000), Requiem pour l'Est (2000), La terre et le Ciel de Jacques Dorme (2003). Nel 2006 M. ha pubblicato una lucida analisi sull'"esprit" della Francia, Cette France qu'on oublie d'aimer, e un nuovo romanzo, di lontananza, di violenza, d'amore: L'amour humain.

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