ANFITEATRO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

Vedi ANFITEATRO dell'anno: 1958 - 1994

ANFITEATRO (ἀμϕιϑέατρον; amphitheatron; l'una e l'altra voce sorte in età romana)

H. Kähler
G. Forni

La parola, che appare per la prima volta in età imperiale, e precisamente in Vitruvio (17, 1) e nel Monumentum Ancyranum (iv, 41), ha originariamente natura di aggettivo e va completata con un sostantivo, forse come ἀμϕιϑέατρον οἰκόδημα. La costruzione non va intesa nel senso in cui la interpretarono Ovidio (Met., ii, 25), Cassiodoro (Var., v, 42, 5) e, particolarmente, Isidoro di Siviglia (Or., xv, 2; xviii, 2), cioè quale unione di due teatri, ma piuttosto come uno spazio destinato agli spettatori (ϑέατρον) che corra tutt intorno (ἀμϕί) all'arena. Nella iscrizione dedicatoria in lingua latina dell'a. di Pompei (C. I. L., i, 1246), poco posteriore all'8o a. C., l'edificio è designato col nome di spectacula, che può indicare sia il luogo dello spettacolo, che quello riservato agli spettatori. (Cfr. Suet., Caligola, 31: spectacula, e Suet., Tiberius, 40: amphitheatrum, per una costruzione simile, l'a. di Fidene, crollato nel 27 d. C.). Il termine indica una costruzione destinata ai giuochi gliadiatorî ed alle cacce agli animali, dove, intorno ad un campo centrale, l'arena, si elevavano su pianta ellittica e in forma di gradinate i posti per gli spettatori. Soltanto al principio del I sec. a. C., come conseguenza del rivolgimento sociale dovuto alle guerre civili ed alla fondazione di numerose colonie di veterani, sembra sorto il bisogno di creare un teatro permanente per le lotte gladiatorie, che precedentemente avevano luogo in occasione di solenni funerali, ma che ormai erano diventate, nella città, abituali rappresentazioni. Le lotte gladiatorie ebbero origine, verosimilmente, in Campania. Già nella guerra sannitica del 308 a. C. i Campani, in odio ai loro nemici, armavano i gladiatori come Sanniti; della stessa epoca è l'apparizione dei gladiatori sulle pitture tombali di Capua (Jahrbuch, xxvi, 1911, tav. 11) e Sanniti si chiamavano i più antichi gladiatori romani. Quanto alle cacce agli animali, in epoca anteriore esse venivano tenute nel circo, e del resto ancora nella tarda antichità l'ippodromo di Costantinopoli fu adoperato a tale scopo. Finché mancarono installazioni stabili del tipo degli a. si riteneva sufficiente allestire, per queste lotte, il Foro, allo stesso modo che ancora oggi, nelle città minori spagnole prive di una "corrida" propria, viene, per questa, utilizzata la piazza del mercato. Vitruvio (v, 11) sostiene addirittura che appunto l'impiego per simili spettacoli sia la ragione della forma oblunga data alle piazze del mercato italiche, a differenza dell'agorà greca. Ma se pure tale interpretazione della forma della piazza italica appaia improbabile, la distinzione fra le piazze greche e quelle romane apre implicitamente la via alla giusta osservazione che, tanto gli spettacoli gladiatori allestiti più tardi nell'a., quanto la costruzione medesima ad essi destinata, furono un'istituzione tipicamente romana, e che quel genere di edificio si limitava quasi esclusivamente all'Occidente di lingua latina ed alle colonie romane. Così, ad esempio, in Grecia solo Corinto ha un anfiteatro. In Oriente è accertata la presenza di un a. a Gortina e a Ierapidna nell'isola di Creta; a Nisa, Cizico, Pergamo e Comana, per l'Asia Minore; ad Antiochia, Berito, Gerasa per la Siria; ed anche in Egitto ed in Cirenaica. A Roma l'impalcatura in legno, con i sedili per gli spettatori, fu, sia per i giochi che per il teatro, precedente alla costruzione permanente in pietra. Si vuole che, mentre altrove, per esempio a Pompei, esisteva già un a. permanente, C. Curione avesse fatto costruire per la prima volta a Roma, nell'anno 53 a. C., un a. in legno (Cic., Ad fam., ii, 3, 1; Plin., Nat. hist., xxxvi, 116), quando volle onorare con lotte gladiatorie la memoria del padre defunto. Anche Cesare fece erigere nel Foro, nell'anno 46 a. C., come recinto per le lotte gladiatorie e le venationes, una costruzione in legno che Cassio Dione brevemente ci descrive. Soltanto nel 29 a. C. Statilio Tauro eresse per primo, nel Campo Marzio, un a. permanente costruito in massima parte in pietra, che andò distrutto in seguito nell'incendio di Nerone. Se Roma rimane notevolmente indietro, rispetto alle altre città d'Italia ed alle colonie, nella costruzione di anfiteatri e di teatri in pietra, ciò non deve attribuirsi a una avversione contro i giochi gladiatori e gli spettacoli (giochi di gladiatori sono documentati in Roma per l'anno 264 a. C.), ma, più probabilmente, al fatto che nel tardo periodo repubblicano si aveva timore di dare al popolo un edificio solido che, per la sua necessaria ampiezza, potesse essere utilizzato in talune circostanze anche per dimostrazioni politiche (A. Rumpf). L'a. più antico che si conservi, gli Spectacula di Pompei, venne eretto poco dopo l'anno 8o a. C.

Esso è nella struttura proprio l'opposto della costruzione lignea. Questo a., che utilizza l'angolo orientale delle mura della città, rafforzate nella parte interna dall'aggere, è ricavato per metà nel terrapieno; l'arena viene ad essere alquanto affossata nel suolo, a causa della massa di terra riversata all'esterno per l'erezione degli ordini superiori di posti. Solo immediatamente dietro al primo e più basso ordine di posti, l'ima cavea, corre un passaggio in muratura a vòlta a guisa di corridoio. Per il rimanente, la base su cui poggiano tutti gli altri ordini di posti consiste in un terrapieno sostenuto per metà dal muro di cinta della città, e dall'altra da un muro circolare. Questo ultimo è rinforzato da sostegni in muratura, collegati l'uno all'altro per mezzo di arcate, sì da poter offrire una sufficiente resistenza alla pressione della massa di terra. Sulla metà libera dell'ellisse due scale doppie e due semplici dànno accesso per mezzo di rampe ad una terrazza collocata alla stessa altezza della cinta delle mura, donde, mediante 40 porte, si raggiunge l'interno dell'a.; di queste porte, una ogni due conduce alle scalinate che discendono fino all'ambulacro dell'ima cavea. I principi dell'antico metodo di consolidamento mediante l'aggere, vengono in certo modo adattati alle esigenze della costruzione dell'a., con l'utilizzazione razionale delle disponibilità ambientali. Anche i due teatri della città sono, più o meno, semplici costruzioni su terrapieno. La posizione dell'a. nell'angolo delle mura comporta che, dei due corridoi a vòlta per i quali si accede all'arena in corrispondenza dell'estremità dell'asse maggiore, solo quello verso N possa seguire in linea retta l'asse medesimo, mentre l'altro sul lato S deve invece, a causa delle mura, piegare ad angolo retto verso O. Da questi corridoi si può raggiungere anche il passaggio a vòlta situato dietro l'ima cavea, al quale si accede, inoltre, da O, mediante due più ampi ambulacri. Uno stretto passaggio, in corrispondenza dell'asse minore dell'edificio, conduce all'esterno attraverso la porta Libitinense: esso serviva a trasportare i caduti fuori dell'arena.

La forma ellittica dell'arena (per la costruzione, cfr. soprattutto E. Dyggve, Recherches à Salone, ii, 1933, p. 126) deriva dall'esigenza di poter sviluppare in essa i cortei, le sfilate e le azioni di combattimento con i relativi spostamenti in avanti e indietro. Una forma circolare che, come nella corrida spagnola moderna, offra a tutti gli spettatori, pur mantenendo le differenze degli ordini, uguali condizioni, sarebbe stata altrettanto inadatta, per lo svolgimento dell'azione nelle antiche arene, quanto, forse, una piazza rettangolare ed allungata in forma di Foro. La forma escogitata - un'ellisse avvicinantesi all'ovale - era in certo modo la combinazione dell'ideale spazio rotondo per rappresentazioni, realizzato dall'orchestra del teatro greco, con il campo da combattimento, oblungo e inizialmente anche rettangolare. Accanto a costruzioni molto accurate di arene, come quella dell'a. di Salona, considerata eccellente (Dyggve), possono trovarsi anche forme molto approssimative, come l'arena affatto irregolare del più antico a. di Carnunto. Edifici su terrapieno del genere dell'a. di Pompei sono gli a. di Sutri, Siracusa, Cagliari, Corinto (op. cit.), Cizico, Mérida, quello di Nisa citato soltanto da Strabone (xiv, 639), Treviri, il campo di Xanto (Bonner Jahrbücher, 1910, 258; 1906, 447), Carnunto, Aquincum, Dorchester, Caerlon, gli a. di Vindonissa, Aventicum, Octodurus ed il teatro di Augst trasformato in anfiteatro. Ve ne sono, fra questi, di varie specie: alcuni adagiati lungo le valli, come quelli di Corinto o di Nisa, altri appoggiati su semplice terrapieno, come a Cagliari, Sutri, Tiro, Xanto, e finalmente edifici di elaborata architettura, nei quali l'esistenza del terrapieno viene rivelata solo dal sistema degli ingressi e delle scale, mentre per il resto viene dissimulata, all'incirca come in Pompei, sotto una copertura in pietra. Le scale di accesso agli ordini superiori, piuttosto che appoggiate su rampe lungo il muro esterno, come a Pompei e ad Aquincum, venivano più frequentemente tenute all'interno dei muri perimetrali, come negli a. di Caerlon e di Vindonissa; in quest'ultimo erano allogate in dodici vani nell'interno del muro di cinta. Ai fini della stabilità del terrapieno e della sicurezza degli ordini dei posti, in taluni esemplari non soltanto si eseguono in muratura massiccia i due corridoi - naturalmente conformati a vòlta - posti in direzione dell'asse maggiore, ma si munisce altresì il muro di cinta del terrapieno, già sovente rinforzato verso l'esterno con contrafforti, di elementi di collegamento passati internamente al terrapieno stesso.

Accanto a questa forma di a. che, a somiglianza del teatro greco, cerca di utilizzare le disponibilità naturali, vi è l'altra, più rigorosamente architettonica. Nonostante l'esempio dell'a. di Pompei, non è legittima la presunzione che la costruzione su terrapieno sia tipologicamente precedente a quella in muratura. La scelta dell'una o dell'altra forma dipendeva dalle circostanze relative alla situazione topografica ed ai mezzi di cui si poteva disporre. Così, fra gli a. su terrapieno, se ne trovano di appartenenti al II sec. d. C., mentre, nella stessa epoca, altrove ne sorgevano altri interamente in pietra. In linea generale si direbbero costruiti su terrapieno, per lo più, gli a. pertinenti a piazze militari, mentre quelli cittadini sono piuttosto in pietra. L'a. del campo di Carnuntum, benché sia la più recente fra le costruzioni su terrapieno, viene considerato come il più antico edificio della città, ivi compresi quelli in pietra. Nei pressi del campo di Vetera si trova l'a. di Birten, interamente su terrapieno, mentre la città, la Colonia Traiana, ne possedeva uno di pietra. L'edificio in pietra, poiché, a differenza di quello su terrapieno, è una vera e propria costruzione, va, anche riguardo alla sua genesi, distinto dall'altro; in esso devesi piuttosto ravvisare la trasposizione in pietra dell'a. in legno - posticcio e di uso non permanente - che ne rappresenta l'archetipo. In questo, lo sviluppo storico dell'a. romano procede a fianco di quello del teatro. Nell'uno come nell'altro, la cavea con i sedili per gli spettatori consisteva inizialmente in una installazione in legno. La sostituzione della costruzione stabile alla provvisoria struttura in legno è resa possibile, in massima, nel corso del II sec. a. C. dal perfezionamento presso i Romani della tecnica delle vòlte; però, per quanto ci è dato conoscere, sembra che i più antichi a. costruiti in pietra non siano apparsi prima dell'inizio dell'epoca imperiale. Essi appartengono al periodo della fondazione di città e di colonie augustee. Nessun a., ad eccezione di quello di Pompei, che non appartiene alla serie degli edifici in pietra, è precedente alla costruzione del primo teatro romano in muratura - il teatro di Pompeo in Roma - il quale nel suo genere deve essere stato a sua volta preceduto dal teatro dei censori Messalla e Cassio, la cui costruzione venne interrotta nel 154 a. C. Parrebbe da ciò di dover indurre che i principi seguiti per la costruzione della cavea degli a. in pietra siano derivati da quelli già adottati per la cavea in muratura del teatro romano; tuttavia con la differenza che, mentre il teatro possiede accessi, naturali nel punto di incontro di cavea e palcoscenico, nell'a., oltre alle scale destinate agli ordini superiori, doveva insieme essere realizzato un sistema di corridoi che, passando sotto alla cavea, conducessero all'interno dell'edificio.

Il tipo architettonico trova la sua più monumentale espressione nell'a. Flavio, o Colosseo (v.), iniziato sotto Vespasiano e terminato da Domiziano, che, accanto all'a. Castrense, un piccolo a. dell'età severiana che venne incluso più tardi nelle mura aureliane, è l'unico a. di Roma. Anche Nerone si era accontentato di una costruzione in legno in sostituzione dell'a. di Statilio Tauro, del 29 a. C., distrutto pochi anni prima dal famoso incendio, e che evidentemente non era in pietra, come erroneamente fu descritto, bensì in legno. È probabile che le fondamenta e le sostruzioni dei sedili fossero state in parte eseguite a blocchi di pietra. I primi a. del secondo tipo a noi conservati sono da ricercarsi tra quelli della Gallia Narbonense e quello di Pola; di nessuno di questi edifici è possibile precisare le date. Si può invece collocare abbastanza sicuramente nell'epoca di Augusto l'erezione del ben conservato a. di Nîmes, tanto simile a quello, molto più danneggiato, di Arles, da lasciar supporre che essi siano opera dello stesso architetto. Il modo in cui, nella Porta Triumphalis a due ordini, che funge da ingresso principale in corrispondenza dell'asse minore dell'a. di Nîmes, sono inserite le due mensole a bucrani fra gli archivolti delle arcate e l'architrave delle colonne, ha un sapore nettamente arcaico, e rivela chiaramente la derivazione del disegno dalla porta settentrionale della città, costruita nel 16 a. C. In favore di una attribuzione ad epoca augustea stanno anche indizi epigrafici. In linea generale, è da presumersi che nelle colonie militari si rispondesse sollecitamente alle richieste della popolazione con l'erigere un anfiteatro. L'a. di Pompei sorge, ad esempio, immediatamente dopo la fondazione della colonia; quello di Mérida viene donato da Augusto alla città 17 anni dopo la fondazione della colonia, avvenuta nell'anno 25. Quanto all'a. di Pola possiamo ben ritenere che esso sia una delle prime costruzioni della colonia militare ivi fondata fra il 40 ed il 30 a. C., nonostante la moneta di Galba che vi è stata trovata, nella malta, sotto un gradino del primo ordine di posti; tale supposizione è avvalorata dal fatto che, se nella cerchia più interna (nucleo centrale), a due piani, si riscontra materiale laterizio di epoca più antica, d'altra parte anche il presunto ampliamento ottenuto mediante l'erezione di una cerchia esterna a tre ordini, è incontestabilmente avvenuta già in epoca claudia. Qualche difficoltà nell'accogliere la tesi del successivo ampliamento dell'a. di Pola, proviene dalla considerazione che nella parte rivolta al mare (che si eleva perfettamente libera, a differenza del settore orientale che è infossato nella costa scoscesa) non vi è alcuna possibilità di accesso dal piano superiore delle arcate del cosiddetto nucleo centrale alla cavea, per la mancanza di un corridoio esterno, per cui questa costruzione parrebbe non funzionale. Si preferisce perciò considerare l'ampliamento come una seconda fase di uno stesso processo di costruzione.

Il principio formale della cavea in pietra è ottenuto, come è stato già detto, trasponendo nell'a. la cavea del teatro romano in muratura, e cioè trasferendo sull'ellisse il sistema, già usato per il semicerchio, delle sostruzioni radiali inclinate verso l'interno. Da tale forma deriva che, volendo cercare anche per l'a. un punto centrale unico, gli spazi cuneiformi delle sostruzioni - stante la forma ellittica e dovendo, d'altra parte, essere costante l'apertura delle arcate nella cinta esterna (facciata) - dovevano essere lungo l'asse maggiore assai più robusti che non lungo l'asse minore. I muri di sostegno vengono perciò portati in modo da convergere non già sul punto mediano dell'ellisse, bensì sui punti corrispondenti alla loro costruzione, che si dispongono a stella intorno al centro ideale dell'edificio: generalmente in numero di otto, come nel Colosseo, talvolta dodici, come nell'a. di Salona. Inoltre si tende, per quanto possibile, a non restringere troppo gli sbocchi verso l'arena degli accessi situati all'estremità dell'asse maggiore, che servivano per il passaggio dei lottatori e per i cortei, ed ai quali erano per solito contigui i carceres in cui si custodivano le belve (cfr. gli a. di Nîmes, Verona, el-Gem [el Djem], Pola, Salona). In alcuni casi si può constatare che la cura di restringere il meno possibile i corridoi viene adottata anche per l'ingresso, posto all'estremità dell'asse minore, benché non conduca all'arena, ma serva invece da vestibolo al palco d'onore. Nel Colosseo, come nell'a. di Salona da esso derivato, questo ingresso appare come una sala a colonne divisa in tre navate, nella mediana delle quali in ispecie si evita, per quanto è possibile, un eccessivo restringimento verso l'interno. I muri radiali sono collegati mediante vòlte a botte, che seguendo verso l'arena l'inclinazione delle sovrastanti file di posti, e adattandosi alla corrispondente forma dei vani, si restringono a imbuto. A questo sistema radiale di sostruzioni - spesso consistenti in pilastri di pietra congiunti da muri di mattoni o di reticolato - se ne ricollega un secondo: il sistema, cioè, dei passaggi e scale per accedere agli ordini dei posti. I passaggi si svolgono anularmente, a diversi piani ed altezze, sotto la cavea ed intorno all'arena, e sono collegati fra loro mediante gradinate e cunicoli. Il numero dei corridoi concentrici varia secondo la grandezza dell'anfiteatro. Tutti gli a. di questo tipo hanno ad ogni piano, dietro gli ordini di arcate della facciata esterna, un corridoio circolare che nel piano terreno offre agli spettatori uno spazio per passeggiare e per ripararsi in caso di improvvisi acquazzoni. Nei due maggiori a., a Capua ed a Roma, tale corridoio è doppio, e ciò si spiega in parte col maggiore afflusso di pubblico e la conseguente necessità di un più ampio riparo. Negli edifici su terrapieno, in cui mancano i corridoi, si è avuto cura di collocare, in prossimità dell'a., vaste gallerie; così a Pompei i portici, ora scoperti, a N dell'a. stesso. Tutti gli a. del tipo posticcio in legno hanno inoltre, al piano terreno, un corridoio da cui si accede al primo ordine mediante scalinate. La posizione dei vani delle scale varia da un edificio all'altro. Generalmente gli a. hanno due ordini di arcate, come a Nîmes e ad Arles, cui si aggiunge talvolta un piano attico con finestre. Le aperture delle finestre sono rettangolari (Pola, Salona) oppure ad arco. Dietro il muro dell'attico non vi sono per solito file di posti a sedere; corre invece tutt'intorno un passaggio a copertura piana, in forma di galleria a colonne, della medesima larghezza del sottostante corridoio circolare. Esso offriva spazio per posti in piedi (maenianum summum in ligneis), ma serviva soprattutto a riparare dalle intemperie gli spettatori degli ordini superiori. Solo pochi a. hanno tre piani di arcate, come il Colosseo, l'a. di Capua e quello di el-Gem. Dove il piano attico costituisce un elemento posteriore e visibilmente estraneo al progetto originale, non è possibile determinare se - come nel Colosseo - un piano attico originariamente esistesse o meno. Nell'a. di el-Gem l'attico sembra originale. La cavea poteva, come verosimilmente a Salona, essere interrotta da praecinctiones, passaggi esterni tra i diversi ordini, sui quali sboccavano le scalinate; oppure era formata, come deve presumersi nel caso del Colosseo, da una serie digradante di file di posti a sedere - gradus o gradationes in mezzo alle quali sporgevano appena, dallo sghembo della gradinata, le porte di accessò alle scale - i vomitoria - simili a piccole casette di pietra dalla copertura piatta. L'angolo di inclinazione della cavea è di 300 circa; nell'a. di Salona fu osservato che nei posti superiori la pendenza è maggiore che non negli inferiori (30°, 27°). A ridosso dell'arena la cavea si elevava verticalmente a guisa di podio, per proteggere gli spettatori dai combattimenti, per assicurare una migliore visuale agli ordini inferiori, i più distinti, e per allogare nel proprio interno un corridoio munito di porte rettangolari che permettessero agli uomini, nei combattimenti con le fiere, di ritirarsi in caso di pericolo. A Pompei questo podio misura circa m 2, a Philippeville m 2,65. Al di sopra del piano più elevato sporgevano, come alberi di nave, antenne che sorreggevano i velari destinati a riparare gli spettatori dal sole, come si vede nel noto dipinto raffigurante l'a. di Pompei posto fra due torri delle mura della città. In numerosi a. si trovano incavi e anelli in pietra per sostenere e fissare le antenne. Naturalmente non si può pensare ad una copertura simultanea dell'intero a., ma è probabile che l'edificio potesse godere di una copertura parziale spostabile all'occorrenza in ogni punto, con l'aiuto di una rete di corde tese fra le numerose antenne. In alcune circostanze venivano impiegati anche marinai per la manovra delle velae, che si suppone siano state una invenzione campana. Non è da supporre che le vele fossero collocate verticalmente per proteggere dal sole, poiché negli edifici a noi conservati gli impianti per le antenne si possono notare anche sul lato esposto a N. Per meglio indicare agli spettatori i loro posti, le arcate furono talvolta numerate esternamente, come nel Colosseo, sebbene non ad ogni arcata corrisponda una scalinata. Più tardi furono collocati intorno all'edificio, a Roma come altrove, dei cippi per una palizzata in legno che doveva contenere l'affollamento e facilitare il controllo degli spettatori. Nei piani superiori le arcate degli a. dovevano essere ornate di statue, come si desume non soltanto dalle riproduzioni del Colosseo su monete di Tito e nel bassorilievo del monumento funeràrio degli Haterî (Röm. Mitt., 1939, p. 252), ma anche dalle impronte riscontrate in loco. Nel Colosseo l'arcata lievemente ampliata, corrispondente al palco imperiale ed alla sala dei pilastri, aveva aspetto di arco trionfale ed era munita, al primo piano, di colonne gotto una travatura sporgente, nonché di una mensola funzionante da attico ed al tempo stesso da zoccolo per una quadriga posta superiormente. Qualche cosa di simile si trova anche nell'a. di Nîmes. In numerosi a. sono state trovate statue, e a Salona, nel maenianum summum, pilastri divisori in forma di erme. Nell'a. di Capua le chiavi degli archivolti dell'ordine inferiore hanno forma di busti di divinità. L'arena è un campo cosparso di sabbia, non lastricato, e in un gran numero di a. (Pompei, Capua, Pozzuoli, Pola, Nimes, Treviri, Siviglia e altri) è munito di un sistema più o meno complesso di sotterranei, usati principalmente per il deposito delle suppellettili sceniche. Nel Colosseo sembra siano state trovate anche gabbie per le belve. Questi sotterranei non avevano coperture massicce a vòlta, bensi coperture mobili in legno, le quali, mediante un meccanismo abbastanza semplice che si può osservare particolarmente bene nel Colosseo, venivano abbassate nei punti più diversi (su questo argomento ricerche di G. Cozzo). L'acqua piovana proveniente dall'arena si raccoglieva spesso nei sotterranei, dove era quindi necessario un sistema accurato di prosciugamento. Questo si rendeva tanto più indispensabile quando negli a. avevano luogo naumachie, - circostanza che, almeno nei riguardi del Colosseo, è stata accertata. Da ciò derivava la necessità di un impianto idraulico.

Una forma particolare di a. risulta dalla combinazione di teatro e anfiteatro in un solo edificio adatto all'uno e all'altro genere di rappresentazioni, teatrali e ludiche, così come chiaramente si vede nel semi-anfiteatro di Verulamio, in Inghilterra; ov'e la cavea del teatro si estende oltre il semicerchio, e, come nell'a., possiede passaggi a vòlta che raggiungono l'orchestra-arena. Ma qui la cavea è interrotta in uno dei suoi lati e munita di un palcoscenico. Davanti al pulpitum si trova un muro provvisto di cinque porte, per una eventuale fuga dei venatores, in occasione delle cacce agli animali che potevano tenersi nell'arena. A questo tipo appartengono, oltre agli edifici francesi citati dal Fäendländer (iv10, p. 223), i teatri di Termesso e Sagalasso, l'A. di Verulamio nonché il teatro di Stobi dopo la sua seconda ricostruzione.

Bibl: Per la bibl. anteriore al 1907, v. H. Leclercq, in Cabrol-Leclercq, s. v. Amphitéatre; C. Thierry, in Dict. Ant., I, pp. 241-247, s. v. Amphitheatrum; P. J. Meier, in Pauly-Wissowa, I, cc. 1959-62, s. v. Amphitheatrum; J. Durm, Die Baukunst der Römer, Stoccarda 1905, p. 667 ss. Fra le opere posteriori al 1907, cfr. A. Mau, Pompeji in Leben und Kunst, Lipsia 1908, p. 216 ss.; R. Cagnt-V. Chapot, Manuel d'archéol. romaine, Parigi 1916, p. 192 ss., C.T. Rivoira, Architettura romana, Milano 1921, p. 113 ss.; L. Friedländer, in Darstellungen aus der Sittengeschichte Roms10, Lipsia 1922, II, p. 50 ss.; III, p. 205 ss.; G. Cozzo, Ingegneria romana, Roma 1928, p. 203 ss.; E. Dyggve, Recherches à Salone, II, Parigi 1933: id., Senantike Farllenscene, 1938. In particolare, sulle questioni trattate in questo articolo a propsito di singoli a.: Aquincum: Guida di Aquincum, Budapest 1934, p. 154; Arles: R. Jacquemin, Monographie de l'amphithéatre, Arles 1845; J. Durm, op. cit., p. 696; Augst: F. Stähelin, Shweiz in römischer Zeit, Basilea 1931, p. 440; Aventicum: ibidem; Birten: Bonner Jahrbücher, CXIX, 1910, p. 258; Caerlon: R. E. M. Wheeler, Roman Amphitheatre at Caerlon, 1928; Cagliari: G. Spano, Storia e descrizione dell'a., Cagliari 1868; Carnunto: Guida di Carnunto, 1923, p. 118; Oesterr. Jahrb., 26, X, 1930, p. 278, fig. 126; Cirenaica: L. Friedländer, op. cit., IV10, p. 230 ss.; Cizico: Journ. Hell. Stud., XXII, 1902, p. 187; Colonia Traiana: Bonner Jahrbücher, CXV, 1906, p. 447, fig. i; Corinto: Expédition de la Morée, tav. 77, 3; Dorchester: J. Ward, Roman British Building and Earthworks, 1911, p. 229; Egitto: L. Friedländer, op. cit., IV, p. 230 ss.; Mérida: Llanez, Mérida, Mérida 1929, p. 104; Nîmes: A. Pelet, Description de l'amph. de Nîmes, Nîmes 1859; E. Esperandieu, L'amph. de Nîmes, Parigi 1933; Octodurus: F. Stähelin, loc. cit.; Philippeville: G. Gsell, Monuments de l'Algérie, Parigi 1901; Pola: A. Gnirs, Führer durch Pola, Vienna 1915, p. 33; G. Calza, Pola, Roma 1920; M. Mirabella Roberti, L'arena di Pola, Pola 1939; Roma, a. Castrense: G. Gullini, in Memorie Accad. Pontif., VIII, 1956; Sagalosso: E. Fiechter, Baugeschichtliche Entwicklung d. antik. Theaters, p. 93; Salona: E. Dyggve, op. cit.; Siracusa: B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, II, p. 335; Stobi: B. Saria, Theathret i Stobi; Sutri: G. Dennis, Cities and Cemeteries of Etruria, I, Londra 1848, p. 72; Termesso: E. Fiechter, loc. cit.; Treviri: Westdeutsche Zeitschrift, 1892, p. 213; Verulamio: Archaeologia, 1935; Vindonissa: F. Stähelin, loc. cit.; Xanto: Bonner Jahrbücher, CXIX, 1910, p. 258. V. inoltre le voci relative in questa enciclopedia.

(H. Kähler)

Diamo qui l'elenco, riveduto dall'autore, degli a. di tutto l'impero romano (già redatto per l'Enciclopedia dello Spettacolo). L'elenco comprende tutti gli a. dei quali si conservano resti monumentali o che ci sono attestati da fonti letterarie, iscrizioni, rilievi (questi ultimi contrassegnati da asterisco).

[Abbreviazioni bibliogr.: AE = Année Épigraphique; Beloch = J. Beloch, Campanien, 2a ed., Breslavia 1890; Caumont = M. Caumont, Abécédaire, 5a ed., Caen 1867; Collingwood = R. G. Collingwood, The Archeology of Roman Britain, Londra 1930; Dennis = G. Dennis, The Cities and Cemeteries of Etruria, 2 voll., Londra 1848; Gsell = St. Gsell, Les monuments antiques de l'Algérie, 2 voll., Parigi 1901; Guérin = V. Guérin, Voyage archéol. dans la régence de Tunis, 2 voll., Parigi 1862; Holm = A. Holm, Gesch. Sicilien, 3 voll., Lipsia 1870-98; Millin = A. L. Millin, Voyage dans le Midi de la France, Parigi 1807-09; Nissen = C. Nissen, Italische Landeskunde, 2 voll., Berlino 1883-1902; Robert, Glad. = L. Robert, Les Gladiateurs dans l'Orient grec, Parigi 1940; Robert, Hell. = L. Robert, Hellenica, 1946, p. 112 ss.; Serradifalco = D. Serradifalco, Antichità della Sicilia, 5 voll., Palermo 1834; Stark = K. B. Stark, Städteleben, Kunst u. Altertum in Frankreich, Jena 1855; Texier = Ch. Texier, Asie Mineure, Parigi 1882; Ward = J. Ward, Romano-British Buildings and Earthworks, Londra 1911. Per l'aggiornamento bibliogr. e le nuove scoperte di anfiteatri, v. Fasti Arch., I, 1946 ss., sez. V 1 d.; Arch. Anz., in Jahrbuch e AE (per le iscrizioni)].

ITALIA. Regio I (Latium e Campania).

Abella (Avella): Beloch, p. 415; ludi gladiatorî, C.I.L., x, 1211 = I.L.S., 5058;

Albano: Nissen, ii, p. 588; G. Mancini, in Studi rom., ii, 1914, p. 231 ss.; G. Lugli, in Ausonia, x, 1921, p. 210 ss.; cfr. Suet., Dom., 4, 4 e 19; Iuv., 4, 99 ss.;

* Allifae (Alife): ludi gladiatorî e venationes, C.I.L., ix, 2350 e 2351 = I.L.S., 5059;

Aquinum (Aquino): Nissen, ii, p. 676; E. Grossi, Aquinum, Roma 1907; M. Cagiano de Azevedo, Aquinum, ivi 1949;

* Atela: Suet., Tib., 75,3;

* Calatia (Caiazzo): ludi gladiatorî, G.I.L., x, 4588;

Cales (Calvi): Nissen, ii, p. 694; R. Delbrück, in Röm. Mitt., xviii, 1903, p. 146; ludi gladiatorî, C.I.L., x, 4643;

Capua (S. Maria Capua Vetere): F. Alvino, Anfiteatro campano, Napoli 1842; Beloch, p. 351; Boll. d'Arte, viii, 1920, p. 555 ss.; Arch. Anz., 1929, col. 120; A. Maiuri, in Rend. Accad. Napoli, xvii, 1937, p. 169 ss.; cfr. C.I.L., x, 3832; ludi gladiatorî, C.I.L., x, 3925; "rosaria amphitheatri", C.I.L., x, 3792 = I.L.S., 4918;

Casinum (Cassino): cfr. C.I.L., x, 5183 = I.L.S., 5628; Arch. Anz., 1930, col. 376 s.; G. Carettoni, Casinum, Roma 1940, p. 78 ss.;

* Circei (San Felice Circeo): Suet., Tib., 72,2; cfr. C.I.L. x, 6429;

Cumae (Cuma): Beloch, p. 163; anfiteatro, AE, 1927, 158; venationes e ludi gladiatorî, C.I.L., x, 3704 = I.L.S., 5054 (?);

* Formiae (Formia): famiglia gladiatoria, AE, 1927, 124;

* Frusino (Frosinone): tessera d'ingresso, I.L.S., 8625, 6;

* Fundi (Fondi): ludi, C.I.L., x, 6240 = I.L.S., 6281; C.I.L., x, 6243;

* Lanuvium (Lanuvio): Hist. Aug., Comm., 8,5; cfr. C.I.L., xiv, 2127; ludi gladiatorî, G.I.L., xiv, 2118, 2121 = I.L.S., 5683;

* Lavinium (Pratica di Mare): cfr. C.I.L., xiv, 2080 = I.L.S., 6186;

Minturnae (Minturno): Nissen, ii, p. 663; ludi gladiatorî, C.I.L., x, 6012 = I.L.S., 5062; cfr. C.I.L., x, 6090 = I.L.S., 6295;

* Neapolis (Napoli): venatio, G.I.L., x, 1491 = I.L.S., 6456; cfr. però Stat., Silv., iii, 5, 81 ss., e Beloch, p. 86;

Nola: Beloch, p. 404;

* Ostia: ludi gladiatorî e venationes, G.I.L., xiv, 375 = I.L.S., 6147 add.; G.I.L., xiv, 376; cfr. 350; AE, 1928, 126 (?);

Pompeii (Pompei): bibl. in A. Mau, Pompeji, Anhang, p. 37 ss.; H. Nissen, Pomp. Stud., Lipsia 1877, p. 17 Ss.; M. Della Corte, Pompei. I nuovi scavi e l'a., Pompei 1930; M. Girosi, L'a. di P., Napoli 1933; A. Maiuri, L'ultima fase edilizia di P., Roma 1942, p. 83 ss.; id., Pompei2, Novara 1943; id., Pompei5, Roma 1948; cfr. Tac., Ann., xiv, 17; C.I.L., 1, 1246 = 12, 1632 = x, 852 = I.L.S., 5627; ludi gladiatorî e venationes, C.I.L., iv, 1177 = I.L.S., 5144 add.; G.I.L., iv, 1204, 3881, 3882 = I.L.S., 5146; C.I.L., iv, 3883, 3884 = I.L.S., 5145 add.; AE, 1914, 280; 1915, 61; 1937, 126; 1951, 160; famiglie gladiatorie, C.I.L., iv, 1183, 1184, 1186, 1187, 1189, 1190, 1192, 1192 a, 2476; AE, 1914, 155 ss.; 1928, 113; V. inoltre gl'indici di C.I.L., iv;

Praeneste (Palestrina): anfiteatro, C.I.L., xiv, 3010 = I.L.S., 5629; ludi gladiatorî, C.I.L., xiv, 3014 = I.L.S., 6252; C.I.L., x, 3015 = I.L.S., 6256; Orelli-Henzen, Inscript., 7165; cfr. C.I.L., xiv, 2991 e 3011;

* Puteoli (Pozzuoli): 2 anfiteatri: C. Dubois, Pozzoules antique, Parigi 1907, p. 315 ss.; Beloch, p. 137; Not. Sc., 1915, p. 409 ss.; cfr. C.I.L., x, 1789; ludi gladiatorî e venationes, Cass. Dio, lxiii, 3,1; C.I.L., x, 1785 = I.L.S., 6333; C.I.L., 1795 = I.L.S., 1401; Ephem. Epigr., viii, 1899, p. 98, 369 = I.L.S., 5186; AE, 1888, 126; cfr. C.I.L., x, 1574 = I.L.S., 226; C.I.L., x, 1825, 1826, 1827, 1828, 1841; reziari, C.I.L., x, 1589;

Roma: 5 anfiteatri (di Caligola, Castrense, Flavio o Colosseo, di Nerone e di Statilio Tauro); per le fonti antiche e la bibl. moderna: H. Jordan-Ch. Hülsen, Topographie d. Stadt Rom im Altertum, I, 3, Berlino 1907, pp. 248 s., 282 ss., 496 s., 501; H. Kiepert-Ch. Hülsen, Formae urbis Romae antiquae2, ivi 1912, p. 48 s.; S. B. Platner, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Londra 1929, s. v. amphitheatrum; G. Lugli, I monumenti antichi di R., Roma 1930 ss., passim.; id., R. antica. Il centro monumentale, ivi 1946;

* Salernum (Salerno): "munus ferarum Libycarum", C.I.L., 539 = I.L.S., 5o61; cfr. C.I.L., x, 515 = I.L.S., 340;

Setia (Sezze): J. H. Westphal, Röm. Kampagne, Berlino-Stettino 1829, p. 53;

* Sinuessa (Mondragone): anfiteatro, C.I.L., x, 4737 = I.L.S., 1898 a; ludi gladiatorî, C.I.L., x, 4727 = I.L.S., 6297;

Suessa Aurunca (Sessa): ludi gladiatorî, C.I.L., x, 4760 = I.L.S., 6296;

* Surrentum (Sorrento): ludi gladiatorî, C.I.L., x, 688;

Tarracina (Terracina): Nissen, ii, p. 642; M. R. de La Blanchère, Terracine, Parigi 1884, p. 111; cfr. C.I.L., x, 6329;

Telesia (Telese): Nissen, ii, p. 803; cfr. C.I.L., ix, 2197 = I.L.S., 3372; venationes e ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 2237 = I.L.S., 5060; C.I.L., ix, 2249; cfr. 2243;

Tusculum: R. Lanciani, in Not. Sc., 1885, p. 477 ss.; cfr. C.I.L., xiv, 2623;

* Velitrae (Velletri): anfiteatro, C.I.L., x, 6565 = I.L.S., 5632;

* Venafrum (Venafro): anfiteatro, C.I.L., x, 4892; tibicen di ludi, C.I.L., x, 4915 = I.L.S., 5150; ludi gladiatorî, CLL., x, 4893, 4897, 4913 = I.L.S., 6516; gladiatorî, C.I.L., x, 4920.

Regio II (Apulia e Calabria)

Aeclanum: Nissen, ii, p. 818; ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 1156, 1175, 1176, 1179, 1184;

* Beneventum (Benevento): ludi gladiatorî, Tac., Ann., xv, 34; C.I.L., ix, 1540, 1666, 1671, 1703, 1705; AE, 1899, 207;

Canusium (Canosa): Nissen, ii, p. 56; R. Pagenstecher, Apulien, Lipsia 1914, p. 73 ss.; ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 326 I.L.S., 3316; C.I.L., ix, 327 = I.L.S., 3589; cfr. C.I.L., ix, 4627;

* Compsa (Conza): ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 981;

* Herdoniae (Ordona): "curator muneris", C.I.L., ix, 680;

Larinum (Larino): Nissen, ii, p. 784;

Luceria (Lucera): Nissen, ii, p. 843; R. Bartoccini, in Iapigia, vii, 1936, p. 11 ss.; in Palladio, iv, 1940, p. 287 ss.; Arch. Anz., 1937, col. 440 s.; anfiteatro, AE, 1937, 64 = 1938, 110; "curator muneris", C.I.L., IX, 804; cfr. 8o8 = I.L.S., 5381;

Lupiae (Lecce): R. Pagenstecher, Op. cit., p. 164; in Palladio, 1, c.; Arch. Anz., 1938, col. 722 s.; anfiteatro, C.I.L., ix, 21;

Tarentum (Taranto): Nissen, ii, p. 874;

Venusia (Venosa); G. Pesce, in Not. Sc., 1936, p. 450 ss.; Arch. Anz., 1937, col. 447; "curator muneris", C.I.L., ix, 447; famiglia gladiatoria, C.I.L., ix, 465, 466 = I.LS., 5083, 5083 a.

Regio III (Lucania)

Atina (Atena Lucana): Nissen, ii, p. 903 s.;

Grumentum (Grumento Nova, Saponara): Nissen, ii, p. 910; G. Patroni, in Not. Sc., 1897, p. 180; "curator muneris", C.I.L., x, 226 = I.L.S., 645 I; "munerarius" e famiglia gladiatoria, C.I.L., x, 228;

Paestum: Nissen, ii, p. 894; Roma, viii, 1930, p. 85; "summa rudis", AE, 1935, 27.

Regio IV (Samnium e Sabina)

Alba Fucens: C. Promis, Alba Fucense, p. 243 ss.; Nissen, ii, p. 59; Fasti Arch., v, 4139 (con iscrizioni relative a ludi gladiatorî e venatio: cfr. AE, 1951, 19);

Aminternum (S. Vittorino): Nissen, ii, p. 470; R. Delbrück, in Röm. Mitt., xviii, 1903, p. 154; ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 4208;

* Bovianum Undecimanorum (Boiano): ludi gladiatorî, G.I.L., ix, 2565 = I.L.S., 5017;

* Cures: ludi, C.I.L., ix, 4976;

* Fidenae: Tac., Ann., iv, 62 s.; Suet., Tib., 40; id., Cal., 31; Oros., vii, 4,11;

* Interpromium (S. Valentino di Casoria): anfiteatro, C.I.L., ix, 3044 = I.L.S., 2689;

Marrovium (S. Benedetto dei Marsi): Nissen, ii, p. 456; ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 3692;

* Peltuinum (Ansedonia): ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 3437 = I.L.S., 5063;

Reate (Rieti): C. Promis, Città di Luni, p. 225;

* Superaequum (Castel Vecchio Subequo): venatio, C.I.L., ix, 3314 = I.L.S., 5056;

Tibur (Tivoli): C. Promis, Città di Luni, p. 225; C. Carducci, Tibur, Roma 1940, p. 32; D. Faccenna, in Not. Sc., 1948, p. 273 ss.; cfr. C.I.L., xiv, 4259 = I.L.S., 5630; ludi gladiatorî e venatio, C.I.L., xiv, 3663 = I.L.S., 6234;

Trebula Mutuesca (Monteleone): Nissen, ii, p. 478.

Regio V (Picenum)

Ancona: Nissen, ii, p. 417; M. Moretti, in Dioniso, vi, 1937-38, p. 155 ss.; Arch. Anz., 1938, p. 653; famiglia di gladiatori, C.I.L., ix, 5906 = I.L.S., 5128;

Asculum (Ascoli Piceno): Nissen, ii, p. 428;

* Auximum (Osimo): ludi gladiatorî, C.I.L., ix, 5854 = I.L.S., 5064; C.I.L., ix, 5855;

* Cupra Maritima (Cupramarittima): ludi gladiatorî, AE, 1949, 79;

Falerio (Fallerone): Nissen, ii, p. 423;

Firmum (Fermo): G. Deminicis, in Ann. d. Istituto, 1846, p. 54; 1858, p. 127; cfr. C.I.L., ix, 5353;

* Hadria (Atri): "curator muneris", C.I.L., ix, 5016;

Interamnia (Teramo); Nissen, ii, p. 431; Not. Sc., 1903, p. 54 ss.; E. Galli, in Dioniso, vi, 1937-38, p. 231 s.; id., in Not. Sc., 1939, p. 335 ss.; Arch. Anz., 1937, col. 380; 1941, col. 459;

Ricina (Macerata): Nissen, ii, p. 420;

Urbes Salvia (Urbisaglia): Nissen, ii, p. 422; R. U. Inglieri, in Not. Sc., 1938, p. 127 ss.

Regio VI (Umbria)

* Asisium (Assisi): C.I.L., vi, p. xxvii (?);

Carsulae (Carsoli): Nissen, ii, p. 398; ludi gladiatorî e venatio, I.L.S., 1901;

* Fulginium (Foligno): Nissen, ii, p. 401;

Hispellum (Spello): Nissen, ii, p. 396; cfr. C.I.L., xi, 5265 = I.L.S., 705;

Intramna Nahars (Terni): Nissen, ii, p. 405;

Mevania (Bevagna): Nissen, ii, p. 397;

Ocriculum (Otricoli): Nissen, ii, p. 407;

* Pisarum (Pesaro): ludi gladiatorî, C.I.L., xi, 6357 = I.L.S., 5057;

Spoletium (Spoleto): Nissen, ii, p. 404; C. Pietrangeli, Spoletium, Roma 1939, p. 60 ss.; Procop., Bell. Goth., iii, 23,3;

* Teate (Chieti): anfiteatro, C.I.L., ix, 3044 I.L.S., 2689; "curator muneris", C.I.L., ix, 3025.

Regio VII (Etruria)

Arretium (Arezzo): Nissen, ii, p. 317; Dennis, cap. lix; L. Pernier, in Not. Sc., 1915, p. 316 ss.; Arch. Anz., 1921, col. 92; Aretini, in Atti e mem. Accad. Petrarca, xi, 1931, p. 301 ss.; Pacini, ivi, xx-xxi, 1936, p. 152 SS.; F. Carpanelli, in Not. Sc., iv, 1950, p. 227 ss.;

Falerii (S. Maria di Falleri): A. Michaelis, in Arch. Anz., 1862, p. 343 ss.; Nissen, ii, p. 365; cfr. C.I.L., xi, 3112 e 3139;

Florentia (Firenze): Nissen, ii, p. 296; G. Maetzke, Florentia, Roma 1941, p. 61 ss.;

Luca (Lucca): Nissen, ii, p. 288; anfiteatro, C.I.L., xi, 1527; G. Bondoli, in Atti Accad. sc. e arti di Lucca, 1, p. 5 (estr.);

* Lucus Feroniae (Civitucola): anfiteatro, C.I.L., xi, 3938 I.L.S., 6589;

Luna (Luni): Nissen, ii, p. 284; C. Promis, Città di Luni, cit., p. 62 ss.; U. Mazzini, in Mem. Accad. Scienze Torino, lxv, 1909; L. Banti, Luni, Firenze 1937, p. 65;

Sutrium (Sutri): Nissen, ii, p. 356; Dennis, cap. V; P. C. Sestrieri, in Palladio, iii, 1939, p. 241 ss.; Arch. Anz., 1941, col. 428 s.;

Volaterrae (Volterra): Nissen, ii, p. 302; Dennis, cap. xliv (?);

Volsinii (Bolsena): Nissen, ii, p. 339; Not. Sc., 1906, p. 78 ss.

Regio VIII (Aemilia)

Ariminum (Rimini): Nissen ii, p. 250; Boll. d'Arte, ii, 1908, p. 94 ss. e xx, 1926, p. 93 s.; G. A. Mansuelli, Ariminum, Roma 1941, p. 87 ss.; iscrizioni su sedili, C.I.L., XI, 432;

* Bononia (Bologna): Tac., Hist., ii, 67, 71; cfr. Mart., iii, 59; S. Aurigemma, in Historia, vi, 1932, p. 558 ss.;

* Claterna (Ozzano): ludi, C.I.L., xi, 683 add.;

* Forum Cornelii (Imola): Aurigemma, art. cit.; id., in Boll. Assoc. studî medit., 1, 1930, p. 22; Arch. Anz., 1929, col. 69 e 1930, col. 327;

* Forum Popilii (Forlimpopoli): "munerarius ", C.I.L., xo, 575 = I.L.S., 8206; cfr. Not. Sc., 1940, pp. 12 e 103;

* Mutina (Modena): Corradi-Cervi, in Atti Deput. st. patria Emilia e Romagna, v, 1941, p. 133 ss.;

Parma: Nissen, ii, p. 268; cfr. Agath., 1, 14; reziario, C.I.L., xi, 1070 I.L.S., 5118;

* Placentia (Piacenza): Aurigemma, art. cit.;

Velleia: G. Mariotti, in Not. Sc., 1877, tav. v; G. Monaco, Velleia, La Spezia 1936.

Regio IX (Liguria)

Albincaunum (Albenga): N. Lamboglia, Liguria rom., 1, Roma 1939, p. 142 s.;

Augusta Bagiennorum (Benevagienna): Nissen, ii, p. 155; Not. Sc., 1898, p. 299 s.; G. Assandria - G. Vacchetta, in Atti Soc. piem. archol., x, 1921, fasc. 2;

Libarna (Serravalle Scrivia): M. Moretti, in Not. Sc., 1914, p. 133 ss.; P. Barocelli, ivi, 1922, p. 362 ss.; Arch. Anz., 1926, col. 13 s.; Le arti, 1, 1938-39, p. 422; Not. Sc., 1938, p. 317 s., 1941, p. 29 ss.; Lamboglia, op. cit., 1, p. 255 s.; Arch. Anz., 1940, col. 381 s.; Fasti Arch., V, 4248;

Pollentia (Pollenzo): Nissen, ii, p. 155.

Regio X (Venetia)

Aquileia: Führer durch das K. K. Staatsmuseum in Aquileia, Vienna 1910, p. 96; Fasti Arch. ii, 2621;

* Atria (Adria): R. Schöne, Antichità del Museo Bocchi di Adria, p. 3 (?);

* Ateste (Este): ludi gladiatorî, C.I.L., v, 2529; famiglia venatoria, C.I.L., v, 2541;

* Brixia (Brescia): anfiteatro, C.I.L., v, 3292 = I.L.S., 5641; "munerarius", C.I.L., v, 4399 I.L.S., 6702; gladiatori, C.I.L., v, 4502, 4506, 4511; I.L.S., 9343;

* Cremona: Tac., Hist., ii, 67; "munerarius", C.I.L., v, 4399;

Patavium (Padova): Not. Sc., 1881, p. 225 ss.; gladiatori, C.I.L., v, 2884 = I.L.S., 5107;

Pola: A. Gnirs, Führer durch P., Vienna 1915, p. 33 ss.; Oesterr. Jahresh., xviii, 1915, Beiblatt, col. 163 ss.; G. Calza, Pola, Roma 1920; M. Mirabella Roberti, L'arena di P., Pola 1939; iscrizioni su sedili, C.I.L., v, 86;

* Tergeste (Trieste): famiglia di gladiatori, C.I.L., v, 563 = I.L.S., 5123;

Verona: S. Maffei, Degli anfiteatri e singolarmente del Veronese, Verona 1728; altra bibl. in A. Mau-E. v. Mercklin, Katalog d. Bibliothek d. deutschen archäol. Inst., 1, Roma 1913, p. 570 ss.; cfr. C.I.L., v, 3456; ludi gladiatorî e venatio, Plin., Epist., vi, 34; gladiatori, C.I.L., v, 3459, 3465 = I.L.S., 5117; C.I.L., v, 3466 = I.L.S., 5121; C.I.L., v, 3467, 3468 = I.L.S., 5122; C.I.L., v, 3471.

Regio XI (Transpadana)

Augusta Praetoria (Aosta): C. Promis, Antichità di Aosta, p. 168 ss.; Nissen, ii, p. 172; "munerarius", C.I.L., v, 6842;

Augusta Taurinorum (Torino): C. Promis, Storia dell'ant. Torino, p. 188 s.;

* Bergomum (Bergamo): ludi gladiatorî, C.I.L., v, 5124 = I.L.S., 5092;

Mediolanum (Milano): "secutor", C.I.L., v, 5933 I.L.S., 5115; cfr. A. Calderini, in Rend. Ist. Lombardo, lxii, 1931, p. 823 ss.; id., L'a. romano, Milano 1940; Arch. Anz., 1940, col. 369 s.;

* Ticinum (Pavia): Anon. Vales., 71; cfr. C.I.L., v, 6418; "curator muneris", I.L.S., 6742;

Vercellae (Vercelli): Arch. Anz., 1931, col. 360 (?).

SICILIA

Catana (Catania): Serradifalco, iv, p. ss.; G. Garruccio, Sulla origine e sulla costruz. dell'a. di Catania, Napoli 1854; Holm, ii, p. 237; Fasti Arch., v, 4204; cfr. Cassiod., Var., iii, 49;

* Panormus (Palermo): "munerarius", C.I.L., x, 7295 I.L.S., 5055; "secutor", C.I.L., x, 7297 I.L.S., 5113;

Syracusae (Siracusa): Serradifalco, iv, pp. 108 ss., 128 ss.; Fasti Arch., iii, 3388; cfr. C.I.L., x, 7130; ludi gladiatorî, Val. Max., 1, 7, 8; Tac., Ann., xiii, 49;

Termae Himereae (Termini Imerese): Serradifalco, v, tav. 44; Holm, iii, p. 252; un Traex, C.I.L., x, 7364 I.L.S., 5093.

SARDINIA

Caralis (Cagliari): E. L. Tocco, in Bull. d. Inst., 1867, p. 121 s.; H. v. Maltzan, Reise auf der Insel Sardinien, Lipsia 1869, p. 72 ss.; A. Taramelli, in Sardegna rom., i, Roma 1939, p. 13; cfr. C.I.L., x, 7608, 7610 (iscrizioni su sedili);

Forum Traiani (Fordongianus): L. Friedländer, Sittengesch., iv, p. 217.

AFRICA

Acholla (Botria): Guérin, i, p. 162 s.; G. Wilmanns, in C.I.L., viii, p. ii s.;

Carpi (Mraissa): Guérin, ii, p. 214 s.;

Carthago (Cartagine): Cabrol-Leclercq, Dict. d'archéol. chrét., ii, 2, col. 2277 sgg.; A. L. Delattre, L'a. de Carthage et le pélérinage de Sainte Perpétue, Lione 1913; R. Cagnat, Carthage, Timgad, Tébessa, Parigi 1927, p. 29 ss.; anfiteatro e ludi, AE, 1910, 78 = I.L.S., 9406; AE, 1928, 24; cfr. Augustin., Epist. ad Marcell., 138: "Apuleius .... ut munera ederet venatoresque vestiret"; cfr. Meyer, Anth. Lat., ii, pp. 149, 380; iscrizioni su sedili, C.I.L., viii, 24550, 4551, 24659-61;

* Chisiduo: "munerarius", C.I.L., viii, 1270 = I.L.S., 6831;

Gebel Moraba: G.-G. Lapeyre, in Rev. Tunis., 1934, p. 406;

El-Gem: v. Thysdrus;

Hadrumentum (Sousse): Guérin, i, p. 108; "secutor", C.I.L., viii, 22918;

* Hippo Regius (Ippona): ludi gladiatorî, C.I.L., viii, 5276, 5232;

Leptis Magna: Nouv. Archives des Miss. Scient., x, 1903, p. 267; ludi, C.I.L., viii, 22672 = I.L.S., 9408;

Leptis Minus (Lemta): Guérin, 1, p. 127;

Mactaris (Mactar): Guérin, 1, p. 409;

* Madauros (Mdaurush): "munidator", C.I.L., viii, 4681;

* Oea (Tripoli): ludi gladiatorî, Apul., Apol., 98; "curator muneris", C.I.L., viii, 24;

Pupput (Suk el-Abiod): Guérin, ii, p. 262;

Sabratha: Nouv. Archives des Miss. Scient., xii, 1904, p. 9; R. Bartoccini, Notizie stor. arch. su S., Tripoli 1925; Arch. Anz., 1926, col. 200 s.; ludi gladiatorî, AE, 1925, 103;

Seressi: Guérin, ii, p. 356;

Simitthu (Shemtu): L. Carton, in Bull. arch., 1908, p. 431;

Sufetula (Sbeitla): Guérin, 1, p. 383; A. Merlin, Forum et églises de S., Parigi 1912, p. 23; cfr. C.I.L., viii, 11347;

Thaenae (Thina): Bull. arch., 1908, p. 26;

Thapsus (Rasa Dimasse): Guérin, 1, p. 130;

Theveste (Tébessa): Gsell, 1, p. 203; ludi, C.I.L., viii, 1887, 1888 I.L.S., 6838; C.I.L., viii, 16656 = I.L.S., 6839;

Thibari: G.-G. Lapeyre, in Rev. Afr., lxxxi, 1937, p. 395 ss.;

Thuburbo Maius (Henshir Kasbat): Guérin, ii, p. 370 s.;

Thuburbo Minus (Teburba): Guérin, ii, p. 188; Bull. arch., 1897, p. 291;

Thysdrus (el-Gem): L. Coste, in Monum. d. Inst., v, tavv. 43-44; id., in Ann. d. Inst., 1852, p. 241 ss.; Guérin, 1, p. 91 ss.; Bull. arch., 1910, p. clxxxv ss.; Bull. de Sousse, 1911, p. 104; Arch. Anz., 1912, p. 392;

Uthina (Udna): Guérin, ii, p. 182 s.;

Utica: Guérin, ii, p. 6 s.;

* Vaga (Bagia): "curator muneris", C.I.L., viii, 1225;

Vina (Henshir Mden); Guérin, ii, p. 265.

NUMIDIA

Cirta (Constantine): Gsell, 1, p. 200, 1; anfiteatro, C.I.L., viii, 6995 = I.L.S., 411;

* Cuicul (Gemila): ludi, C.I.L., viii, 8324;

Gemellae (Urellal): I. Baradez, Comptes-rendus Acad. Inscr., 1948, p. 390 ss.; Fasti Arch., v, 4494;

Lambaesis (Lambesi): Gsell, i, p. 202; Fasti Arch., 1, 2067; cfr. C.I.L., viii, 3293 = I.L.S., 6845; C.I.L.; viii, 3294 = I.L.S., 56o5; C.I.L., viii, 3516;

* Mesarfelta(?): anfiteatro, C.I.L., viii, 2488;

Rusicade (Philippeville): Gsell, 1, p. 201; ludi gladiatorî e venationes, C.I.L., viii, 7969 = I.L.S., 399; cfr. C.I.L., viii, 7983.

MAURETANIA

Caesarea (Cherchel): A. Ravoisié, Explor. scient. de l'Algérie, iii, Parigi 1846, tav. 29 s.; Gsell, 1, p. 203;

* Sitifis (Sétif): C.I.L., viii, 8482; cfr. C.I.L., viii, 8507; AE, 1928, 39 = 1949, 258;

Tipasa: Gsell, 1, p. 203 s.; id., in Mél. École franç., xiv, 1894, p. 334 s.; Fasti Arch., iii, 3512; v, 4544; L. Leschi, Tipasa, Algeri 1952, p. 31.

HISPANIA TARRACONENSIS

* Aquae Flaviae: ludi gladiatorî, C.I.L., ii, 2473;

Tarraco (Tarragona): A. Laborde, Voyage pittoresque de l'Espagne, 1, Parigi 1806, tav. 52 ss.; J. Puig y Cadafalch e altri, L'arquitectura rom. a Catalunya, 1, 1909, p. 108 ss.; Bull. arqueol., 1929, p. 241; 1934, p. 421 ss.

HISPANIA BAETICA

Carmo (Carmona): Bol. Acad. Historia, x, 1887, p. 174; ludi, G.I.L., 1380;

* Corduba (Cordova): ludi gladiatorî, C.I.L., ii, 5523 = I.L.S., 5079;

* Gades (Cadice): Cic., Fam., x, 32; "oplomachus", C.I.L., ii, 1739 = I.L.S., 5098;

* Hasta (Mesas de Hasta): C.I.L., ii, 1305 (?);

Italica: Demetrio de los Ríos, Mem. arqueológico-descriptiva de l'a. de Itálica, Madrid 1861; A. Pariadé, in Junta Sup. Excav., ii, 1920-21, p. 1 ss.; vii, 1921-22, p. 1 ss.; García Naranjo, El a. rom. de Italica, Siviglia 1938; cfr. C.I.L., ii, 5102-16 (iscrizioni su sedili);

Ucubis (Espejo): Arch. Anz., 1922, col. 51;

* Urso (Osuna): lex Iuliae Goioniae Genitivae, C.I.L., ii, 5439 a: "eisque pontificibus auguribusque ludos gladiatoresque... spectare ius potestasque esto".

HISPANIA LUSITANA

* Balsa: "barcaruin certamen", C.I.L., ii, 13 = I.L.S., 5069;

Emerita Augusta (Mérida): I. Puig y Cadafalch, op. cit., p. 107; Arch. Anz., 1914, p. 376 s.; J. R. Mélida, in Junta Sup. Excav., ii, 1919, p. 1 ss.; iv, 1920-21, p. 1 ss.; Arch. Anz., 1922, col. 52; reziario, C.I.L., ii, 499.

GALLIA NARBONENSIS, ALPES

Apta Iulia (Apt): E.-C. Martin. Antiquités et inscr. des villes de Die, d'Orange, de Vaison, d'Apt et de Carpentras, Orange 1818, p. 85;

* Aquae Sextiae (Aix-en-Provence): "aedilis munerarius", C.I.L., xii, 522;

Arausio (Orange): L. Chatelain, Monuments d'Orange, Parigi 1908, p. 117 ss.; gladiatori, C.I.L., xii, 5836 I.L.S., 5102; C.I.L., xii, 5837;

Arelate (Arles): F. Estrangin, L'a. rom. à Arles, Marsiglia 1836; id., Études arch. sur Arles, Aix 1838; L. Jacquemin, Monographie de l'a. d'Arles, Arles 1845; Caumont, p. 336 ss.; cfr. C.I.L., xii, 697; famiglia gladiatoria, C.I.L., xii, 727; reziari, AE, 1946, 162; iscrizioni su sedili, C.I.L., xii, 714;

Baeterrae (Béziers): Caumont, p. 357;

Cemenelum (Cimiez): Deycks, in Bonner Jahrb., xxxiii, 1863, p. 33 s.; Nissen, ii, p. 137; Lamboglia, Liguria rom., cit., 1, p. 54 ss.; P.-M. Duval, in Gallia, iv, 1946, p.77 ss.;

Dea Vocontiorum (Die): Martin, op. cit., p. 17; "curatores muneruln", C.I.L., xii, 1529, 1585; "collegium venatoruni Deensium", C.I.L., xii, 1590 = I.L.S., 5148; "secutor", C.I.L., xii, 1596;

Forum Iulii (Fréjus): Ch. Texier, Mém. sur la ville de F., Parigi 1849, pp. 192 s.; 212 Ss.; Caumont, p. 350 ss.; C. Jullian, Fréjus romaine, Parigi 1886; A. Héron de Villefosse, in Bull. Antiq. France, 1904, p. 107 s.; Bull. Antiq. France, 1933, p. 137 s.;

* Narbo (Narbonne): Milin, iv, p. 392 s.; ma Sidon. Apoll., Carm., xxiii fra gli edifici di N. non menziona l'esistenza di un a.; lotte di gladiatori e venationes su rilievi ludi gladiatorî, AE, 1908, 185; reziario, ivi, 1901, 36; "summa rudis", ivi 1939, 47;

Nemausus (Nimes): A. Pelet, Description de l'a. de N., Ninies 1853; Caumont, p. 334 ss.; H. Révoil, in Mém. lus à la Sorbonne, 1866, p. 163 ss.; F. Durand, Les arènes de Nîmes, Nîmes 1912; id., Les monuments antiques de N., ivi 1925, p. 33 ss.; E. Espérandieu, L'a. de N., ivi 1933; cfr. C.I.L., xii, 3315; gladiatori, C.I.L., xii, 3323 = I.L.S., 5095; C.I.L., xii, 3324 = I.L.S., 5096; C.I.L., xii, 3325 = I.L.S., 5101; C.I.L., xii, 3326, 3327 = I.L.S., 5120; C.I.L., xii, 3328-3331, 3332 = I.L.S., 5087; iscrizioni su sedili, C.I.L., xii, 3316 = I.L.S., 5656; C.I.L., xii, 3317-3332; cfr. C.I.L., xii, 3290;

Octodurus(Martigny): Arch. Anz., 1913, p. 306; Jahresb. d. Schweiz. Ges. f. Erhalt. hist. Kunstdenkm., 1912-1913, p. 37 s.;

Segusio (Susa): Boll. Soc. piemont. arch. e belle arti, xii, 1928, p. 93; Arch. Anz., 1929, col. 66; 1931, col. 628 s.; P. Barocelli, in Not. Sc., 1932, p. 3 ss.;

Tolosa: Millin, iv, p. 455; Stark, pp. 187, 605; Caumont, p. 359;

* Vasio (Vaison-la-Romaine): Millin, iv, p. 140 (?);

* Vienna (Vienne): C.I.L., xii, 1904 = I.L.S., 3400; un Thraex, C.I.L., xii, 1905.

GALLIA LUGDUNENSIS

Agedincum Senonum (Sens): Lallier, in Bull. Soc. de Sens, ii, 1851, p. 70 ss.;

Augustodunum (Autun): De Fontenay, Autun et ses monum., Autun 1889; p. 190 ss.;

Autessiodurum (Auxerre): Leblanc-Davau, Recherches sur Aurerre2, p. 51;

Caesarodunum Turonum (Tours): Mem. Soc. arch. Touraine, v, 1855, p. 237 ss.; J. Boussard, in Rev. Èt. Anc., 1948, p. 319 ss.;

Cenabum o Genabum (Orléans): Ch. F. Vergniaud-Romagnesi, Hist. d'Orléans, ii, p. 178;

Iuliomagus (Angers): C.I.L., xiii, p. 479; A. Blanchet, in Congrès arch. de France, lxxix, 1912, ii, p. 56;

Lugdunum (Lione): H. Bazin, in Rev. Arch., 1887, ii, p. 35 ss.; A. Lafon, L'amphithéâtre de Fourviére, Lione 1896; un altro anfiteatro, Martin-Daussigny, in Gongrés arch. de France, xxix, 1862, p. 418 ss.; A. Allmer-P. Dissard, Musée de Lyon, I, Lione 1888, p. 31 ss.; O. Hirschfeld, Kl. Schr., p. 146; H. Bazin, in Bull. arch., 1891, pp. 361 s. e 375 s.; Ph. Fabia, in Jour. sav., 1920, p. 160 ss.; P. Wuilleumier, in Ann. École hautes études ‛de Gand, 1, 1937, p. 127 ss.; iscrizioni, C.I.L., xiii, 1667; ludi gladiatorî e venationes, Cass. Dio, lxv, 1, 3; Tac., Hist., ii, 61 (69 e 70 d. C.); Euseb., Hist. Eccl., v, 1, 1; gladiatori, C.I.L., xiii, 1997 e 1749;

Suindinum: C.I.L., xiii, p. 508.

AQUITANIA

Aginnum (Agen): Caumont, p. 359;

Augustoritum Lemovicum (Limoges): Caumont, pagina 347 s., e Cours d'antiquités, iii, p. 477 ss.;

Avaricum Biturigum (Bourges): Chénon, in Mém. Ant. France, lxv, 1904-05, p. 17 ss.; gladiatori, C.I.L., xiii, 1199, 1200;

Burdigala (Bordeaux): Millin, iv, p. 623; Stark, pagina 228 s.; Caumont, p. 399 ss.; J. A. Brutails, in Rev. Ét. Anc., xv, 1913, p. 285 ss.; Mél. Écol. franç., xiv, 1894, p. 479;

Divona (Cahors): Valesius, Not. Gall., p. iii; Volhmann, Neueste Reisen durch Frankreich, ii, p. 482;

Limonum Pictonum (Poitiers): Millin, iv, p. 712; Stark, p. 251; Caumont, p. 348, e Cours d'antiquités, iii, p. 484 ss.; A. Blanchet, in Congrès arch. de France, lxxix, 1912, ii, p. 104 s.;

Lugdunum Convenarum (Saint-Bertrand-de-Comminges): Caumont, p. 359;

Mediolam Santonum (Saintes): Millin, ii, p. 679; Caumont, p. 348 s., e Cours d'antiquités, iii, p. 486 ss.; Ch. Dangibeaud, in Bull. arch., 1907, .p. 207, e in Rev. Et. Anc., xiv, 1912, p. 417 s.; id., in Bull. arch., 1934-35, p. 236;

Segodonum (Rodez): Caumont, p. 357;

Vesunna Petrucoriorum (Périgueux): W. de Taillefer, Antiquités de Vésone, Périgueux 1821; Caumont, p. 343 ss., e Cours d'antiquités, iii, p. 480 ss.; C.I.L., xiii, p. 122; anfiteatro, AE, 1910, 123 e 158.

GALLIA BELGICA

Augusta Treverorum (Treviri): F. Hettner, in Westd. Zeitschr., x, 1891, p. 209 ss.; E. Krüger, in Röm.-Germ. Korrbl., ii, 1909, p. 81 ss.; id., Die Trierer Römerbauten, Treviri 1909, p. 6 ss.; iscrizioni, C.I.L., xiii, 3708; "arenani", C.I.L., xiii, 3641 = I.L.S., 7059;

Augustomagus Silvanectum (Senlis): L. Magne, in Mém. lus a la Sorbonne, 1866, p. 155 ss.; A. de Caix de Saint-Aymour, in Congrès arch. de France, xliv, 1878, p. 69 ss.; G. Mathérat, in Comptes-rendus de la Soc. d'hist. et d'arch. de Senlis, 1946-47, p. 9 ss.; id., in Bull. Antiq. France, 1945-47, p. 187 s.;

Bononia o Gesoriacum (Boulogne): C.I.L., xiii, p. 561;

Divodurum Mediomatricorum (Metz): 2 anfiteatri, M. Toussaint, Metz à l'époque romaine, Metz 1948;

Durocortorum (Reims): C.I.L., xiii, p. 522, 4.

In Gallia principalinente si ebbero anche dei cosiddetti "semi-anfiteatri" o "teatri misti": edifici cioè che univano in sé le caratteristiche del teatro e dell'a. (semicavea con arena, su cui si poteva innalzare la scena; oppure tre quarti di cavea con arena) e servivano tanto a rappresentazioni teatrali che a spettacoli propri dell'a.:

Alauna (Valognes): Caumont p. 316 s.; Fr. Wieseler, Theatergebäude, p. 109;

Aquae Neri (Néris-les-Bains): Caumont, p. 321;

Aregenua (Vieux): Caumont, p. 319 s.;

Augusta Raurica (Augst): Fr. Frey, Führer durch die Ruinen von A. R., Liestal 1907, p. 33 ss.;

Chenevrière: M. Jollois, in Mém. sur les antiq. du dép. du Loiret, 1836, p. 1 ss.; Caumont, p. 325 s.;

Drévant: G. Mallard, in Bull. arch., 1906, p. 43 ss.; Caumont, p. 316 s.;

Gennes: Caumont, p. 322;

Grannus (Grand): M. Jollois, Antiq. de G., 1823; id., Antiq. du dép. des Vosges, 1843;

Iuliobona (Lillebonne): R. Lantier, in Rev. Arch., 1913, 1, p. 197 ss.; Caumont, p. 312 ss.; Fr. Wieseler, op. cit., p. 21 ss.;

Luteria Parisiorum (Parigi): Ch. Normand, Les arènes de Lutèce, Parigi, s. a.; F.-G. De Pachtère, Paris à l'époque gallo-romaine, ivi 1912, p. 76 ss.; iscrizioni su sedili, C.I.L., xiii, 3035; Fasti Arch., v, 1952, 5034;

Sanxay: Trierer Jahresh., iii, 1910, p. 63.

GERMANIA SUPERIOR

Aventicum (Avenches): K. Bursian, in Mitt. Antiq. Ges. Zürich, xvi, 1, 1, p. 20 ss.; E. Secretan, Aventicum, Losanna 1905, p. 47 ss.; W. Cart, in Bull. de l'Assoc. Pro Aventico, xii, 1914, p. 11 ss., e in Anz. f. schweiz. Altert., xvi, 1914, p. 12 ss.; L. Bosset, Jahrb. d. Schweiz. Ges. f. Urgesch., 1948, p. 63 ss.;

Epamanduodurum (Mandeure;): C.I.L., xiii, 2, p. 76 (o teatro?);

Mogontiacum (Magonza): E. Neeb, in Mainzer Ztschr., xiv, 1919, p. 34 ss.; gladiatore, AE, 1926, 130;

Vesontio (Besançon): A. Castan, in Mém. Soc. Émul. du Doubs, 5a s., x, 1885, p. 110 ss.; L. Lerat, in Gallia, vi, 1948, p. 229 s.;

Vindonissa (Windisch): O. Hauser, Das Amphitheater von V., Stäàfa 1898; S. Heuberger-Fels, Das röm. Amphitheater von V.2, Brugg 1907; cfr. Wochenschr. f. klass. Philol., 1919, pp. 603 e 608; H. Herzig, in Jahresb. d. Ges. Pro V., 1948-49, p. 63.

GERMANIA INFERIOR

* Colonia Agrippina (Colonia): J. Klinkenberg, Röm. Köln, p. 225; "vivarium", C.I.L., xii, 8174; cfr. 8172, 8175, 12048; mosaici di gladiatori;

Vetera (Xanten): 2 anfiteatri di legno, H. Lehner, in Bonn. Jahrb., cxix, 1910, p. 258 ss.; di pietra, J. Steiner, ivi, cxiv-cxv, 1906, p. 447 ss.; orsario, C.I.L., xiii, 8639; K. Heidenreich, in Bonn. Jahrb., cxlv, 1940, p. 33 ss.

BRITANNIA

Calleva Atrebatum (Silchester): Arch. Anz., 1909, p. 249, e 1911, p. 307; Collingwood, p. 105 s.;

Chichester (Regnum?): G. M. White, in Antiq. Journ., xvi, 1936, p. 149 ss.;

Durnovaria (Dorchester); Stakeley, Of the Amphitheatre at Dorchester, Londra 1723; J. Ward, p. 229; Collingwood, p. 104 ss.;

Durocornovium (Cirencester): J. Buckman-C. H. Newmarch, Remains of Roman Art in Cirencester, Londra 1850, p. 12; Collingwood, p. 105 s.;

Isca Silurum (Caerlon): Arch. Anz., 1909, p. 246; J. Ward, p. 228 s.; Wheeler, in Archaeologia, lxxviii, 1928, p. iii ss.; Archaeologia Cambrensis, lxxxiii, 1928, p. 1 ss.; Collingwood, p. 104;

Isurium (Aldborough): Collingwood, p. 105 s.;

Rutupiae (Richborough): J. Ward, p. 228; Collingwood, p. 105 s.;

Venta Silurum (Caerwent): Archaeologia, lix, 1, 1904, p. 104 s.; Arch. Anz., 1911, p. 299 s.

Tracce di a. anche a Charterhouse on Mendip, Tomen-y-Mur e Woodcuts: Callingwood, p. 105 s.

VINDELICIA

Augusta Vindelicum (Augsburg): mosaici di gladiatori.

NORICUM

Flavia SXolva: W. Schmid, in Oesterr. Jahresh., xix-xx, 1919, Beiblatt, col. 147; stele con raffigurazione di gladiatore, ivi, xxxvi, 1946, Beiblatt, col. 5 ss.

PANNONIA SUPERIOR

Brigetio: W. Kubitschek, in Sitzungsber. Akad. Wiss. Wien, Phil.-hist. Kl., ccix, 1931, 1, p. 134; G. Libertini, in Dioniso, x, 1947, p. 105; statuette di gladiatori, St. Paulovics, in Laur. Aquinc., ii, 1943;

Carnutum (Petronell): 2 anfiteatri: originario a. di legno ricostruito poi in pietra, Arch.-epigr. Mitt., xii, 1888, p. 151 ss.; xiv, 1891, p. 162 ss.; xx, 1897, p. 205 ss.; Röm. Limes in Osterreich, x, 1909, p. 65 ss.; Kubitschek, l. c., pp. 134 s., 265 ss., 272 ss.; F. Miltner, Das zweite Amphitheater von C.5, Vienna 1949; H. Vetters, in Unsere Heimat, xx, 1949, p. 52 ss.; iscrizione su sedili, C.I.L., iii, 11253; cfr. per la costruzione C.I.L., iii, 14359/2;

Savaria: F. Fettich, in Jahrb. d. Ungar. Arch. Ges., 1, 1923, p. 58 ss.;

Scarbantia (Soprom): M. Stormo, in Soproni Zemble, 1941, p. 201 ss.; Libertini, in Dioniso, x, 1947, p. 105 ss.; "magister ludorum", in Arch. Ertesitö; xxxi, 1911, p. 366.

PANNONIA INFERIOR

Aquincum (Budapest): 2 anfiteatri: Ungar. Revue, 1, 1881, p. 464 ss.; Arch-epigr. Mitt., ciii, 1884, tav. iv, e ix, 1885, p. 233 ss.; K. Torma, Amphitheatri Aquincensis pars septentrionalis, Budapest 1881; V. Kuzsinsky, Die Ausgrabungen zu Aquincum 1879-1891, ivi 1892, p. 24 ss.; id., in Budapest Régiségei, iii, 1891, p. 91 ss.; id., in Budapest Müemlékei, 1925, p. 25 ss.; id., Führer durch Aquincum, Budapest 1924; id., Aquincum, Ausgrabungen u. Funde, ivi 1934, p. 31 ss.; Kubitschek, l. c., pp. 134, 256; T. Nangy, in Gorvina, iv, 1941, n. 12 (estr.); L. Nagy, in Budapest története, ii, p. 565 ss.; Studien aus den Vergangenheit der Stadt Budapest, viii, 1941; Budapest Régiségei, xiii, 1943, pp. 339 ss., 528 ss.; Libertini, in Dioniso, x, 1947, p. 102 s.; iscrizioni su sedili, Arch.-epigr. Mitt., vii, 1883, p. 97 s.; C.I.L., iii, 10493 e 10494;

* Sirmium: gladiatore, Acta SS., Octobr. iv, 87 ss.

DACIA

* Drobeta (Turnu Severin): dai rilievi della colonna Traiana: C. Cichorius, Reliefs der Trajanssäule, Berlino 1896-1900, tavv. xxv e lxxii; id., Trajans dakische Kriege, 1, p. 36 s.; ii, pp. 37 s.; 155 s., iii, p. 143 ss.;

Porolissum (Moigrad): Libertini, in Dioniso, x, 1947, p. 105; anfiteatro, C.I.L., iii, 836;

Sarmizegetusa: Mitt. d. Zentralkomm., 1873; J. Jung, Romanische Landschaften, Innsbruck 1881, p. 386; C. Daicoviciu, Sarmizegetusa, Cluj 1938, p. 42 ss.; id., in Anuarul Comis. monum. istor., iv, 1938, p. 393 ss.; iscrizioni su sedili, Arch.-epigr. Mitt., vi, 1882, p. 133 s.; C.I.L., iii, 12586.

DALMATIA

* Aequum: Oesterr. Jahresh., xvi, 1913, Beiblatt, Col. 136;

Epidarum (Ragusa): C.I.L., iii, p. 287; cfr. C.I.L., iii, 1745;

Salonae: F. Bulic; in Bull. dalm., xxxvii, 1914, pp. 3 ss., 142 ss.; xl-xlii, 1917-19, p. 81 ss.; L'architettura della Dalm., Roma 1943, p. 27 s.; gladiatori, C.I.L., iii, 2127, 8825, 8830 I.L.S., 5112; C.I.L., iii, 8835, 12925, cfr. 8831 e Röm.-Genn. Korrbl., ix, 1916, pp. 21, 30; AE, 1899, 53; 1934, 284.

ACHAIA

* Athenae (Atene): ludi gladiatorî al teatro di Dioniso, Dio Prus., Or., 31, 121 (1, 254 Arn.); Lucian., Demon., 57; Philostr., Vit. Apollon. Tyan., iv, 22; Robert, Glad., p.116, 58;

Corintus (Corinto): S. P. Laìnpros, in Athen. Mitt., ii, 1877, p. 282 ss.; F. J. De Waele, Theater en Amphitheater te oud Korinthe, Nimega-Utrecht 1928; cfr. Expos. tot. mundi, 52; pitture del teatro, Robert, Glad., p. 117, 6o (l'odeon fu trasformato per le venationes); ludi, Apul., Met., x, 18; lIlian., Epist., 35; venator, I.G., 363, e Robert, Glad., p. 117, 61;

* Delus (Delo): gladiatore, Robert, Glad., p. 118, 62;

* Eretria: rilievo, Robert, Hell., iii, p. 115, 304;

* Megara: ludi, I.G., vii, 106;

* Plateae (Platea): ludi gladiatorî, Apul., Met., iv, 13.

THRACIA

* Apri: rilievo con venatio, Robert, Glad., p. 90, 26;

* Bergulae: gladiatore, Robert, Glad., p. 92, 29;

* Perinthus (Eregli): rilievo con venatio, Robert, Glad., p. 92, 28;

* Philippopolis (Trimontium): gladiatori, reziarî, bestiari, Robert, Glad., p. 94, 34 ss.;

* Plotinopolis (Dimoticó): gladiatori, I.G.R., 1, 773, e Robert, Glad., p. 92, 30;

* Serdica (Sofia): ludi gladiatorî, I.G.R., 1, 1433; Robert, Glad., p. 97, 38; id., Hell., iii, p. 112, 303;

* Traiana Augusta: ἀρχιερεὺς δι᾿ ὅπλων, Robert, Glad., p. 93, 31, e HelL, vii, p. 131, 323; rilievi, Robert, Glad., p. 94, 32 s.

MOESIA

* Dionysopolis: reziario, Robert, Glad., p. 101, 40;

* Nicopolis ad Istrum: ἀρχιερεύς, Robert., Glad. p. 100, 39;

* Odessus: spettacoli, Robert, Hell., vii, p. 132, 324;

* Tomis: ludi, Robert, Glad., p. 101, 41-43; gladiatorî reziari, rilievi, ivi p. 104, 44 ss.; AE, 1938, 5.

EPIRUS

* Nicopolis: rilievo, Robert, Glad., p. 75, 1.

MACEDONIA

* Amphipolis (Anfipoli, Neochorió): Robert, Hell., v, pp. 77, 314;

* Apollonia (Pollona): ludi gladiatorî, Robert, Glad., p. 76, 6; gladiatorî, rilievi, ivi, p. 77, 7 ss.; AE, 1935, 1;

* Berorea (Verria): venationes e ludi gladiatorî, Robert, Glad., p. 81, 15; reziari e gladiatorî, p. 82, 16 ss.; AE, 1914, 214;

* Demetrias: "provocator", Robert, Hell., viii, p. 39, 327;

* Dium: spettacoli, Robert, Hell., vii, p. 126, 321;

* Dyrrachium (Durazzo): ludi gladiatorî, C.I.L., iii, 607, e Robert, Glad., p. 75, 3 ss. (con rilievi);

* Edessa: gladiatore, Robert, Glad., p. 84, 20;

* Larissa: Apul., Met., 1, 7; cfr. x, 18; gladiatore, Robert, Glad., p. 115, 56 ss.;

* Philippi: ludi gladiatorî, venationes, bestiario, C.I.L., iii, 659 = I.L.S., 7189; C.I.L., iii, 66o; AE, 1924, 54; Robert, Glad., p. 86, 22 a; 87, 25; "munerarius", AE, 1939, 185;

* Stobi: rilievo di gladiatori, Robert, Glad., p. 85, 21;

* Thasus: gladiatori, I.G., xii, 8, 547, 548, 549, 550, 551; Robert, Glad., p. 108, 49 ss.; ἀρχιερεὺς δι᾿ ὅπλων, Robert, Glad., p. 107, 48;

* Thessalonica (Salonicco): ludi gladiatorî, Lucian., Luc., s. asin., 49; Acta SS., Octobr. iv, 87 ss.; Robert, Glad., p. 78, ii; "secutor", reziario,. ecc., Robert, Glad., p. 79, 12 ss.

BITHYNIA

* Amisus: famiglia di gladiatori, Arch.-epigr. Mitt., xviii, 1895, p. 430 = I.G.R., iii, 97(209 d. C.); "dimachaerus", M. Caumont, Cat. Sculpt. Musées du Cinquant., 104, n. 80; cfr. Robert, Glad., p. 333, 78 s.;

* Byzantium o Contantinopolis (Istanbul): Cod. Theod., xiv, 6, 5; cfr. F. W. Unger, Quellen d. byzant. Kunstgesch., Vienna 1878, p. 284; rilievo con venatio, Robert, Hell., vii, p. 128, 322;

* Nicaea (Nicea); reziario, C.I.G., 3765 = I.G.R., iii, 43; I.G.R., iii, 44, e Robert, Glad., p. 132, 81; cfr. Plin., l. c. per Nicomedia;

* Nicomedia: Plin., Epist. Trai., 31 s.; "in ludum dainnati" a Nicea e a N.; gladiatori, Robert, Hell., iii, p. 119, 308;

* Prusa: gladiatori e rilievi, Robert, Glad., p. 133, 82 ss.;

* Sinope: ludi, G.I.G., 4157; Robert, Glad., p. 131, 8o.

ASIA

* Acmoneia: rilievo e bestiario, Robert, Glad., p. 157, 128 s.;

* Adramyttium: ludi, Robert, Hell., iii, p. 125, 313;

* Aegae: lista di gladiatori, Robert, Glad., p. 214, 257;

* Aezani: rilievi, Robert, Glad., p. 159, 132;

* Alabanda: gladiatore e rilievo, Robert, Glad., p. 173, 169 s.;

* Ancyra: ludi, C.I.G., 3847 b = I.G.R., iv, 555; C.I.G., 4039; Robert, Glad., p 159, 333;

* Aphrodisias: famiglia di gladiatori, C.I.G., ii, add. 2759 b., e Robert, Glad., p. 173, 156 ss. (con rilievi); cfr. Texier, p. 647 (?);

* Carynda: ludi, Le Bas-Waddington, 499;

* Cibyra: gladiatori e rilievi, Robert, Glad., p. 149, 114 s.; id., Hell., viii, p. 46, 332 ss.;

* Cos: gladiatori, rilievi, mosaici, C.I.G., 2511, e Robert, Glad., p. 189, 185 ss.;

Cyzicus (Cizico): Texier, p. 169; F. W. Hasluck, Cyzicus, Cambridge 1910, p. 15; R. de Rustafjaell, in Journ. Hell. Stud., xxii, 1902, p. 187; gladiatori, C.I.G., 3677; Le Bas-Waddington, 1757; Athen. Mitt., vi, 1881, p. 124; Robert, Glad., p. 226, 290 ss.;

* Dardanelli: gladiatore, Arch.-epigr. Mitt., 1, 1877, p. 7;

* Ephesus (Efeso): rilievi di gladiatori, Arch. Zeit., xl, 1882, p. 147 ss.; Forschungen in Ephesos, iv, 3, Vienna 1952, p. 268 ss.; ludi, Robert, Hell., iii, p. 124, 312; id., Glad., p. 195, 198 ss.;

* Halicarnassus (Alicarnasso): reziario, C.I.G., 2663, e Robert, Glad., p. 184, 179 ss.;

* Heraclea Salbace: gladiatori e rilievi, Robert, Glad., p. 169, 153 ss.;

* Hierapolis: rilievi e iscrizioni, Altertümer von Hierapolis, p. 62 ss.; p. 179; C.I.G., 3905; Robert, Glad., p. 152, 121 ss.;

* Iasus: gladiatori, Robert, Glad., p. 179, 176 ss.;

* Ilium (Troia): ludi, Robert, Glad., p. 225, 286 s.;

* Laodicea ad Lycum: Cic., Ad Att., vi, 3,9: "Hortensius filius fuit Laodiceae gladiatoribus flagitiose et turpiter"; anfiteatro, C.I.G., 3935 = I.G.R., iv, 845 (79 d. C.); cfr. C.I.G., 3936; ludi, C.I.G., 3942 = I.G.R., iv, 857; rilievo con venatio, Robert, Hell., vii, p. 140, 326; id., Glad., p. 151, 156 ss.;

* Lesbus (Lesbo): famiglia gladiatoria, C.I.G., add. 2194 b; cfr. C.I.G., 2184-2194;

* Magnesia ad Maeandrum: ludi, Robert, Glad., p. 168, 152;

* Mylasa: ludi, Bull. Corr. Hell., xii, 1888, p. 11 s.; xv 1891, p. 542. s.; Wiener Sitzungsber., cxxxii, 1894, p. 17; Robert, Glad., p. 174, 171 ss.;

* Miletus (Mileto): ludi, C.I.G., 2880; gladiatori, C.I.G, 2889; Rev. Arch., xxvii, 1874, p. 112; Robert, Glad., p. 192, 192 ss.;

* Mytilene (Mitilene): ludi, gladiatori, rilievi, Robert, Glad., p. 112, 272 ss.;

* Nysa: anfiteatro, Strab., xiv, 639;

* Parium: gladiatori, Robert, Glad., p. 226, 289;

* Pergamum (Pergamo): Texier, ii, p. 227 ss.; ludi, Aristid., Or., 50, 16; Inschr. von Pergamon, 523; gladiatore, ivi, 577; Robert, Glad., p. 215, 258 ss.; id., Hell., viii, p. 62, 335;

* Philadelphia: ludi, C.I.G., 3422; ludi e gladiatori, Robert, Glad., p. 162, 139 ss.;

* Rhodus (Rodi): reziario, "secutor" e rilievi, Athen. Mitt., 1890, p. 162 ss. = AE, 1890, 133;

* Saitta: rilievi e gladiatori, Robert, Glad., p. 16o, 134 ss.;

* Samus (Samo): rilievi, Robert, Glad., p. 202, 223 s.;

* Sardes (Sardi): rilievi, Robert, Glad., p. 161, 137 ss,; senatoconsulto sui ludi gladiatori, AE, 1909, 184;

* Satala: gladiatori, Robert, Hell., v, p. 78, 315;

* Smyrna (Smirne): gladiatori, C.I.L., 3213, 3275, 3291, 3368, 3374, 3392; G. Kaibel, Epigr. Gr., 307 a; Athen. Mitt., vi, 1881, p. 266; anfiteatro, Hieronym., De vir. ill., 27; ludi, C.I.G., 3212 e Arch. Jahrb., vii, 1892, p. 72; Robert, Hell., v, p. 81, 318 s. (con rilievi); id., Glad., p. 202, 225 ss.;

* Stratonicea: ludi, C.I.G., 2719; Robert, Glad., p. 171, 163 ss.; id., Hell., v, p. 8o, 317 s.;

* Synnada: ludi, Robert, Glad., p. 158, 130 s.; "secundarius", id., Hell., iii; p. 122, 310;

* Temenothyrae: famiglia di gladiatori, Robert, Glad., p. 156, 127;

* Tenedus (Tenedo): gladiatore, Robert, Glad., p. 223, 285;

* Tralles: ludi, Le Bas-Waddington, 615; gladiatori, C.I.G, ii, add. 2942 b c. = G. Kaibèl, Epigr. Gr., 290 e 291; Robert, Glad., p. 165, 141 ss.;

* Tripolis: gladiatore, Robert, Glad., p. 164, 146.

GALATIA, LYCAONIA, ISAURIA

* Ancyra (Ankara): spettacoli, C.I.G., 4039 = I.G.R., iii, 157; Robert, Glad., p. 135, 86 ss.; id., Hell., viii, p. 40, 328 s.; gladiatori, AE, 1897, 122; 1930, 145; 1931, 131;

* Antiochia: anfiteatro di legno, AE, 1926, 78; ludi, C.I.L., iii, 6837 = I.L.S., 5081; AE, 1914, 126; 1926, 78; Robert, Glad., p. 140, 92 ss.; "munerarius", C.I.L., iii, 296; cfr. 297;

* Iconium: Ammian., xiv, 2, 1: "apud Iconium... oppidum in amphitheatrali spectaculo...";

* Kizil: Venator, Robert, Glad., p. 139, 91.

PONTUS, CAPPADOCIA

* Amasia: reziario, I.G.R., iii, 1438; orsario, I.G.R., iii, 1439; gladiatori, Robert, Hell., iii, p. 116, 207; id., Glad., p. 129, 76 s.;

* Caesarea: gladiatori, Robert, Glad., p. 126, 74;

Comana: H. Grothe, Meine Vorderasienexped. 1906 u. 1907, 1, p. ccli;

* Sebastopolis: ludi, I.G.R., iii, 115; Robert, Glad., p. 128, 75.

LYCIA, PISIDIA, PAMPHYLIA

* Adada: famiglia di gladiatori, Robert, Glad., p. 141,96;

Aspendus: Texier, p. 647; iscrizioni su sedili, C.I.G., add. 4243 d;

* Attalia: ludi, I.G.R., iii, 780 e Robert, Glad., p. 143, 100; id., Hell., viii, p. 44, 331;

* Lydae: ludi, I.G.R., iii, 500 (140 d. C.); cfr. Robert, Glad., p. 148, 112;

* Oenoanda: ludi, I.G.R., iii, 492 (126 d. C.); cfr. Robert, Glad., p. 149, 113 ss.;

* Patara: ludi, I. G. R., iii, 681;

Perge: Texier, p. 647;

* Pinara: ludi, Robert, Glad., p. 144, 104;

* Rhodiapolis: ludi, I.G.R., iii, 739; Robert, Glad., p. 144, 103;

* Sagalassus: gladiatore, C.I.G., 4377 I.G.R., iii, 362 Kaibel, Epigr. Gr., 407; il teatro serviva per ludi gladiatori, musicali e venationes, Robert, Hell., iii, p. 121, 309; id., Glad., p. 142, 97;

* Selge: ludi, I.G.R., iii, 382, e Robert, Glad., p. 143, 99;

* Side: rilievi, Robert, Glad., p. 144, 101 s.;

* Telmessus: reziario, I.G.R, iii, 541; ludi, I.G.R., 539, 681; Robert, Glad., p. 147, 108 ss.;

* Xanthus: ludi, I.G.R., iii, 631, e Robert, Glad., p. 145, 105; "secutore" e gladiatore, p. 145, 106 s.

CILICIA

Aegae: ludi, Philostr., Vit. Apollon. Tyan., ii, 14;

* Antiochia ad Cragum: gladiatori, I.G.R., iii, 837, e Robert, Glad., p. 126, 73;

* Elaeusa (Sebaste): gladiatore, Robert, Glad., p. 125, 72.

SYRIA, PALAESTINA

* Antiochia: Liban., Or., ii, 219 (1, 513 F.); id., De vita sua, 5 (1, 82 F.;); id., Epist., 218, e 220;

* Berytus (Beirut): anfiteatro di Giulio Agrippa, Ioseph., Ant. Iud., xix, 336 s.; spettacoli, id., Bell. Iud., vii, 38 ss.;

* Caesarea (Cesarea): anfiteatro di Erode, Ioseph., Ant. Iud., xv, 341;

* Canatha: anfiteatro, C.I.G., 4614;

Dura Europos: Excav. at D. E., vi, 1936, p. 77 ss. (con iscrizioni relative all'a.: cfr. AE, 1937, 239);

* Hiericus (Gerico): anfiteatro, Ioseph., Ant. Iud., xvii, 194; id., Bell. Iud., 1, 666;

* Hierosolyma (Gerusalemme): ludi, Ioseph., Ant. Iud., xv, 273 s.; anfiteatro di Giuliano, Oros., vii, 30, 5.

AEGYPTUS

* Alexandrea (Alessandria): anfiteatro, Strab., xvii, 795; Ioseph., Bell. Iud., ii, 490; cfr. Plin., Nat. hist., xiii, 75 e 78; ludi gladiatori, Pap. Lips., 57; "procurator ludi familiae gladiatoriae", C.I.L., x, 1685 = 1937.

CYRENAICA, CRETA

* Berenice (Bengasi): anfiteatro, C.I.G., 5362; cfr. C.I.G., 5361 (13 a. C); v. però Rev. Ét. Gr., lxii, 1949, p. 281 ss.;

* Cnossus (Cnosso): ludi, C.I.L., iii, 12042;

Cyrene (Cirene): orchestra e scena del teatro furono trasformate in un'arena: P. Romanelli, Cirenaica rom., Verbania 1943, p. 256; raffigurazioni di ludi, C. Pacho, Voyage de la Marmarique, tavv. 52, 53; gladiatori, Robert, Glad., p. 124, 69 s.;

* Gortyna (Gortina): K. Bursian, Geogr. v. Griech., ii, Lipsia 1872, p. 565; A. Maiuri, in Ausonia, vi, 1911, p. 7 ss.; ludi e gladiatori, Robert, Glad., p. 118, 63 ss.;

Hierapytna: Bursian, op. cit., p. 578; rilievo, Robert, Hell., iii, p. 116, 306;

* Ptolemais (Tolmeta): Beechy, Proceedings of the Expedition to Explore the N. Coast of Africa, p. 529 (?); Robert, Glad., p. 124, 67 s.; E. Ghislanzoni, Not. arch. sulla Cirenaica, Roma 1915, p. 56 s.

(G. Forni)

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