ANFIZIONIA

Enciclopedia Italiana (1929)

ANFIZIONIA [gr. ἀμϕικτιονία, da ἀμϕί "intorno" e κτίζω "colloco, fondo")

Vincenzo Costanzi

'Αμϕικτίονες e Περικτίονες erano originariamente gruppi di popolazioni limitrofe, le quali avevano comune il culto di qualche divinità locale. Nella ricorrenza delle feste a queste divinità, si riunivano e la celebravano insieme. Queste pratiche religiose sono antichissime, e risalgono certo a un periodo in cui forse non si era ancora formata la vita cittadina, poiché dell'anfizionia che noi conosciamo con maggior precisione, la delfica pilaica, sono menzionati i popoli, non le città. Che in origine la comunanza del culto coincidesse con l'entità politica, è verosimile, poiché angusto doveva essere il territorio entro cui si svolgevano le cerimonie religiose, e non è molto verosimile che in questa zona così limitata esistessero varî raggruppamenti politici. Ma il culto a mano a mano si estese, e le anfizionie finirono col comprendere stati diversi, anche nemici, purché avessero comune il culto di una data divinità. Senza troppo perderci in congetture sull'origine delle anfizionie, enumereremo quelle che conosciamo nell'antichità per mezzo delle testimonianze letterarie e dei documenti.

Anfizionia pilaica-delfica. - Un sacrario di Demetra vi era alle Termopili presso Antela. Esso diventò per questo un centro religioso per tutte le popolazioni circostanti, guadagnando sempre terreno. A SO, nel cuore della Focide, acquistò sempre maggior prestigio il santuario di Apollo, e i due centri finirono col consociarsi, adunandosi due volte all'anno i delegati dei singoli stati, una volta a Delfo e una volta ad Antela. I delegati dei singoli popoli erano i pilagori e gli ieromnemoni. Si conoscono dalle inscrizioni anche gli agoratri, ma non è improbabile che si debba vedere in questo nome un equivalente di pilagori. I pilagori, chiamati naturalmente così anche quando disimpegnavano la loro funzione al santuario di Delfo, avevano in origine la mansione di fare i sacrifici a Demetra. Dai fasti delfici appare che i pilagori, oltre alle attribuzioni pertinenti al culto, avessero anche facoltà di denunciare reati sacri e di pronunciare condanne. Gli ieromnemoni all'incontro sembra avessero facoltà di deliberare. Per determinare queste competenze servono molto i luoghi degli oratori del sec. IV, specialmente Eschine e Demostene, ma rimangono sempre molte incertezze. Si trova, per esempio, menzione di un collegio complessivo (κοινόν συνέδριον), che comprende ieromnemoni e agoratri (pilagori? v. sopra), ma non sappiamo in quali circostanze avesse luogo questa convocazione generale.

Nelle adunanze anfizioniche, oltre a celebrare i riti religiosi, si giudicavano reati di sacrilegio contro qualche città, e si estendeva la sanzione anche contro aggressioni ingiustificate di una città contro un'altra. Per esempio, Sparta fu condannata a una multa per avere proditoriamente per mezzo di Febida occupata la Cadmea: multa che non fu mai pagata. Siccome poi dell'anfizionia facevano parte popoli che spesso tra loro erano in guerra, i consoci si uniformavano in caso di guerra a certe prescrizioni emanate anticamente e mantenute: cioè che non si dovessero tagliare i corsi d'acqua, che nelle solennità religiose si dovessero sospendere le ostilità, che nessuna città facente parte della lega anfizionica dovesse essere distrutta; contro i violatori di queste prescrizioni religiose era dovere di far guerra e distruggere le loro città.

Abbiamo notizia di una prima guerra sacra combattuta contro Cirra, perché taglieggiava i viaggiatori e i pellegrini che si recavano a Delfo. L'esercito federale era guidato da Euriloco di Larissa, il che mostra come i sovrani di Tessaglia cercassero di ridurre Delfo sotto una loro soggezione larvata. L'autonomia di Delfo tante volte propugnata ha il fine di sottrarre il governo del santuario ai Focesi che ne sarebbero stati i più legittimi tutori, per esercitare sulla città sacra un'azione efficace per fini politici. A questo periodo deve spettare quell'ordinamento dell'anfizionia che rimase in vigore fino ai tempi di Filippo. Ne facevano parte dodici popoli, ciascuno dei quali disponeva di due voti nel consiglio degli ieromnemoni: Tessali, Beoti, Dori, Ioni, Perrebi, Dolopi, Magneti, Locresi, Etei (Eniani), Ftioti (Achei), Maliesi, Focesi. Di un'altra guerra sacra abbiamo notizia nel sec. V, quando gli Spartani nel 459 ritolsero ai Focesi la tutela del sacrario delfico, e l'anno seguente Pericle la ristabilì. Nel 356 avvenne la terza più grave guerra sacra. Asticrate, cittadino di Delfo, capo del partito focese, fu bandito insieme con alcuni correligionarî politici per decreto degli anfizioni, e poco dopo furono condannati per empietà un certo numero di cittadini focesi; allora Filomelo capo dei Focesi occupò senz'altro il tempio di Delfo, e s'iniziò una guerra che doveva durare dieci anni. Terminata questa nel 346 con l'intervento di Filippo di Macedonia, e puniti i Focesi con la demolizione delle mura delle loro città, nonché con una multa, e l'espulsione dall'anfizionia, e ridotti a due i quattro voti, dei Perrebi e dei Dolopi, Filippo entrò nell'Anfizionia con due voti, e due voti ebbero i Delfî. Tale ordinamento rimase in vigore durante il periodo dell'egemonia macedonica. Ma dopo l'invasione gallica (279), venuta Delfo sotto la supremazia degli Etoli, non solo furono esclusi dall'anfizionia i re di Macedonia, ma l'anfizionia stessa venne ordinata in altro modo, e vi si stabilì a poco a poco l'assoluto predominio degli Etoli, che riuscirono ad accaparrarsi fino a 15 voti. Finalmente, alleatisi gli Etoli con Antioco nel 192, avendo ceduto nel 189 alle armi romane, Delfo fu da loro completamente emancipata, pur non avendo gli Etoli perduto ogni relazione con essa, e l'anfizionia fu riordinata sul modello dell'ordinamento datole da Filippo. I Focesi, che per tal modo furono di nuovo esclusi dall'anfizionia nel 188, cedendo il posto al re di Macedonia, vi rientrarono alla fine della terza guerra macedonica, in seguito alla quale quel regno fu distrutto (168 a. C.).

Anfizionia di Argo. - Le notizie su quest'anfizionia scarseggiano; anzi non sono nemmeno esplicite, tranne quella di un tardo scrittore, Pausania, il quale dice che i Messenî rifiutarono di consegnare Policare agli Spartani, o tutt'al più avrebbero rimesso la questione agli Argivi, consanguinei degli uni e degli altri, nell'anfizionia oppure all'Areopago di Atene. Resta a vedere se qui si tratta proprio di un'anfizionia argiva, oppure dell'anfizionia in territorio argivo, il cui centro era in Calauria intorno al sacrario di Posidone. Poco accredita la tesi dell'esistenza di quest'anfizionia il luogo di Plutarco (Parall. min., 3), in cui viene narrato che, contrastandosi Argivi e Lacedemoni la Tireatide, gli anfizioni stabilirono che la Tireatide fosse dei vincitori. Similmente non si può ritenere effetto di una condanna anfizionica la multa inflitta dagli Argivi agli Egineti e ai Sicionî (Erod., VI, 92), perché le navi loro erano approdate nel territorio spartano.

Anfizionia di Corinto. - Essa è anche più incerta di quella argiva, e la sua supposta esistenza si basa sopra un luogo di Pindaro, in cui un'espressione poetica difficilmente può essere presa alla lettera.

Anfizionia delica. - Celebre è il santuario d'Apollo a Delo, dove, secondo l'antica tradizione, il nume era stato partorito da Latona. A Delo convenivano in pellegrinaggio molti devoti, specialmente dalle isole, e il suo incremento era favorito da un porto adatto anche per il commercio. Pertanto, se Delo non era centro di un'anfizionia nel significato ufficiale, era un centro religioso in cui, come in tutti i centri anfizionici, convenivano i fedeli attratti anche da ragioni commerciali. Delo, con la costituzione della lega cui diede il nome, passò addirittura sotto il dominio di Atene, che la fece prima depositaria del tesoro federale. Quando poi questo nel 454 fu trasferito ad Atene, il sacrario rimase di certo sotto l'influenza degli Ateniesi, che ne divennero addirittura gli amministratori, esautorando i Delî. Nel 426 gli Ateniesi curano essi stessi la purificazione dell'isola. Però nel 410, se non proprio una totale emancipazione del sacrario di Delo da Atene, ha luogo una consociazione di magistrati delî accanto ad amministratori ateniesi; poiché il titolo di ἄρχουντες dato ai νεωκόροι (governatori del tempio), difficilmente si concilia con la condizione di subalterni. Gli ufficiali ateniesi furono un collegio di quattro membri, e si chiamarono anfizioni degli Ateniesi. Dopo la catastrofe di Egospotami, Delo passò sotto il dominio di Sparta, ma Atene vi mandava egualmente ogni anno l'ambasciata sacra con la nave Paralo, fino al cui ritorno non poteva eseguirsi alcuna condanna capitale. Dopo la vittoria riportata da Conone a Cnido nel 394, Delo ritornò con tutta probabilità sotto la soggezione ateniese. Nel 375 accanto ad anfizioni ateniesi troviamo anche degli Andrî, ma questi scompaiono, almeno dal 358-7. In un'epigrafe del 345 accanto agli anfizioni appare anche un segretario (γραμματεύς); probabilmente questo ufficiale vi fu sempre, ma prima non compariva nei documenti: ora forse la sua condizione fu elevata. Nel periodo macedonico Delo fu tolta agli Ateniesi, e, anche quando fu loro restituita dopo la guerra di Perseo, non si parlò più di anfizionia delica.

Anfizionie degli Ioni, Eoli e Dori nell'Asia Minore. - Non si può negare il nome di anfizionia al consorzio sacro degli Ioni, i quali avevano il sacrario presso il promontorio di Micale e lo chiamarono Panionio. Che le città ioniche fossero unite anche politicamente, sempre con un legame molto largo, si rileva dall'ambasciata che mandarono a Sparta per invocare il suo soccorso contro Ciro. Similmente i Dori avevano un sacrario al promontorio Triopio nella penisola di Cnido; forse anche gli Eoli dell'Asia. Notizie precise non ne abbiamo, ma possiamo rilevare dagli esempî precedenti che anche gli Eoli dovevano avere un sacrario comune e, come gli Ioni, dovevano essere uniti da un legame politico. È questo un esempio in cui la comunanza di culto ha cementato il vincolo politico e ne è alla sua volta cementata.

Anfizionia di Onchesto. - Sappiamo solo che questa anfizionia aveva come centro un tempio di Posidone a Onchesto, a SE del lago Copaide. Con tutta probabilità i membri erano Beoti, e forse anche Megaresi.

Anfizionia di Calauria. - Più nota che l'anfizionia di Onchesto è quella di Calauria, città posta sopra un'isoletta presso la costa orientale dell'Argolide. Anch'essa aveva come centro un tempio di Posidone, e ne facevano parte le città dell'Argolide Nauplia Prasie, Ermione, Epidauro; inoltre Egina, Atene e Orcomeno, secondo l'unica fonte che la menziona (Strabone), quello di Beozia (Minio). Qualche critico moderno ha ritenuto che si tratti invece di Orcomeno d'Arcadia: l'epiteto Minio, proprio dell'Orcomeno di Beozia, sarebbe, secondo questa ipotesi, l'effetto di una congettura di Strabone.

Fonti e Bibl.: Per l'etimologia v. G. Curtius, Grundzüge der griechisch. Etymol., 5ª ed., Lipsia 1879, p. 157; E. Boisacq, Dictionnaire étymologique de la langue grecque, 2ª ed., Heidelberg 1923, p. 525. La forma amphiktyones si trova nelle iscrizoni deliche dell'epoca imperiale, e nei manoscritti. Per la letteratura anteriore al 1892 v. K. F. Hermann, H. Blümner e Swoboda, Lehrbuch der griechischen Staatsaltertümer, in Lehrbuch der griechischen Antiquitäten, I, iii, 6ª ed., Tubinga 1913, pp. 84-85 e passim; Bürger, Die Pylaeisch-Delphische Amphiktionie. Per la struttura dell'anfizionia delfico-pilaica dopo Filippo di Macedonia, v. J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., I, ii, Strasburgo 1913, pp. 386-436, e per la letteratura relativa v. ibidem, p. 386, n. 1. Per il Sacrario di Demetra Anfizionide ad Antela presso le Termopili, v. Erodoto, VII, 200; Strabone, IX, pp. 420, 429, dove però non si trova l'epiteto di Anfizionide Per l'assorbimento dell'Anfizionia pilaica venerante Demetra nella delfica venerante Apollo, v. Beloch, op. cit., I, i, Strasburgo 1912, p. 330. Per i popoli che componevano l'Anfizionia pilaico-delfica v. Eschine, De falsa leg., 116. Per le competenze dei pilagori, v. Erodoto, VII, 213 (il quale fa dai pilagori pronunciare la condanna contro Efialte), e Eschine, III, 117 seg. Riguardo alla mansione dei pilagori di fare sacrifici a Demetra (e forse anche ad Apollo) v. Strabone, IX, p. 420. Riguardo agli agoratri e al Koinon Synedrion, v. i passi citati in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 926. Quanto alla sentenza contro Sparta per l'occupazione proditoria della Cadmea operata da Febida, v. Diodoro, XVI, 23. Per le misure intese a temperare gli orrori della guerra v. Eschine, II, 284. Per la prima guerra sacra in seguito alla quale sarebbero state fondate le gare pitiche v. Plutarco, Solon, ii, e Scholia, in Pindari Pyth., Hypothesis. Per la cronologia della guerra sacra v. Marmo Pario, ep. 37. Per tutte le questioni relative, Beloch, op. cit., I, i, p. 338, n. 1. Per la seconda guerra sacra, Tucidide, I, 112. Per la terza decennale geurra sacra, ecc., Diodoro, XVI, 23 seg.; A. Schäfer, Demosthenes und seine Zeit, 2ª ed., Lipsia 1885-1890, I, pp. 493 seg., 505, 507; II, pp. 180, 282. Vedi V. Costanzi, Studi di storia macedonica, Pisa 1915, pp. 108-116; J. Beloch, op. cit., III, Strasburgo 1922-1923, pp. 262-275. Per l'invasione gallica e le sue ripercussioni sulla struttura dell'anfizionia, v. Pausania X, 19 seg.; Beloch, op. cit., I, ii. Per tutto il resto, v. B. Niese, Geschichte der griech. und maked. Staaten, Gotha 1892-1903, I, p. 32; II, pp. 21, 219, n. 4; III, pp. 13, 357.

Per la pretesa anfizionia di Argo, Erodoto, VI, 79, 92; Pausania, IV, 5, i; Plutarco (?), Parallela minora, 3 (Moralia, p. 306 A-B Bernardakis). Per l'anfizionia di Corinto, Pindaro, Nem., VI, 40-42; Isthm., VI, 26. Per l'anfizionia di Onchesto, Strabone, IX, p. 412; per l'anfizionia di Calauria, Strabone, VIII, p. 374; U. v. Wilamowitz, Die Amphiktionie von Kalaurea, in Nachrichten der Ges. der Wiss. zu Göttingen, 1896; J. Penrose Harland, The Claaurian Amphictiony, in American Journal of Archaeology, XXIX (1925), p. 160 segg. Per l'anfizionia delica, Hom. hymn. in Apoll. Del., vv. 146-164; Tucidide, III, 104, e le iscrizioni presso Dunbach, Choix d'inscription de Délos, I, i, Parigi 1921; art. Delos in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, col. 2486. Per l'anfizionia degli Eoli, Ioni e Dori, nell'Asia Minore, Erodoto, I, 146-151; per tutte le questioni vedi Cauer, Amphiktyonia, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., I, coll. 1904-1935.

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