CELSI, Angelo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 23 (1979)

CELSI, Angelo

Marco Palma

Nacque a Roma, con ogni probabilità nel 1600, da Ortensio e da Porzia Monaldeschi. Appartenente a una nobile famiglia, lontanamente imparentata con i cardinali Bernardino Spada e Ulderico Carpegna, il C. si avviò alla carriera ecclesiastica, conseguendo la laurea in utroque iure e trovando immediata sistemazione come referendario utriusque Signaturae a partire dal 1631 o 1632. Poco dopo entrò a far parte anche della Congregazione del Buon Governo, alla cui segreteria lo chiamò poi il Collegio dei cardinali durante la sede vacante successa alla morte di Urbano VIII (1644). Confermato nella carica da Innocenzo X, il C. compì un sostanziale progresso di carriera l'anno successivo, quando lo stesso pontefice, con motuproprio del 13 marzo, lo nominò uditore della S. Rota al posto di Domenico Cecchini elevato alla porpora. Entrato nella pienezza dei suoi poteri il 24 nov. 1645, il C., che del tribunale fu anche tesoriere, si distinse per quasi un ventennio come uno dei più preparati giudici rotali. Consultore del S. Uffizio dal 13 giugno 1663, il C. ottenne la porpora da Alessandro VII il 14 genn. 1664 col titolo diaconale di. S. Giorgio in Velabro (attribuitogli il successivo 11 febbraio), da cui passò il 14 maggio 1668 a quello di S. Angelo in Pescheria. Non molto tempo dopo l'elevazione al cardinalato Alessandro VII lo prepose alla Congregazione del Concilio, la carica più alta ottenuta in Curia dal Celsi. Partecipò ai conclavi di Clemente IX e Clemente X, nel secondo dei quali il suo nome comparve, anche se non ai primi posti, nella lista dei papabili.

Il C. fu anche membro della commissione del S. Uffizio per il giansenismo, in seno alla quale si schierò decisamente contro ogni patteggiamento con i gallicani. In particolare nella seduta della commissione del 23 dic. 1668 si oppose invano, insieme col solo cardinale Francesco Albizzi, all'invio di un breve pontificio, in cui si dava atto ai vescovi di Alet, Angers, Beauvais e Pamiers della loro sincera sottomissione.

Morì a Roma il 6 nov. 1671 e fu sepolto nella chiesa del Gesù.

Fonti e Bibl.: Del C. sono rimaste 411 sentenze rotali, emesse tra il 5 marzo 1646 e il 14 genn. 1664, raccolte sotto il tit. Decis. Sacrae Rotae Romanae coram R. P. D. Angelo Celso Romano nunc S. R. E. Cardinali, Roma 1668. L'attività del C. presso la S. Rota è testimoniata anche dagli excerpta del suo diario in latino (conservati in duplice copia nell'archivio della S. Rota presso l'Arch. Segr. Vaticano, Diaria 9, pp. 189-1016; Diaria 17, ff. 2r-182r), da cui H. Hoberg, Der Amtsantritt des Rotarichters Antonio Albergati (1649), in Römische Quartalschrift, XLIX 1954), pp. 112-22" ha estratto e pubblicato la parte riguardante l'insediamento di un nuovo giudice. Sul C. vedi inoltre: A. Chacón-A. Oldoini, Vitae, et res gestae Pontificum Romanorum et S. R. E. Cardinalium..., IV, Romae 1677, col. 755; G. J. Eggs, Purpura docta, III 6, Monachii 1714, p. 471; L. Cardella, Mem. stor. de' card. della S. R. Chiesa, VII, Roma 1793, p. 162; T. Amayden, La st. delle fam. Romane…, a cura di C. A. Bertini, I, Roma s.d., p. 295; E. Cerchiari, Capellani papae et Apostolicae Sedis auditores causarum Sacri Palatii Apostolici..., II, Romae 1920, p. 168 num. 490 (passim è citato inoltre il diario del C.); B. Katterbach, Referandarii utriusque Signaturae…,Città del Vaticano 1931, pp. 286, 309, 327, 328; H. Hoberg, Die Diarien der Rotarichter, in Römische Quartalschrift, L (1955), pp. 50-52; L. von Pastor, Storia dei papi, XIV, 1, Roma 1961, pp. 406, 487 n. 6, 568 n. 5, 577 n. 8, 601 s., 629; XIV, 2, ibid. 1962, pp. 530 ss.; N. del Re, Icardinali prefetti della Sacra Congreg. del Concilio dalle origini ad oggi (1564-1964), in La Sacra Congreg. del Concilio. Quarto centenario dalla fondazione (1564-1964)..., Città del Vaticano 1964, p. 278; L. Ceyssens, Sources relatives à l'histoire du jansénisme et de l'antijansénisme des années 1661-1672, Louvain 1968, p. 593; G. Moroni, Diz. di erudiz. stor.-eccles., XI, p. 69; P. Gauchat, Hierarchia catholica..., IV, Monasterii 1935, p. 34.

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