OLIVIERI, Angelo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 79 (2013)

OLIVIERI, Angelo

Giulia Giovani

OLIVIERI, Angelo. – Nacque a Camerino intorno al 1636, da Gaspare e da Venanza.

La sua attività musicale fu legata prevalentemente ai Barberini, principi di Palestrina (e perciò nei documenti compare talvolta come ‘Angelo di Palestrina’): fu al servizio di Maffeo (principe dal 1647) e Urbano (dal 1685) e dei cardinali Carlo (porporato dal 1653) e Francesco junior (dal 1690). L'epiteto ‘de Massimi’ con cui viene altre volte citato si deve al legame col cardinale Carlo Camillo Massimo (porporato dal 1670), nipote di Vincenzo Giustiniani e quindi congiunto di Olimpia, moglie di Maffeo Barberini: non si conoscono per la verità documenti comprovanti le attività svolte al servizio del cardinale, ma è certo che Olivieri si occupò dell’educazione musicale del piccolo Francesco (Checchino) de Castris, poi famosissimo soprano.

Le prime testimonianze certe di Olivieri come compositore riguardano gli oratorii dati nella quaresima del 1678-1680 all'oratorio del Ss. Crocifisso in S. Marcello. Le partiture sono perdute, ma di quello del 17 marzo 1679 si possede il libretto, Innocentia in Joseph exaltata; dal frontespizio si evince che Olivieri era sacerdote. L’anno seguente compose la cantata a cinque La terra tributaria con le quattro stagioni al presepe di Nostro Signore «da cantarsi nel Palazzo Vaticano la Notte del SS.mo Natale» (Roma, 1680), testo di Gaetano Monaci, membro dell’Accademia degli Infecondi. L’arte di Olivieri si espresse anche nella «comedia» in tre atti Dalla padella alla bragia, testo di Domenico Filippo Contini, rappresentata nel palazzo Barberini di Palestrina il 20 gennaio 1681 per le nozze tra Costanza Barberini e Gaetano Francesco Caetani, duca di S. Marco; l’operetta di cinque soli personaggi (citata da Mandosio col titolo alternativo Da Scille in Cariddi; 1692, p. 311) fu ripresa al Collegio Clementino nel corso del carnevale, a istanza di Cristina di Svezia.

Agli anni tra il 1680 e il 1682 risalgono diverse arie, oggi custodite nello stesso fondo Barberini. Dal 1684 è testimoniata la sua partecipazione alle adunanze della Congregazione dei musici di S. Cecilia; in quell’anno ne sottoscrisse gli ordinamenti e venne incaricato di dirigere la musica del Te Deum in occasione dell’approvazione degli statuti della Congregazione da parte di Innocenzo XI. La sua presenza alle assemblee della Congregazione è attestata sino al febbraio 1688, quando partecipò a una processione da S. Carlo ai Catinari a S. Stefano del Cacco, assieme a numerosi altri congregati.

Il legame del compositore con i Barberini è dichiarato nel resoconto della commemorazione di Giacomo II Stuart (deceduto nel settembre precedente) voluta dal cardinale Carlo Barberini in S. Lorenzo in Lucina (Distinto raguaglio del tumulo onorario fatto inalzare in Roma ... in occasione dell’essequie celebrate a Giacomo 2. re d’Inghilterra, Roma 1702, s. p.), dove Olivieri è definito «virtuoso di S.E.»; il 28 gennaio 1702 una sua messa da Requiem fu «cantata con musica esquisita» (ibid.). Per conto del principe Urbano nel 1707 Olivieri ricevette 200 scudi dal Banco di S. Spirito in Sassia.

Morì a Roma, nella parrocchia di S. Giacomo in Borgo, il 20 giugno 1715.

Nel testamento rogato il 9 febbraio 1715 aveva chiesto d’essere sepolto in S. Pietro. Proprietario di una casa a Camerino e di depositi nei monti di pietà di Roma e della città d’origine, nominò eredi diverse istituzioni ecclesiastiche camerinesi: lasciò alla Congregazione di S. Carlo un organo portativo a sette registri con promessa di prestarlo ad altre istituzioni religiose cittadine per le feste dei ss. Antonino, Venanzio e Filippo Neri; alla Congregazione di S. Filippo Neri lasciò le sue composizioni da chiesa. Dall’inventario dei beni custoditi nelle case di Roma e Camerino si apprende che possedette ritratti dei cardinali Camillo Massimi e Francesco Barberini junior, del suo allievo Francesco de Castris, del musicista Michele Fregiotti, anch’egli al servizio dei Barberini, oltre all’organo portativo e a un cembalo a due registri.

Della produzione musicale di Olivieri sopravvivono la partitura dell’opera Dalla padella alla bragia (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barb. Lat. 4210-4212) e alcune arie contenute in tre codici barberiniani (insieme con brani vuoi adespoti vuoi attribuiti ad Alessandro Scarlatti, Antonio Foggia, Carlo Ambrogio Lonati, Filippo Colonnese e Bernardo Pasquini): il ms. Barb. Lat. 4139 contiene le arie per soprano Occhi belli e lucenti (versi di Francesco Barberini, 1682) e Sono amante sventurato (1681); il Barb. Lat. 4149 l’aria a tre voci Pensieri d’amore (1682, definita «cantata»); il Barb. Lat. 4162 le arie per soprano Loquace l’affetto, Tra tanti affanni, Noiosi pensieri, Un breve momento, Eccomi sola a piangere, Dall’arco d’un ciglio e Misera Clori. Della produzione sacra di Olivieri si conosce soltanto il mottetto Confitebur tibi a quattro (Ibid., Cappella Giulia XIII.21, cc. 24v-25).

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Roma, 30 notai capitolini, uff. 34, vol. 198 (9 febbraio 1715; 20 giugno 1715); Roma., Bibliomediateca dell’Accademia nazionale di S. Cecilia, Archivio storico,  Archivio preunitario, Registri, atti costitutivi, II: Congregazioni generali e segrete, Atti 3 (1684-1688); Ibid., Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, Avvisi di Roma, 1756, c. 71v (10 febbraio 1681); Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, Archivio Barberini, Computisteria 454 (1692); Computisteria 486 (Mandati, Principe Urbano, 1686-95); Computisteria 488 (registro diverso, 1686-1706); P. Mandosio, Bibliotheca romana seu romanorum scriptorum centuriae, II, Roma 1692, p. 311; E. Celani, Canzoni musicate del secolo XVII, in Rivista musicale italiana, XII (1905), pp. 117, 122, 126, 140; A. Liess, Materialien zur römischen Musikgeschichte des Seicento: Musikerlisten des Oratorio San Marcello 1664-1725, in Acta musicologica, XXIX (1957), pp. 158 s, 170; J.M. Llorens, Le opere musicali della Cappella Giulia, Città del Vaticano, 1971, ad ind.; C. Gianturco, «Cantate spirituali e morali» with a description of the Papal sacred cantata tradition for Christmas 1676-1740, in Music & Letters, LXXIII (1992), p. 15; A. Morelli, La musica a Roma nella seconda metà del Seicento attraverso l’archivio Cartari Febei, in La musica a Roma attraverso le fonti d’archivio, a cura di B.M. Antolini - A. Morelli - V. Vita Spagnolo, Lucca 1994, p. 129; E. Povoledo, Aspetti dell’allestimento scenico a Roma al tempo di Cristina di Svezia, in Cristina di Svezia e la musica, Roma 1998, pp. 205 s.; P. Barbieri, An assessment of musicians and instrument-makers in Rome during Handel’s stay: the 1708 grand taxation, in Early music, XXXVII (2009), p. 616; The new Grove dictionary of Opera, III, p. 666; The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVIII, p. 396.