ANKARA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

Vedi ANKARA dell'anno: 1958 - 1973 - 1994

ANKARA (Angora, Ancyra)

R. Naumann

Museo Archeologico. - L'idea di creare ad A. un Museo Archeologico risale ad Atatürk, che trasportò la capitale della Turchia in questa località dell'Anatolia nel 1923. Fino a che non venne eretto il progettato museo centrale nei pressi delle terme romane, esso fu alloggiato nel Kur š,unlu Han e nel vicino Mahmut Pa š,a Bazar (costruito nel 1464-71 dal Visir del sultano Mehmed II) sulla pendice SO della rocca cittadina.

Nei tre piani del Kur š,unlu Han trovarono posto gli uffici dell'amministrazione, la biblioteca, la sala per le conferenze, il laboratorio e i magazzini; nel bazar (Bedesten) invece le sale di esposizione. Quest'ultimo consta di una grande sala centrale, divisa in due navate da quattro pilastri e coperta da dieci cupole, e di un ballatoio accessibile al pubblico da due lati.

Le località di rinvenimento degli oggetti che si trovano nel museo sono indicate da punti neri sulla pianta allegata; si tratta soprattutto di reperti di scavo, ma anche di trovamenti occasionali. Cronologicamente essi si collocano lungo un arco di tempo che va dalla preistoria fino alla metà del I millennio a. C. Gli oggetti minori sono esposti nel ballatoio sostanzialmente in ordine cronologico, mentre la sala centrale è riservata, come lapidarium, al complesso dei rinvenimenti hittiti e tardo-hittiti.

Il Paleolitico è rappresentato dai reperti degli scavi condotti nella grotta di Karain, ad O di Antalya, e ad Etiyokuṣu ed Ergazi, presso Ankara.

Al Neolitico, che inizia intorno al 7000 a. C., risalgono i grandiosi ritrovamenti degli strati più antichi di Catal Hüyük (v. Supplementi, s. v. Anatolia) presso Konya (vetrine 1-4) e di Hacilar (v. Supplementi, s. v. Anatolia) presso Burdur (strati IX-VI = 5700-5600) (vetrina 5). Il vano principale di una casa di Catal Hüyük con scene di caccia a pittura policroma, motivi geometrici, teste di toro plastiche e rilievi inseriti nell'intonaco, è ricostruita in originale con tutti i rinvenimenti ad essa relativi. Nelle vetrine si trovano esempi di utensili, di ceramiche manufatte dall'ingubbiatura lucente e, soprattutto le statuette femminili ignude, parzialmente dipinte, e la dea su trono affiancato da leoni.

Il Calcolitico è rappresentato dai rinvenimenti di Hacilar (strati V-II = 5000-3000), Can Hasan, Beycesultan, AliŞar, Alaca Hüyük e Büyük Güllücek. Le forme principali sono tazze, fruttiere, coppe e brocche dall'ingubbiatura lucente, queste ultime in parte antropomorfe con disegni geometrici in rosso su fondo giallo (vetrine 6-11).

Dell'inizio dell'Età del Bronzo (fino alla fine del III millennio) sono esposti i rinvenimenti delle tombe reali di Alaca Hüyük, fra i quali i famosi stendardi cultuali di lamina di bronzo lavorata a giorno e tori e cervi di bronzo e d'argento; inoltre fruttiere, brocche a becco e diademi d'oro, la statuetta di bronzo di una donna con bambino da Horoztepe, ceramiche e idoli a forma di disco da Kültepe, AliŞar, Alaca Hüyük, Beycesultan e altre località (vetrine 12-23).

L'epoca delle colonie commerciali assire sul suolo anatolico (1950-1750) è rappresentata soprattutto dai ricchi ritrovamenti degli scavi turchi a Karum Kanesh (Kültepe), ma anche dai reperti provenienti da AliŞar e Boǧazköy (vetrine 24-28). Le nuove forme della ceramica attestano con evidenza l'introduzione del tornio. Caratteristici sono i vasi con becco spropositatamente lungo, i rhytà teriomorfi, le fruttiere dai molti manici, sia monocromi e con fine ingubbiatura sia dipinti a motivi geometrici in rosso e marrone su un'ingubbiatura color crema. Alcuni esemplari di tavolette d'argilla iscritte con caratteri cuneiformi assiri, provenienti dalle colonie commerciali, rappresentano per l'Anatolia le più antiche testimonianze scritte.

L'Antico Regno e l'epoca del Grande Impero hittita (1700-1200) sono riccamente documentati da ceramiche, statuette di pietra, d'oro, di avorio e di bronzo, da cretule di sigilli con geroglifici e caratteri cuneiformi, da tavolette di argilla con scrittura cuneiforme e cretule di sigilli degli archivî di Boǧazköy, dai rhytà a testa di toro di Boǧazköy e dai vasi a rilievo di Inandik presso C̣ankiri (vetrine 29-33). Inoltre nel passaggio alla sala principale è collocato il rilievo della porta reale di Boǧazköy e al centro di esso è esposta la ricostruzione della Porta delle Sfingi di Alaca Hüyük con gli ortostati originali, decorati a rilievo, e i calchi in gesso delle sfingi, collocati secondo l'originaria disposizione, ed inoltre i modellini dell'intero stanziamento. Lungo l'accesso principale alla sala centrale sono allineati i calchi dei rilievi di divinità hittite di Yazilìkaya, presso Boǧazköy, quali esempi di rilievo rupestre hittita.

Alla fine del ballatoio sono esposti i ricchi rinvenimenti dell'epoca frigia effettuati a Gordion, Boǧazköy e in altre località (vetrine 34-39), fra i quali una situla con testa di toro in bronzo, numerose tazze con omphalòs, sempre in bronzo, provenienti dai tumuli di Gordion, ceramica dipinta a motivi geometrici, in parte teriomorfa, teste umane e di toro in metallo che erano fissate ai bordi di grandi caldaie. Inoltre vi si trovano le lastre fittili di rivestimento, provenienti da Gordion e da Pazarli, con scene di lotta fra leoni e tori, cavalli con testa umana, esseri con testa di uccello e capre presso l'albero della vita, che tradiscono l'influenza della decorazione greco-orientale. All'altro capo del ballatoio si trovano i rilievi della madre degli dèi, la frigia Cibele, rinvenuti recentemente nei dintorni di A. ed anche l'unica rappresentazione a tutto tondo, che ci sia nota, di Cibele accompagnata da due membri del suo seguito che suonano il doppio flauto e la cetra, proveniente dalla porta della rocca di Boǧazköy.

Infine nelle vetrine 40-44 sono esposti i ritrovamenti dell'Urartu, dovuti principalmente agli scavi condotti dai Turchi in questi ultimi anni nei pressi del lago Van a ad Altìntepe, presso Erzincan.

L'ambiente centrale, lungo 50 m, ha offerto la possibilità di esporre, collocandoli secondo la loro disposizione originaria, alcune serie di ortostati decorati a rilievo, appartenenti allo stesso complesso. Oltre ai già citati rilievi della Porta delle Sfingi di Alaca Hüyük, che risalgono alla epoca del Grande Impero hittita, vi si trovano soprattutto gruppi di rilievi e rilievi isolati di stile tardo-hittita (XVIII sec.) e iscrizioni geroglifiche. Presso l'entrata principale è ricostruita la porta di Malatya, sui due pilastri centrali la porta di Sakcagözü e sulla parete orientale gli ortostati della fronte di un edificio sacro della città inferiore di KarkamiŞ (Cerablus). Sono raccolti qui anche numerosi rilievi di andesite, provenienti da A. e dai suoi dintorni, che in gran parte potrebbero derivare da uno stesso edificio di ubicazione sconosciuta. Si tratta di ortostati decorati a rilievo con leoni, sfingi, grifoni, tori e cavalli, che risalgono all'VIII sec. e denunziano chiaramente l'influenza hittita, ma nell'insieme non sono nè hittiti nè frigi, attestando piuttosto l'esistenza di un'arte autonoma nei dintorni di Ankara. Alcune vetrine con piccoli oggetti di scavo di epoca hittita, provenienti da Alaca Hüyük, Boǧazköy, Kültepe, Pazarli e altre località, completano l'esposizione della sala centrale. (Si vedano, oltre alle singole voci sulle varie località e sui centri di scavo, soprattutto le voci: hittita, arte, vol. iv, p. 45; urartu; vol. vii, p. 1061; anatolia; urartea, arte).

Bibl.: H. G. Güterbock, Guide to the Hittite Museum in the Bedesten at Ankara, Ankara 1946; Raci Temizer, The Archaeological Museum at Ankara (edito in quattro lingue), Ankara 1967.