ANNA d'Austria, regina di Francia

Enciclopedia Italiana (1929)

ANNA d'Austria, regina di Francia

Luigi Simeoni

Nata il 22 settembre 1601 da Filippo III re di Spagna e da Margherita d'Austria-Stiria, sposò il 25 dicembre 1615 Luigi XIII, re di Francia; ma solo il 5 settembre 1638 diede alla luce Luigi XIV e, il 21 settembre 1640, il secondogenito Filippo, capostipite della casa di Orléans. Rimasta vedova il 14 maggio 1643, divenne reggente per il figlio Luigi, nominalmente sino al 1652, cioè sino al compimento del quattordicesimo anno del figlio; ma in realtà anche negli anni posteriori, sino al 1661. Morì di cancro, il 20 gennaio 1666, e fu sepolta nel monastero, da lei fondato, di Val de Grâce presso Parigi. Fino all'assunzione della reggenza, A. ebbe scarsissima importanza nella vita politica. Sposata giovanissima per ragioni politiche, dato il nuovo indirizzo favorevole alla Spagna iniziato dopo la morte di Enrico IV; messa nell'ombra dalla regina madre Maria dei Medici, che conservava, anche dopo la maggiore età del figlio, l'autorità di reggente; priva della fiducia del marito, che era cresciuto solitario e timido, e del prestigio della maternità, godeva già di ben poca autorità, quando il Richelieu, divenuto ministro (dicembre 1624), giudicandola ostile al suo programma antispagnolo, prese a combatterla nell'animo sospettoso del re (fatto questo che ha fatto sbizzarrire la fantasia dei romanzieri, Dumas, de Vigny, ecc.). Certo, nelle accuse del Richelieu, che A. avesse avuto notizia delle congiure di Gastone d'Orléans e del Cinq-Mars, vi era qualche cosa di vero. In caso di loro successo essa sarebbe stata consenziente, anche se non proprio disposta, a sposare il cognato, come le rinfacciò il re. Nati i due figli, pare avesse progettato, in caso di morte del re, di ritirarsi con essi a Sédan, presso il duca di Bouillon, per sottrarsi alla tirannide dell'odiato cardinale. E sebbene Richelieu premorisse al re, pure la diffidenza di questo si manifestò nelle limitazioni poste alla reggenza di A., con un Consiglio che doveva decidere, a maggioranza, di tutti gli affari. Ma la regina fece cassare dal parlamento di Parigi queste disposizioni. Mantenne tuttavia al governo il card. Giulio Mazarino, suggerito al re dal Richelieu, e lo sostenne sempre con una fermezza che ha fatto credere persino a un matrimonio segreto (il Mazarino non aveva che gli ordini minori). Così poté essere condotta a fine la guerra con l'Impero (pace di Vestfalia, 24 ottobre 1648), con l'acquisto dell'Alsazia, e continuata la guerra con la Spagna. Ma la crisi di malcontento nel popolo per la miseria, nell'aristocrazia per l'assolutismo, scoppiò in sommosse. La prima Fronda, detta parlamentare (1648), fu da A., (fuggita col re e Mazarino a Saint-Germain il 5 gennaio 1649), repressa col braccio del Condé. Ma venne poi l'altra e più grave Fronda, quella principesca, durata tre anni (1650-52), che obbligò due volte il Mazarino all'esilio ed estese la guerra civile a tutto il regno: arresto dei principi, unione di tutti i malcontenti contro il cardinale, fuga di lui a Brüll presso Colonia e suo ritorno, guerra generale, rivolta di Parigi, fuga e tradimento del Condé che passa agli Spagnoli, e Fronde locali nelle varie provincie. Insomma, disordine generale che la Spagna aiuta e del quale profitta per riprendere le terre perdute, sino a che, ristabilita all'interno l'autorità regia, l'opera di Mazarino e della regina fu rivolta alla guerra, specie di Fiandra, dove l'alleanza del Cromwell permise di preparare la pace vittoriosa dei Pirenei (7 novembre 1659), acquistando alla Francia l'Artois, la Cerdagna, il Rossiglione e varie piazzeforti. La pace fu resa difficile dal proposito di Anna di ottenere per il figlio la mano della nipote Maria Teresa, primogenita di Filippo IV (il quale aveva per erede un bambino di pochi anni), affinché la casa di Francia potesse sperare nella successione spagnola. Il matrimonio, fissato nella pace dei Pirenei, fu concluso nel 1660. Con la morte del Mazarino (1661), cessa anche l'influenza della regina nella vita politica. Pur senza grandi qualità di ingegno o carattere, A. d'Austria, nei venti e più anni che tenne il regno, esercitò una azione notevole e, nell'insieme, benefica sulla vita della Francia, promovendo, fra l'altro, la integrazione territoriale, e l'assolutismo monarchico. Certo, il merito maggiore fu del consigliere di A., il cardinale Mazarino; ma essa ebbe il merito di appoggiarlo e di seguirlo.

Bibl.: Les sources de l'histoire de France, IV: L. André, Le XVIIe siècle, II, Parigi 1913 e III, 1923. Specialmente Madame de Motteville, Mémoires sur Anne d'Autriche et sa cour, ed. F. Riaux, Parigi 1855, voll. 4; D'Estrées, Mémoires sur la régence de Marie de Medicis (1610-1616) et sur celle d'Anne d'Autriche (1643-1650), ed. P. Bonnefon, Parigi 1910. Cfr. A. Baschet, Le roi (Louis XIII) chez la reine, Parigi 1864; Freer, Anne of Austria, Londra 1866, voll. 2; A. Cheruel, Histoire de France pendant la minorité de Louis XIV, voll. 4, Parigi 1879-1880; id., Histoire de France sous le ministère de Mazarin, voll. 3, Parigi 1883; P. Robiquet, Le coeur d'une reine. Anne d'Autriche, Louis XIII et Mazarin, Parigi 1912.

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