HOPKINS, Anthony Sir

Enciclopedia del Cinema (2003)

Hopkins, Anthony Sir (propr. Philip Anthony)

Serafino Murri

Attore e regista cinematografico inglese, naturalizzato statunitense nel 2000, nato a Port Talbot (Galles) il 31 dicembre 1937. Di formazione teatrale, esordì nel cinema a trentun anni, alternando film storico-biografici come The lion in winter (1968, Il leone d'inverno) di Anthony Harvey, a classici teatrali come Hamlet (1969, Amleto) di Tony Richardson. Naturalmente portato per ruoli in costume grazie all'espressività di un volto dai lineamenti nobili e arcigni e all'eleganza innata del portamento (di cui forse la miglior prova resta The remains of the day, 1993, Quel che resta del giorno, di James Ivory), dopo l'interpretazione dell'horror Magic (1978; Magic ‒ Magia) di Richard Attenborough, ha ottenuto il grande successo in ruoli di personaggi diabolici, sintetizzabili nell'icona dell'antropofago Hannibal Lecter, protagonista di The silence of the lambs (1991; Il silenzio degli innocenti) di Jonathan Demme, per cui ha vinto l'Oscar nel 1992. Nel 1996 ha diretto e interpretato August, dal dramma Zio Vanja di A.P. Čechov. Nel 1993 gli è stato conferito il titolo di Sir dalla regina Elisabetta II.

Dopo un'esperienza giovanile da dilettante, H. si formò come attore al Welsh College of Music and Drama di Cardiff, e vinse una borsa di studio per la prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art di Londra, dove si diplomò in recitazione nel 1963. Tra il 1963 e il 1965 fu nella compagnia del Phoenix Theatre di Leicester, per poi entrare nel National Theatre diretto da Laurence Olivier: in un paio d'anni, divenne un attor giovane molto apprezzato. Iniziò allora una carriera televisiva che attraversò tutti gli anni Sessanta e Settanta, in riduzioni di drammi teatrali e sceneggiati tratti da classici della letteratura. A parte un'apparizione in The white bus (1967) di Lindsay Anderson, H. ebbe il primo ruolo cinematografico come Riccardo Cuor di leone nello scabroso dramma storico di A. Harvey The lion in winter, dove recitò accanto a Peter O'Toole e Katharine Hepburn. Dopo essere stato protagonista di un thriller tratto da un romanzo di J. Le Carré, The looking glass war (1969; Lo specchio delle spie) di Frank R. Pierson, ebbe il ruolo di Claudio nell'Hamlet che T. Richardson filmò, fedele allo spirito shakespeariano, sul palcoscenico della Round House. All'oscuro film d'azione When eight bells toll (1971; Ora zero: operazione oro) di étienne Périer fece seguito il film biografico Young Winston (1972; Gli anni dell'avventura) di R. Attenborough, dedicato alla giovinezza di W. Churchill, in cui ebbe la parte di David Lloyd George, e quindi riscosse un discreto successo interpretando Torvald Helmer in A doll's house (1973; Casa di bambola) di Patrick Garland, dal dramma di H. Ibsen. Un ruolo atipico fu quello nel fantapolitico Juggernaut (1974) di Richard Lester, mentre più convenzionale appare la parte di Yishāq Rabīn nel film televisivo di ricostruzione giornalistica Victory at Entebbe (1976; La lunga notte di Entebbe) che Marvin J. Chomsky dedicò a un episodio terroristico del conflitto tra israeliani e palestinesi. Sempre nel 1976 H. recitò in Dark victory (Una violenta, dolce estate) di Robert Butler, remake dell'omonimo film con Bette Davis diretto da Edmund Goulding nel 1939. L'anno seguente apparve nel thriller parapsicologico Audrey Rose diretto da Robert Wise, e nel film bellico A bridge too far (Quell'ultimo ponte) di Attenborough, cui seguì, per lo stesso regista, l'orrorifico Magic, nella parte di un ventriloquo con sdoppiamento della personalità che fece da battistrada ai ruoli demoniaci di cattivi e folli divenuti in pochi anni una specialità dell'attore. Nel 1980 è stato prima Frederick Treves, il medico vittoriano che studia il deforme paziente protagonista del conturbante The elephant man di David Lynch, e poi ha recitato in coppia con Shirley McLaine nella commedia A change of seasons (In amore si cambia) di Richard Lang. Per l'interpretazione di Adolf Hitler nel televisivo The bunker (1980) di George Schaefer ha ottenuto un Emmy Award, e quindi ha offerto un'ottima prova nel ruolo del gobbo Quasimodo, con Derek Jacobi interprete del ministro Frollo, nel televisivo The hunchback of Notre Dame (1982) di Michael Tuchner, tratto da V. Hugo. È stato poi il crudele tenente Bligh in The Bounty (1984; Il Bounty), versione diretta da Roger Donaldson del celebre, e più volte ripreso nel cinema, caso di ammutinamento, accanto a Mel Gibson e Laurence Olivier; H. è apparso anche nella produzione televisiva italiana Io e il Duce (1985) di Alberto Negrin, nel ruolo di Galeazzo Ciano.

Dopo il drammatico The good father (1986; Amore e rabbia ‒ The good father) di Mike Newell, in cui è un padre nevrotico e vendicativo cui viene tolto il figlio, H. ha offerto notevoli prove disegnando due intensi personaggi: il libraio antiquario londinese legato da un rapporto solo epistolare con una scrittrice americana (Anne Bancroft) in 84 Charing Cross road (1986) di David H. Jones, tratto dal libro autobiografico di H. Hanff, e l'attivista politico clandestino in The dawning (1988; L'irlandese) di Robert Knights, tratto da un romanzo di J. Johnson. Dopo il teatrale A chorus of disapproval (1989; L'opera del seduttore) di Michael Winner e Desperate hours (1990; Ore disperate) di Michael Cimino, visionario remake dell'omonimo gangster film di William Wyler (1955) in cui è il padre della famiglia tenuta in ostaggio dai banditi, H. ha diretto il suo primo film, Dylan Thomas: return journey (1990), per poi offrire la sua più famosa interpretazione: l'efferato dottor Hannibal Lecter in The silence of the lambs. Attore premiato e celebrato, ha conquistato il pubblico hollywoodiano con Howards End (1992; Casa Howard) di James Ivory, tratto dal romanzo di E.M. Forster, dove rende con estrema eleganza formale lo sprezzante aristocratico Henry Wilcox; quindi con Chaplin (1992; Charlot) di Attenborough, nella parte dell'editore George Hayden, e Bram Stoker's Dracula (1992; Dracula di Bram Stoker) di Francis Ford Coppola, nel ruolo del medico-scienziato che ferma il vampiro. Nel 1993 ha mostrato in due film una straordinaria tecnica nel rendere i rimpianti del maggiordomo Stevens in The remains of the day di Ivory e i pudichi sentimenti del professore inglese legato a una poetessa americana malata in Shadowlands (1993; Viaggio in Inghilterra) di Attenborough. Patriarcale capofamiglia di un Far West melodrammatico e inconsueto in Legends of the Fall (1994; Vento di passioni) di Edward Zwick, H. ha in seguito interpretato con vigore R. Nixon nella scandalosa biografia di Oliver Stone Nixon (1995; Gli intrighi del potere ‒ Nixon), e P. Picasso nell'irrisolto Surviving Picasso (1996) di Ivory. Nello stesso anno, ha diretto e interpretato August.

Icona di sé stesso e attore su cui si sono sempre incentrate grandi produzioni hollywoodiane, nel 1997 ha impersonato J.Q. Adams, l'ex presidente degli USA che si pone a difesa dei diritti umani contro lo schiavismo nella parabola antirazzista Amistad di Steven Spielberg, e ha interpretato un miliardario newyorkese che, dopo un incidente aereo, si ritrova solo con un amico-rivale tra le montagne dell'Alaska, nel film di Lee Tamahori The edge (1997; L'urlo dell'odio); ruolo simile a quello del magnate che deve confrontarsi con la Morte (Brad Pitt) di Meet Joe Black (1998; Vi presento Joe Black) di Martin Brest. Tra le successive apparizioni, si segnalano quella del vecchio, nobile Diego de La Vega-Zorro in The mask of Zorro (1998; La maschera di Zorro) di Martin Campbell, il dottor Powell, etologo impazzito di Instinct (1999, Instinct ‒ Istinto primordiale) di Jon Turteltaub, il lunatico, spietato Tito Andronico del fantasioso Titus (1999) di Julie Taymor, e ancora Hannibal Lecter, nel sequel Hannibal (2001), firmato da Ridley Scott, e nel prequel Red Dragon (2002) diretto da Brett Ratner.

Bibliografia

Q. Falck, Anthony Hopkins: the authorized biography, New York 1993, 2000²; M.F. Callan, Anthony Hopkins: the unauthorized biography, New York 1994.

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