ANTILOPE

Enciclopedia Italiana (1929)

ANTILOPE

Oscar De Beaux

Nell'uso corrente si sogliono raggruppare sotto questo nome una grande quantità di Artiodattili pecoriformi, cavicorni appartenenti alla famiglia dei Bovini, ma che non sono né camosci, né ovibovi, né caprovini, né veri bovi. La voce antilope dell'uso comune ha quindi sempre compreso tutto un gruppo di sottofamiglie di Bovini (Bovidae) e precisamente le seguenti: bubalo, cefalofo, neotrago, cervicapra, antilope, ippotrago, tragelafo. Ma nella sistematica moderna parecchie delle 7 sottofamiglie precedenti sono state ulteriormente suddivise, talché la voce antilope d'uso comune è la denominazione convenzionale collettiva delle 13 seguenti sottofamiglie di bovini: bubalo, cefalofo, oreotrago, neotrago, madocca, cervicapra, ammodorcade, epicero, saiga, pantolopo, antilope, orice, tragelafo.

La sottofamiglia delle Antilopi (Antilopinae Sclater e Thomas 1900) comprendeva fino ad una ventina d'anni fa i generi: antilope, gazzella, antidorcade, litocranio, ammodorcade, epicero, saiga, pantolopo. Ma essendo gli ultimi 4 generi stati innalzati al rango di sottofamiglia, come risulta dall'enumerazione precedente, non restano alla sottofamiglia antilope che i 4 generi: antilope, gazzella, antidorcade, litocranio. Così delimitata, tale sottofamiglia presenta i seguenti caratteri: statura media o piuttosto piccola; forma graziosa e leggiera; coda media o breve; corna a spirale o decurvate o lirate, sempre distintamente anellate, generalmente presenti nel solo maschio; se presenti nella femmina, assai più piccole e liscie che nel maschio. Zoccoletti accessorî presenti. Capezzoli in numero di due, raramente quattro. Vi sono generalmente ghiandole preorbitali; le inguinali possono mancare; le interdigitali, con apertura anteriore sopra lo zoccolo, sono presenti. I denti molari sono alti e compressi lateralmente. La distribuzione geografica, prevalentemente africana, va anche dall'Europa meridionale-orientale all'Asia centrale ed alla penisola indiana. Dei quattro generi appartenenti alla sottofamiglia antilope va trattato qui il genere omonimo:

Antilope (Antilope Pallas 1766); comprende una sola specie, l'Antilope cervicapra (lat. scient. Antilope cervicapra L. 1758; francese Antilope cervicapra; ted. Hirschziegenantilope; ingl. Blackbuck). - Altezza di spalla circa 80 cm. Naso peloso ad eccezione di una stretta striscia nuda tra le narici. Coda breve; zoccoli stretti e a punta. Un ciuffo di peli sul davanti del carpo, 2 paia di capezzoli; ghiandole preorbitali, inguinali ed interdigitali grandi. Corna presenti nel solo maschio, lunghe in media da 50 a 70 cm., rarissimamente oltre 80 cm., lievemente divergenti, avvolte a spirale con 3 a 5 giri, segnate da anelli grossi completi ed ottusi, che possono raggiungere il numero di 30. Cranio con grande fossa preorbitale. Il colore generale del maschio adulto va dal bruno rossastro al nero; quest'ultimo si afferma di più con l'età, si fa più brillante nella stagione degli amori e meno intenso nella stagione calda. Nella femmina e nel giovane il colore generale è fulvo giallastro. La punta del muso, il mento, un cerchio attorno all'occhio, il petto, il ventre, la superficie mediale degli arti, un piccolo specchio posteriore e, nel maschio, anche la superficie esterna dell'orecchio, sono bianchi. L'antilope cervicapra vive in branchi di 10 a 30 ed anche 50 femmine sotto la guida di un maschio, nelle pianure ad erba bassa dell'India dalle falde dell'Himālaya fino al capo Comorin e dal Pengiab fino al basso Assam; manca a Ceylon e ad E. della baia del Bengala. Velocissima e saltatrice meravigliosa, è cacciata col fucile dai bianchi e col falco o ghepardo dagli indigeni.

Antilope di Mendes v. addax.

Bibl.: Per Antilope in senso lato: Sclater e Thomas, Book of Antilopes, Londra 1894-900, 4 volumi. Per la sottofamiglia Antilope: Pocock, in Proc. Zool. Soc., 1910, pp. 887-897. Per la specie Antilope cervicapra, oltre ai precedenti: Linneo, Systema Naturae, 10ª ed., I, 1756, p. 69; W. T. Blanford, Fauna of British India Ceylon etc. Mammals, Londra 1892, pp. 521-24.

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