LORENZO, antipapa. - Di L. non si hanno notizie certe, né della nascita, né della morte, né della famiglia. Presbitero della Chiesa romana, alla morte di Anastasio II fu eletto papa nella basilica di S. Maria Maggiore, il 22 nov. 498. Lo stesso giorno, nella basilica costantiniana, fu eletto anche Simmaco, passato alla storia come il legittimo pontefice.
L. fu eletto dalla fazione filorientale, che, a parte ogni definizione dottrinale, era interessata alla ricomposizione con l'Oriente. Simmaco, invece, era a capo dei difensori delle tesi calcedoniane, della primazia assoluta di Roma, di una strenua linea di politica religiosa antimonofisita.
Simmaco e L. furono indotti dalle loro consorterie partigiane a sottoporsi alla decisione di re Teodorico. L'arbitrato regio fu contrario a Lorenzo.
L. sembra essersi prestato a rivestire un ruolo rappresentativo in una questione nella quale appare poco coinvolto. Partecipò - ma sembra in modo del tutto passivo - al concilio indetto da Simmaco pochi mesi dopo l'elezione papale e tenutosi il 1( marzo 499 nella basilica di S. Pietro. Sottoscrisse, come arcipresbitero del titolo di S. Prassede, le deliberazioni del concilio, volute da Simmaco, a proposito delle elezioni del vescovo di Roma.
Questa sua dichiarazione di fedeltà non sembra però avere acquietato gli amici di Simmaco, né tanto meno lo stesso pontefice. Poco dopo, L. fu promosso vescovo e inviato nella sede decentrata della diocesi di Nocera. Le ragioni di questo allontanamento restano indefinite. Dopo questa vicenda, di lui non si hanno notizie per qualche tempo.
Nel 501 Simmaco celebrò la Pasqua il 25 marzo, invece del 22 aprile, data per quell'anno prevista dal calendario orientale e che sarebbe stata seguita anche in Occidente per la festa liturgica. Ciò fece riaccendere le polemiche e riesplodere gli attacchi contro Simmaco. La fazione filorientale tornò a parlare di L. come del papa da opporre a Simmaco e attorno alla guida di L. - che pure non pare averla ricercata personalmente - si coagularono le forze dei nemici del papa.
Nella primavera del 502, temendo una nuova "scandalosa" celebrazione della Pasqua al di fuori della data tradizionale, i nemici di Simmaco pressarono il re perché nominasse un visitator.
I nemici del papa lavoravano anche per ribaltare definitivamente la situazione e preparavano il rientro di Lorenzo. Era l'autunno del 502 e L. fu richiamato da Nocera. In seguito fu a Ravenna, in quella che era probabilmente, nelle intenzioni dei suoi sostenitori, solo una tappa, di cui era sicuramente informato Teodorico, di avvicinamento a Roma.
Nel tardo autunno del 502 L. venne fatto rientrare a Roma, sostenuto da una campagna di delegittimazione contro Simmaco.
L. sedette sul seggio romano per quattro anni (Fragmentum, p. 46: "per annos circiter quattuor Romanam tenuit ecclesiam"), dal 502 al 506.
Sempre il Fragmentum attribuisce a una libera e responsabile scelta di L. - perché Roma non fosse più sconvolta da violenze fratricide - la decisione di abbandonare il campo. Ritiratosi in un possedimento di campagna di Festo, L. visse in ascesi fino alla morte, della quale si ignora la data.
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