TEODORICO, antipapa

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 95 (2019)

TEODORICO, antipapa

Andrea Piazza
Stefania Anzoise

TEODORICO, antipapa. – Nulla è noto del chierico Teodorico (che appartenne verosimilmente al clero romano), prima della sua comparsa nel seguito di Wiberto (Guiberto)-Clemente III.

La prima attestazione è una sua sottoscrizione in calce a un documento del 4 novembre 1084 datato dal Laterano, quando Teodorico compare come cardinale diacono di S. Maria in via Lata. In seguito, in un periodo difficilmente circoscrivibile, egli fu elevato alla dignità di cardinale vescovo di Albano; in questa veste fu inviato in Germania nel corso del 1098.

Non è noto lo scopo della legazione; tuttavia sappiamo che Teodorico ebbe il compito di intimare a Rutardo, arcivescovo di Magonza, di presentarsi alla sinodo convocata da Clemente III a Vercelli. L’episodio potrebbe essere posto in relazione con il passaggio di Rutardo all’obbedienza per Urbano II e tra le fila degli oppositori a Enrico IV, che si colloca a cavallo fra il 1097 e il 1098. La vicinanza cronologica di questi episodi potrebbe suggerire che fra gli scopi della legazione di Teodorico vi fosse stato quello di verificare la fedeltà di alcuni vescovi teutonici alla causa guibertina. Inoltre, nel corso del 1098, Rutardo si allontanò o venne allontanato dalla sua sede episcopale, ma non è possibile stabilire se tale evento debba porsi in relazione con un provvedimento di Teodorico.

Al ritorno dalla Germania Teodorico è attestato nel seguito di Clemente III ad Albano, nel momento successivo alla morte di Urbano II (luglio 1099), e poi a Tivoli, nell’ottobre del 1099, quando compare fra i sottoscrittori della lettera inviata a Romano, cardinale di S. Ciriaco alle Terme. È assai probabile che Teodorico seguisse il pontefice nei suoi spostamenti anche a Sutri e a Civita Castellana.

Secondo la narrazione contenuta negli Annales Romani, alla morte di Clemente III, avvenuta l’8 settembre 1100 a Civita Castellana, Teodorico fu scelto come suo successore. L’elezione e la consacrazione si sarebbero svolte in S. Pietro nel corso di una medesima notte e ciò lascia supporre che non siano state immediatamente successive alla morte di Clemente III; l’episodio si dovrebbe collocare in un momento in cui il neoeletto Pasquale II sarebbe stato assente da Roma.

Diversamente dall’elezione del suo predecessore, Clemente III, l’elezione di Teodorico non sarebbe da ascriversi a un diretto intervento dell’imperatore Enrico IV, ma piuttosto alle istanze di un non ben definito clerus et populus romani. In modo analogo anche l’elezione dei suoi successori, Alberto e Maginolfo, rispettivamente eletti nel 1102 e nel 1105, dovrebbe ascriversi alla medesima compagine politica, individuabile in parte dell’aristocrazia romana ostile a Pasquale II.

Il suo governo fu effimero. Il Liber pontificalis specifica che il suo pontificato sarebbe durato centocinque giorni, periodo in cui avrebbe tenuto un concilio verso la fine del settembre del 1100.

Al ritorno di Pasquale II nell’Urbe, Teodorico avrebbe tentato di raggiungere l’imperatore per ottenerne protezione, ma nel gennaio del 1101 sarebbe stato catturato dai sostenitori del pontefice legittimo.

Fu destinato a condurre vita eremitica presso S. Trinità di Cava, in Campania, dove morì nel 1102, come sembrerebbe attestare una scarna iscrizione sepolcrale riportata nel Codex diplomaticus Cavensis.

Fonti e Bibl.: Annales Besuenses, in MGH, Scriptores, II, a cura di G.H. Pertz, Hannoverae 1829, p. 250; Annales Romani, ibid., V, a cura di G.H. Pertz, Hannoverae 1844, p. 477; Annales sancti Disibodi, ibid., XVII, a cura di G. Waitz, Hannoverae 1861, p. 19; Monumenta Moguntina, in Bibliotheca rerum Germanicarum, III, a cura di Ph. Jaffé, Berolini 1866, p. 377; Monumenta Bambergensia, ibid., V, a cura di Ph. Jaffé, Berolini 1869, pp. 174-176; Codex diplomaticus Cavensis, a cura di M. Morcaldi et al., I, Neapoli 1873, p. LXVIII; Regesta Pontificum Romanorum, a cura di Ph. Jaffé et al., I, Lipsiae 1885, pp. 654 s., 772.

Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, II, Paris 1892, rist. 1955, pp. 298, 307, 375; P.F. Kehr, Due documenti pontifici illustranti la storia di Roma negli ultimi anni del secolo IX, in Archivio della reale Società romana di storia patria, XXIII (1900), pp. 280-283; Id., Italia Pontificia. Regesta pontificum Romanorum, I, Berlin 1961, pp. 76 n. 16, 61 n. 2; G. Mayer von Knonau, Jahrbücher des Deutschen Reiches unter Heinrich IV. und Heinrich V., V, Berlin 1965, pp. 111 s.; R. Hüls, Kardinäle, Klerus und Kirchen Roms 1049-1130, Tübingen 1977, pp. 92 s., 237; C. Servatius, Paschalis II (1099-1118). Studien zu seiner Person und seiner Politik, Stuttgart 1979, pp. 70 s.; A. Piazza, T., antipapa, in Enciclopedia dei Papi, II, Roma 2000, pp. 236 s.; R. Schieffer, Das Reformpapsttum und seine Gegenpäpste, in Gegenpäpste. Ein unerwünschtes mittelalertliches Phänomen, a cura di H. Müller - B. Hotz, Wien-Köln-Weimar 2012, pp. 80-82; K.-M. Sprenger, Der tote Gegenpast im Fluss-oder wie und warum Clemens (III.) in den Tiber gelangte, ibid., pp. 114-123.

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