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ARNAULD, Antoine

di Federico Gentile - Enciclopedia Italiana (1929)
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ARNAULD, Antoine (III)

Federico Gentile

Nacque a Parigi il 6 febbraio 1612, da Antoine II Arnauld. È il "grande Arnauld". Risentì anch'egli l'influenza profonda di Saint-Cyran. Abbandonati gli studî del diritto per quelli di teologia, dottore e prete nel 1641, prese subito parte al movimento di rinnovamento filosofico e morale del suo tempo, tentando di conciliare il cartesianismo con la dottrina agostiniana della grazia, ch'egli ben presto identificò col giansenismo. Instancabile e vigoroso polemista, difese Giansenio con due apologie, e la dottrina del rinnovamento interiore di Saint-Cyran con il Traité de la fréquente Communion (1643): il cui successo fece convergere contro di lui, capo ormai riconosciuto del giansenismo, la polemica e gli odî dei gesuiti. La sua condanna da parte della facoltà di Parigi, per la Lettre à un duc et pair (1655), nella quale metteva in dubbio che le cinque proposizioni condannate dalla bolla d'Innocenzo X (1653) fossero in Giansenio, e sosteneva che la prima di esse era nel Vangelo e nei Padri ("questione di fatto" e "questione di diritto": v. giansenismo), e la sua espulsione dalla Sorbona, provocarono le Provinciales di Pascal: a cui egli fornì con Nicole documenti e argomenti contro il lassismo. Profondi contrasti spirituali, messi in luce dall'episodio della firma del formulario, troncarono nell'inverno del 1661 questa immortale collaborazione. Dal rifugio dove rimase nascosto per vent'anni (1648-1668) per sfuggire all'arresto, perché sospettato autore delle lettere, A. diresse e sorresse la mirabile resistenza di Port-Royal; pubblicò con Nicole La logique de Port-Royal (1662), e con Lancelot la Grammaire générale et raisonnée (1664). Venuta la pace della Chiesa (1668), A., rientrato nelle grazie del papa e di Luigi XIV, partecipò alla polemica contro i calvinisti, pubblicando con Nicole i tre volumi de La perpetuité de la foi (1669, 1672, 1676). Sospettato di nuovo nell'affare della regale, si rifugiò prima, per poco, a Fontenay-aux Roses, poi a Mons, nella Fiandra austriaca, quindi a Bruxelles (1679), dove rimase, salvo un lungo soggiorno in Olanda, fino alla morte (7 agosto 1694). In questi ultimi anni, dedicati alla confutazione del filosofismo di Malebranche e del sistema della grazia generale di Nicole (oltre che alla rinnovata polemica del giansenismo), egli temperò il suo agostinianismo col tomismo, come è stato recentemente dimostrato dal Laporte.

Manca ancora un lavoro complessivo sul grand réfutateur (studiato finora soltanto in rapporto alla storia di Port-Royal), che metta in luce i motivi intimi della sua polemica e il carattere del suo giansenismo, e la sua enorme influenza su tutto il movimento religioso e filosofico della seconda metà del sec. XVII. Le Øuvres de M. Arnauld furono pubblicate da G. du Pac de Bellegarde e J. Hautefage, con una vita dell'A., di N. de Larrière (Losanna 1775-1784, voll. 43); le Lettres furono pubblicate a parte (Nancy 1729, voll. 9).

Bibl.: Oltre le varie storie generali e memorie di giansenisti, v. Quesnel, Histoire abrégée de la vie et des ouvrages de M. A., ecc., Colonia 1695; Bayle, Dictionnaire historique et critique, 2ª ed., 1702; Sainte-Beuve, Port-Royal, 3ª ed., Parigi 1867; H. Bremond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, IV, La conquête mystique. L'école de Port-Royal, Parigi 1920; Fuzet, Les jansénistes du XVII siècle, leur histoire et leur dernier historien, Parigi 1875; De Meyer, Les premières controverses jansénistes en France (1640-1649), Lovanio 1917; J. Laporte, La doctrine de Port-Royal, II, Parigi 1923.

Vedi anche
Jean Duvergier de Hauranne abate di Saint-Cyran Saint-Cyran ‹sẽ sirã´›, Jean Duvergier de Hauranne abate di. - Giansenista (Baiona 1581 - Parigi 1643), amico di Giansenio, che lo aveva incontrato studente a Lovanio (1604). Saint-Cyran, Jean Duvergier de Hauranne abate di-C. ebbe più efficacia nell'azione viva e diretta sulle anime che per l'apporto ... Pasquier Quesnel (latinizz. Paschasius). - Teologo (Parigi 1634 - Amsterdam 1719); direttore (1662) dell'istituzione degli Oratoriani a Parigi, divenne sospetto all'autorità religiosa per alcune note in una sua edizione di san Leone Magno. Di netto orientamento giansenistico fin da allora, Quesnel, Pasquier nel 1681 ... Nicolas de Malebranche Malebranche ‹malbrã´š›, Nicolas de. - Filosofo (Parigi 1638 - ivi 1715). Seguace di R. Descartes, se ne discostò poi per alcuni aspetti. La sua tesi principale è che la mente umana, attraverso l'illuminazione, vede le idee (cioè le cose e i loro rapporti) direttamente in Dio (Recherche de la vérité , ... giansenismo Movimento teologico, religioso e politico. Il giansenismo prende nome da Giansenio (forma italianizzata del nome di Cornelius Otto Jansen, 1585-1638), teologo olandese, il cui trattato Augustinus, uscito postumo, fu condannato con un decreto dell'Inquisizione nel 1641, quindi da Urbano VIII (1642) e ...
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