VASSALLI-EANDI, Anton Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 (2020)

VASSALLI-EANDI, Anton Maria

Marco Ciardi

– Nacque a Torino il 30 gennaio 1761 da Stefano Vassalli e da Teresa Eandi.

Dopo aver perso il padre all’età di tre anni, andò a vivere assieme allo zio materno, Giuseppe Antonio Eandi, in quel momento ripetitore presso il collegio delle Provincie di Torino. Nel 1770 lo zio iniziò a insegnare filosofia nella scuola regia di Savigliano, presso la quale venne iscritto anche il giovane Anton Maria. Nel 1776 lo zio fu nominato professore sostituto di Giambattista Beccaria per l’insegnamento di fisica sperimentale all’Università di Torino. Il nipote lo raggiunse due anni più tardi, ottenendo una borsa di studio per il collegio delle Provincie. Anton Maria frequentò assiduamente Beccaria (che morì nel 1781), il quale ebbe un’influenza decisiva sulla sua formazione, stimolandolo allo studio delle relazioni tra l’elettricità e gli altri fenomeni naturali, con una particolare attenzione per quelli meteorologici e quelli del regno animale e vegetale. In questo periodo Vassalli tenne anche il corso di geometria al posto di Domenico Canonica. Contemporaneamente, il re Vittorio Amedeo III gli assegnò un beneficio di 200 lire annue a titolo di patrimonio ecclesiastico, per il mantenimento del quale Vassalli conseguì i vari ordini religiosi, fino a celebrare la sua prima messa il 5 giugno 1784, oltre un anno prima il termine consentito, cioè venticinque anni.

Nel 1785 Vassalli ottenne l’insegnamento di filosofia presso la scuola regia di Tortona, dove ebbe modo di distinguersi nell’ambito della didattica della fisica sperimentale. L’anno successivo pubblicò un ampio lavoro sui bolidi e le meteore, sostenendone l’origine elettrica (Memoria sopra il bolide degli 11 settembre 1784, e sopra i globi di fuoco in generale, Torino 1786). Il lavoro ottenne consensi da numerose personalità, fra cui Giuseppe Toaldo, Horace-Bénédict de Saussure e Jean Sénebier. Tramite Sénebier giunsero a Vassalli anche i complimenti del celebre Lazzaro Spallanzani, che tenne sempre in grande considerazione il ricercatore piemontese. Critico nei confronti delle sue argomentazioni si mostrò invece Alessandro Volta. Fu il primo di una serie di contrasti destinati a culminare nella controversia sul galvanismo, sostenuto da Vassalli e negato da Volta, che condusse quest’ultimo alla costruzione del primo modello di pila.

Nel 1789, l’anno della Rivoluzione francese, Vassalli pubblicò a Torino un’opera intitolata Memorie fisiche dedicate a S. Em. Reverendissima Vittorio Gaetano Cardinale Costa arcivescovo di Torino. La quinta e ultima parte, Sperienze sopra l’elettricità de’ topi di casa, e de’ gatti domestici, era interamente dedicata al tema dell’elettricità animale, da tempo al centro degli interessi degli scienziati sabaudi. Non è un caso che fosse stato proprio lo zio Giuseppe Eandi a scrivere una fortunatissima recensione, pubblicata sulla Biblioteca oltremontana (1791, vol. 1), al De viribus electricitatis in motu musculari commentarius (Bononiae 1791) di Luigi Galvani, che permise una più ampia circolazione delle sue ricerche. A Torino si formò un Comitato galvanico al quale aderirono fra gli altri, oltre a Eandi e Vassalli, Francesco Rossi, Giuseppe Giacinto Rizzetti, Costanzo Benedetto Bonvicino e Giovanni Antonio Giobert, uno dei principali sostenitori della nuova chimica di Antoine-Laurent de Lavoisier in Italia.

L’analisi dei rapporti tra i fenomeni meteorologici e l’agricoltura fu un altro degli interessi costanti nella carriera di Vassalli, il quale entrò a far parte della Società agraria torinese, nata nel 1785, ancor prima di essere nominato membro dell’Accademia delle scienze di Torino, il 17 novembre 1791, istituzione di cui sarebbe divenuto una delle figure più eminenti.

Il 3 agosto 1792 Vassalli fu nominato professore sostituto di fisica sperimentale all’Università di Torino, grazie all’interessamento del cardinale Vittorio Costa di Arignano, al quale aveva dedicato le Memorie fisiche, divenuto magistrato della riforma. Assieme allo zio, Anton Maria iniziò così a realizzare un manuale in due volumi, Physicae experimentalis lineamenta ad subalpinos (Taurini 1793-1794), destinato ad avere un grande successo. Giacinto Carena (1826) avrebbe scritto nel ricordo del maestro che tra i motivi della realizzazione ci fu anche quello «di supplire almeno in parte, col fisico insegnamento, alla mancanza di quello della Chimica, e della Storia che chiamano naturale», due scienze che in quel momento non avevano ancora ottenuto «gli onori della cattedra» (p. XXXV). Spallanzani (2005) elogiò il manuale «pel metodo, per la molta e scelta erudizione, per la solidità della dottrina, e per la precisione, e chiarezza» (p. 7). Vassalli, in particolare, oltre alla parte dedicata all’astronomia, realizzò le sezioni riguardanti i fenomeni termici e ottici, la mineralogia e l’elettrologia. Nel manuale tutti gli argomenti erano preceduti da un’introduzione storica e accompagnati da una bibliografia scelta e numerose annotazioni. I problemi della diffusione della cultura scientifica, dell’istruzione pubblica e dell’educazione nel suo complesso furono sempre al centro delle attenzioni di Vassalli e, in quest’ottica, egli dette un rilievo particolare alla conoscenza della storia della scienza. Nel 1795 Eandi e Vassalli pubblicarono a Torino un ulteriore manuale, Geometriae elementa ad subalpinos, anch’esso molto diffuso.

Il 28 aprile 1796 Napoleone, che aveva assunto il comando dell’Armée d’Italie il 2 marzo precedente, costrinse l’esercito sabaudo all’armistizio di Cherasco, cui fece seguito il 15 maggio la Pace di Parigi. Vittorio Amedeo III morì poco dopo, in ottobre, e a lui succedette Carlo Emanuele IV. Il Regno di Sardegna riuscì a barcamenarsi in questa difficile situazione fino all’8 dicembre 1798, quando si verificò la capitolazione definitiva di Torino, con il conseguente crollo della monarchia. Nel febbraio del 1799, con il Piemonte ormai sotto il controllo francese, Vassalli si trasferì per un certo periodo a Parigi, chiamato a sostituire Prospero Balbo nella Commissione pesi e misure incaricata di definire il nuovo sistema metrico decimale. Vassalli conosceva bene la materia, visto che l’anno precedente aveva pubblicato il Saggio del sistema metrico della Repubblica francese (Torino 1798). Oltre a stringere amicizia con i membri della commissione, ed essere introdotto da Joseph-Louis Lagrange negli ambienti scientifici parigini, Vassalli ebbe anche l’occasione di pubblicare alcune note sul Journal de physique diretto da Jean-Claude Delamétherie, relative al galvanismo e all’uso terapeutico dell’elettricità (Sur le galvanisme, et sur l’origine de l’électricité animale, 1799, vol. 48, pp. 336-339; Sur les phénomènes de la torpille, 1799, vol. 49, pp. 69-72).

Mentre Vassalli era a Parigi, il Piemonte affrontò un momento assai delicato. Non molto tempo dopo la sua partenza, nel marzo del 1799, gli eserciti della seconda coalizione contro la Francia entrarono in Lombardia e avanzarono verso il Piemonte. Il 26 maggio il maresciallo russo Aleksandr Vasil′evič Suvorov dichiarò ripristinato il governo di Carlo Emanuele IV. Ma il 14 giugno 1800, dopo la vittoria di Napoleone sulle truppe austriache a Marengo (vicino Alessandria), il Piemonte tornò a essere occupato dai francesi. Durante questo turbolento periodo, Giuseppe Eandi morì a Torino il 1° ottobre 1799, nominando suo erede il nipote Anton Maria, il quale, da quel momento, assunse il cognome di Vassalli-Eandi.

Alla riapertura dell’Università, nel novembre del 1800, Vassalli-Eandi assunse definitivamente la titolarità della cattedra di fisica sperimentale, coadiuvato dal giovane Giacinto Carena (originario di Carmagnola, località non distante da Torino, nella quale aveva compiuto gli studi secondari), destinato a diventare uno dei nomi più prestigiosi della cultura sabauda nell’età del Risorgimento.

Nel 1799 Carena era stato ammesso al collegio delle Provincie, dove esercitò anche le funzioni di ripetitore di filosofia. I suoi interessi erano in linea con quelli del maestro, spaziavano dall’agricoltura al galvanismo alla meteorologia, e si caratterizzavano per la loro matrice sperimentale. Vassalli-Eandi affidò a Carena l’incarico di preparatore delle esperienze fisiche e di conservatore del laboratorio dell’Università. Tra coloro che iniziarono a seguire le lezioni di Vassalli-Eandi in questo periodo spicca il nome di Amedeo Avogadro, il quale frequentò i corsi di fisica sperimentale come semplice uditore, riuscendo tuttavia a intraprendere ugualmente un percorso istituzionale in ambito scientifico, nonostante fosse laureato in giurisprudenza. Gli insegnamenti di Vassalli-Eandi, che esaminò anche la prima memoria scientifica del giovane ricercatore torinese (Avogadro, 2006), ebbero su di lui un’influenza notevole, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della conoscenza della storia della scienza e l’aggiornamento bibliografico, che rappresentarono uno dei tratti distintivi del metodo di indagine di Avogadro.

Durante il periodo napoleonico Vassalli-Eandi produsse notevoli sforzi per vincere la battaglia sul galvanismo, continuando a dedicare grande attenzione al tema dei rapporti tra fisica e medicina (Saggio sopra il fluido galvanico, in Memorie di matematica e di fisica della Società italiana delle scienze, X (1803), 2, pp. 733-765). Dette anche l’avvio a un imponente programma di ricerche meteorologiche che consentisse di stabilire le relazioni tra i fenomeni atmosferici, i prodotti della terra, la sanità degli uomini e quella degli animali.

Nel 1805 Napoleone gli concesse la Legion d’onore e fu nominato segretario del Gran consiglio d’amministrazione dell’Università di Torino. Nel 1810 divenne presidente della Società agraria di Torino e nel 1812 assunse la direzione della Specola e del Museo di storia naturale di Torino. Ebbe quindi modo di occuparsi della situazione dell’istruzione pubblica in Piemonte.

Dopo la caduta di Napoleone, a Vassalli-Eandi non venne perdonato il ruolo di spicco durante la dominazione francese. Gli venne tolta la cattedra di fisica sperimentale e al suo posto venne chiamato il sacerdote Giorgio Follini, dal mediocre curriculum scientifico. La rimozione di Vassalli suscitò sdegno e reazioni negative in ambito internazionale, nonostante il processo di restaurazione in atto nei vari Paesi. Così scriveva Filippo Asinari di San Marzano, rappresentante del Regno di Sardegna al Congresso di Vienna, al ministro degli Esteri sabaudo Alessandro di Vallesa, il 25 novembre 1814: «Ultimamente è apparso sui giornali viennesi un articolo tratto dalle gazzette italiane, riguardante la nostra Università, che ha suscitato sensazione. Ha prodotto reazioni da parte di tutte le assemblee ed ha molto colpito anche l’Imperatore Alessandro. Veniamo considerati come dei barbari che cacciano gli intellettuali, e tutti sono indignati per l’esclusione di Vassalli» (Segre, 1928). Forse anche per questo motivo Vittorio Emanuele I stabilì, con lettere patenti del 3 dicembre 1814, che Vassalli mantenesse la direzione della Specola e del Museo di storia naturale. Venne inoltre nominato professore di fisica (avendo anche in questo caso Carena come sostituto) presso la nuova Accademia militare, aperta nel novembre del 1815, e impartì lezioni private di fisica al principe di Carignano, Carlo Alberto.

Nell’ultimo periodo della sua vita, abbandonata la battaglia sul galvanismo, si dedicò in particolare alle rilevazioni meteorologiche e allo studio dei problemi agricoli, acquistando anche un piccolo podere allo scopo di eseguire i suoi esperimenti, costantemente assistito dal nipote, Secondo Berruti, che fu anche il suo primo biografo.

Vassalli fu membro di numerose e prestigiose accademie e società nazionali e internazionali.

Morì a Torino il 5 luglio 1825.

Fonti e Bibl.: G.A. Eandi, Lettera di un amico al conte Prospero Balbo col ragguaglio delle sperienze di Luigi Galvani accademico bolognese intorno all’azione dell’elettricità ne’ movimenti muscolari, in Biblioteca oltremontana, 1791, vol. 1, pp. 261-282; S. Berruti, Saggio sulla vita e sugli scritti del prof. A. M. V.-E., Torino 1825; G. Carena, Notizie biografiche del prof. abate A. M. V.-E., in Memorie della Reale Accademia delle scienze di Torino, XXX (1826), pp. XIX-XLI; A. Segre, Il primo anno del ministro Vallesa (1814-1815). Saggio di politica sarda, interna ed estera, nel primo anno della Restaurazione, in Biblioteca di storia italiana recente, X (1928), pp. 165 s.; M. Ciardi, Medicina, tecnologia civile e militare, filosofia naturale. L’insegnamento della fisica nel Regno di Sardegna, in Studi settecenteschi, XVIII (1998), pp. 217-247; Id., La fine dei privilegi. Scienze fisiche, tecnologia e istituzioni scientifiche sabaude nel Risorgimento, Firenze 1999; L. Spallanzani, Edizione nazionale delle opere, parte IV, Opere edite direttamente dall’autore, VII, 1793-1798, a cura di M. Ciardi, Modena 2005; A. Avogadro, Tre manoscritti inediti, a cura di M. Ciardi, Firenze 2006; A.M. Vassalli-Eandi, Saggio sopra l’educazione e l’istruzione pubblica, a cura di P. Bianchini, Torino 2015.

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