MONGITORE, Antonino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 75 (2011)

MONGITORE, Antonino

Nicoletta Bazzano

MONGITORE, Antonino. – Nacque a Palermo il 4 maggio 1663 da Giuseppe e da Anna Abbate.

Giovanissimo fu istradato dal padre, contabile, a seguire le sue orme; tuttavia, nel tempo libero il M. si dedicò, da autodidatta, agli studi di diritto e teologia.

Scrisse componimenti in latino, italiano e siciliano e due tragedie di argomento sacro, su s. Pietro e su s. Tecla, che distrusse vergognandosi della loro ingenuità. Il M. dimostrò presto grande interesse per la storia della Sicilia. Tale passione lo indusse a compulsare con acribia le storie di Palermo e dell'isola e a fare «raccolta di quasi tutti gli autori che ànno scritto delle cose di Sicilia» (Serio Mongitore, cc. nn.). Entrò così in contatto con altri eruditi siciliani, in particolare con Vincenzo Auria, per il quale svolse lavori come copista. Nel 1680 cominciò a stendere un diario che avrebbe continuato a scrivere sino al 13 maggio 1743, un mese prima della sua morte (Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX, a cura di G. Di Marzo, in Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, VII-IX, Palermo 1869-77).

Non sappiamo quando prese gli ordini ecclesiastici. Protetto da Francesco Marchese, canonico palermitano, entrò nell’entourage dell’arcivescovo di Palermo, Ferdinando Bazan y Manriquez, che lo impiegò come cappellano, segretario ed elemosiniere. Grazie alle periodiche riunioni organizzate dall’arcivescovo il M. ebbe modo di far conoscere la sua erudizione e i suoi talenti letterari. Nel 1695 pubblicò a Palermo, anonimo, il Breve compendio della vita di s. Francesco di Sales, vescovo e principe di Ginevra. Negli anni successivi la sua produzione si incentrò sulle agiografie dei santi palermitani. La fama conquistata con queste prime opere fu tale da essere accolto, nel 1702, nell’Accademia degli Spensierati di Rossano; tre anni più tardi entrò a far parte dell’Accademia dell’Arcadia con il nome di Lipario Triziano. Nel 1707 pubblicò a Palermo il primo volume della Bibliotheca Sicula sive de scriptoribus Siculis, un repertorio di autori siciliani esemplato sulla Bibliotheca Neapolitana di Niccolò Toppi; grazie a quest’opera, il cui secondo volume vide la luce nel 1714, conquistò l’apprezzamento di L.A. Muratori e fama europea. In seguito alla pubblicazione del primo volume della Bibliotheca Sicula fu insignito di un canonicato della cattedrale di Palermo.

Nel 1717 la Deputazione del Regno di Sicilia gli conferì l’incarico di curare la riedizione degli atti parlamentari del Regno, premettendovi un’introduzione storica. Formalmente tale committenza era giustificata dal lungo lasso di tempo intercorso dalla pubblicazione del precedente volume, che raccoglieva i materiali relativi alle assemblee parlamentari tenutesi in Sicilia tra il 1494 e il 1658, curato da Andrea Marchese, barone di Oronte e stampato nel 1659; in realtà l'operazione aveva un preciso significato politico. La nuova edizione dei Parlamenti generali ordinarij et straordinarj… (Palermo 1717), che conteneva anche gli atti dei parlamenti celebratisi dal 1661 al 1714 raccolti da Pietro Battaglia, era stata commissionata dopo la celebrazione del Parlamento nel 1714 da parte del nuovo re di Sicilia, asceso al trono alla conclusione della guerra di successione spagnola, Vittorio Amedeo II di Savoia.

Questi, in occasione della riunione parlamentare, aveva manifestato l’intenzione di rinnovare profondamente l’amministrazione isolana e di perseguire una politica di riforme, che aveva tra i suoi cardini il ridimensionamento della nobiltà feudale e la stesura del catasto fondiario.

Preoccupata dal programma regio, la Deputazione del Regno aveva scelto per la cura della nuova edizione degli atti parlamentari il M., noto per l’ostilità nei confronti del nuovo sovrano. Nelle Memorie istoriche anteposte agli atti parlamentari, il M. elaborò un autentico manifesto della feudalità e del clero dell’isola, in aperto contrasto con il centralismo sabaudo. Il M. ricostruì la storia del diritto pubblico siciliano, enfatizzando sia il potere del Regno, che trovava espressione nell’assise parlamentare rispetto a quello del re, sia il carattere contrattuale del patrimonio normativo isolano, frutto di un accordo fra il Parlamento e il sovrano. Tra l’altro il M. ricordava, in aperta polemica con il regalismo piemontese, che il clero siciliano, per pagare il donativo alla Corona, doveva avere licenza dal pontefice. Tali argomenti irritarono fortemente il governo sabaudo che, nel novembre del 1717, intimò alla Deputazione del Regno di inviare a corte un volume dell’opera e, intanto, di impedirne distribuzione e vendita nell’isola. Nel febbraio del 1718 giunse da Torino l’ordine di sequestrare tutte le copie dei Parlamenti generali e di trasportarli nei locali della segreteria viceregia. La sera del 2 luglio, proprio quando a seguito dello sbarco delle truppe spagnole vicino Palermo avvenuto il giorno prima si avviava a conclusione l’esperienza sabauda in Sicilia, gli esemplari dell’opera furono pubblicamente bruciati per volere del viceré Annibale Maffei. Le Memorie istoriche sarebbero state ripubblicate postume nel 1749 nell’edizione palermitana dei Parlamenti generali curata dal nipote del M., Francesco Serio Mongitore.

Nel 1719 il M., insieme con lo storico palermitano Gaetano Giardina, fondò l’Accademia dei Geniali. Fra il 1719 e il 1720 pubblicò in due grossi tomi distinti in quattro libri Palermo divoto di Maria Vergine, e Maria Vergine protettrice di Palermo.

Il testo, che si ispira alla mariologia tardo seicentesca e in particolare agli scritti di Ippolito Marracci della Compagnia dei chierici della Madre di Dio, è percorso da un fervore assoluto. Il M. invita i credenti a una devozione cieca, caratterizzata da pratiche di mortificazione fisica e dall’indiscussa ubbidienza alle autorità religiose: atteggiamento che meritò una dura condanna da parte di Muratori.

Il 12 genn. 1721 il M. diede vita alla Colonia Oretea degli Arcadi. Nel 1724 fu accolto nell’Accademia degli Infimi Rinnovati di Nardò. Nello stesso anno pubblicò a Palermo l’Atto pubblico di fede solennemente celebrato nella città di Palermo a 6 aprile 1724 dal tribunale del S. Uffizio di Sicilia, dedicato alla maestà c.c. di Carlo VI imperatore e III re di Sicilia.

Gli inquisitori siciliani, che avevano commissionato il testo, lo apprezzarono tanto da finanziarne la pubblicazione. Il M. esordiva con un elogio del tribunale inquisitoriale e del suo operato nel Regno, «da cui è stato sempre conservato nella purità della Cattolica Religione, da che fu in essa fondato; poiché egli invigilando alla sua custodia, non ha mai permesso, che sorgesse a contaminarlo pestifero fiato d’empia dottrina, opposto al candore della Santa Fede» (p. 1). I committenti, inoltre, premiarono l’autore con una croce d’oro del valore di 20 scudi e con la nomina, il 7 ag. 1724, a qualificatore e consultore del tribunale del S. Uffizio. L’Atto pubblico di fede, che raccontava la solenne esecuzione di suor Geltrude Maria Cordovana di Caltanissetta e di frate Romualdo di S. Agostino di Caltanissetta, accusati di quietismo e molinismo, ebbe al di fuori dei confini siciliani ampia notorietà. Ristampato a Bologna nel 1868 da Ferdinando Guidicini, meritò l’attenzione di Victor Hugo, di Ernest Renan e del criminalista Francesco Carrara, tutti concordi nel condannare gli atti descritti nel testo.

Sempre attento nella salvaguardia dell’ordine tradizionale, nel 1730 il M., insieme con il palermitano Lorenzo Migliaccio, il padovano Giovanni Felice Palesi e il senese Paolo Valesi, fondò l’Accademia degli Ereini. L’istituzione, che godeva della protezione di Federico Napoli, principe di Resuttana, si era data l’obiettivo di rivaleggiare con l’Accademia del Buon Gusto, nata nel 1718 ispirandosi al moderato riformismo di Muratori. Proprio durante una seduta dell’Accademia del Buon Gusto, nel 1733, il sacerdote taorminese Domenico Di Leo criticò l’idea, a quel tempo assai diffusa, che la fondazione della Chiesa di Palermo fosse di origine apostolica. Sotto uno pseudonimo il M. scrisse un’infuocata risposta, il Discorso apologetico di Filatete Oreteo intorno all’origine e fondazione della Chiesa palermitana dal principe degli apostoli s. Pietro (Palermo 1733), ribadendo con forza la veridicità della tradizione. Nel 1734 il M., sotto lo pseudonimo di Mopso Triseldo, curò la pubblicazione a Roma delle Rime degli Ereini di Palermo: lavoro collettaneo del sodalizio che, alla morte del principe di Resuttana, nel 1736, fu accolto nelle stanze del palazzo di Bernardo Montaperto, principe di Raffadali. Nel 1735, in occasione dell’incoronazione a Palermo di Carlo di Borbone, scrisse il Discorso istorico su l’antico titolo di Regno concesso all’isola di Sicilia, rimarcando il ruolo inalienabile di capitale di Palermo, cuore di un Regno libero dal diritto pontificio dell’investitura, e dando al tempo stesso rilievo all’autonomia giuridica e disciplinare della Chiesa isolana. Nel 1737 risulta che il M. abbia collaborato con alcuni ecclesiastici della cittadina di Tusa, intenzionati a fondare un’Accademia, per la quale redasse lo statuto, suggerì il nome e l’impresa. Nel 1738 fu cooptato all’interno dell’Accademia dei Gioviali di Catania; nel 1739 entrò a far parte dell’Accademia degli Aretusei di Siracusa. Nel 1742-43 pubblicò a Palermo, due volumi della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili, in cui illustrò le manifestazioni inspiegabili, insolite o mostruose in natura, con limitate cognizioni scientifiche e con ridotto spirito critico, malgrado le sue osservazioni fossero suffragate da numerose citazioni di testi antichi, medievali e moderni.

Il M. morì a Palermo il 6 giugno 1743 ed ebbe solenni funerali nel duomo cittadino.

Opere. Della copiosa produzione del M., in buona parte ancora da analizzare, oltre alle opere citate nel testo si segnalano quelle manoscritte custodite presso la Biblioteca comunale di Palermo (Mss., Qq. D. 81, n. 1: Compendio della storia della città di Lipari di Pietro Campi; Qq. C. 93: Onomasticum urbium, castellorum, portarum, stationum, montium, fluminum et insularum prope Siciliam ; Qq. E.147-148: Memoria de’ ciantri, arcidiaconi, decani, tesorieri e canonici di Palermo; Qq. C. 70 bis: L'ingratitudine della patria. O sia il genio di Palermo, contrario alle leggi divine ed umane, irragionevole più che bestiale) e le seguenti opere a stampa, pubblicate a Palermo salvo diversa indicazione: Il trionfo palermitano nella solenne acclamazione del cattolico re delle Spagne e di Sicilia Filippo V festeggiato in Palermo a 30 gennaro 1701 (1701); Vita dei due santi Mamiliani arcivescovi e cittadini di Palermo e de’ suoi discepoli pure palermitani, cioè s. Mamiliano martire, Ninfa, Procolo, Eustozio e Golbodeo, e di s. Mamiliano confessore, di Senzio prete, Coswaldio, Eustochio ed Infante monaci e confessori (1701); Vita di s. Filarete confessore palermitano dell’Ordine di S. Basilio, col ragguaglio dell’invenzione del suo corpo in Calabria, traslazione del suo braccio in Palermo, e relazione delle pompe festive per la stessa translazione accoppiate alla solennità di s. Rosalia nel 1703 (1703); Compendio della vita di s. Rosalia, vergine romita palermitana (1703); Divertimenti geniali, osservazioni e giunte alla Sicilia inventrice del dottor Vincenzo Auria (1704); Palermo santificato dalla vita dei suoi santi cittadini, vita dei santi e beati palermitani (1708); Vita del beato Antonio Chiaramonte palermitano, dell’Ordine di S. Basilio patriarca alessandrino (1708); Vita del beato Giambattista da Palermo dei minori conventuali (1708); Vita di s. Oliva, vergine e martire palermitana (1709); Vita del beato Agostino Novello palermitano della nobile famiglia Termine dell’Ordine di S. Agostino (1710); Memorie storiche della fondazione del venerabile monastero di S. Maria di Tutte le Grazie nella città di Palermo detto S. Vito, del Terz’Ordine di S. Francesco, con la vita dei suoi fondatori e di alcune religiose morte in esso con fama di santità (1710); Vita di d. Vincenzo Auria palermitano [detto tra gli Arcadi] Imante Tegeatico (in Vite degli illustri arcadi, III, Roma 1714, pp. 104-128); Apologetica epistola Philateti Orethei de patria s. Silviae Panormithanae Gregorii Magni matris ad Parthenium Graphiophilum (1715); Vita del servo di Dio sacerdote Giuseppe Quartararo (1715); Compendio della vita e virtù della serva di Dio suora Rosaria Caterina alias detta di Gesù palermitana (1718); Monumenta historica sacrae domus mansionis ss. Trinitatis militaris Ordinis Theuthonicorum (1721); Vita del servo di Dio sacerdote Giuseppe Filingeri dei principi di S. Flavia (1725); Istoria del monastero dei Settangeli nella città di Palermo dell’Ordine delle minime di S. Francesco di Paola (1726); Palermo ammonito, penitente e grato nel formidabile terremoto del 1 ottobre 1726, narrazione storica (1727); Il mostro di Palermo proposto da monsignor Antonio di Guevara nella pseudovita dell’imperatore Marco Aurelio convinto favoloso (1727); Vita del gran servo di Dio Paolo Riggio e Saladino palermitano (1728); Vita di mons. Gasch arcivescovo di Palermo (1729); Memorie della vita del canonico Francesco Marchese palermitano (1728); Le porte della città di Palermo al presente esistenti (1732); Bulla, privilegia et instrumentorum Panormitanae Metropolitanae Ecclesiae illustrata (1734); Discorso storico sull’antico titolo di Regno conceduto all’isola di Sicilia (1735); Discorso storico della cattolica religione del Regno di Sicilia nel tempo del dominio dei Saraceni (in Raccolta di opuscoli di autori siciliani, VII, 1795); Il monastero e la chiesa di S. Spirito o dei Vespri in Palermo... (a cura di V. Di Giovanni, 1882); Memorie dei pittori, scultori, architetti, artefici in cera siciliani (a cura di E. Natoli, 1977); Le compagnie, le confraternite, le chiese di nazioni, di artisti e di professioni, le unioni, le congregazioni e le chiese particolari, le chiese destrutte di A. M., in V. Vadalà, Palermo sacro e laborioso (Palermo 1987, pp. 42-243); Storia delle chiese di Palermo: i conventi (a cura di F. Lo Piccolo, I-II, 2009).

Fonti e Bibl.: Palermo, Biblioteca comunale, Mss., Qq.E.146: F. Serio Mongitore, Il cittadino benemerito e gorioso espresso nella vita, virtù e vastissima letteratura del celeberrimo A. M. palermitano, canonico della Santa Metropolitana Chiesa di Palermo, giudice sinodale, qualificatore e consultore del tribunale della S. Inquisizione per Regno di Sicilia; 2Qq.H1, n. 6: F. Cangiamila, Orazione recitata nella Colonia Oretea in lode del canonico d. A. M. detto Lipario Triziano; 2Qq.G.109: G.A. Ciantar, Sonetto al canonico M. per l’opera sua intitolata la Bibliotheca Sicula; Qq.G.36, n. 20: G. Lancia, Carmina A. M. Panormitano; 2Qq.B.53: B. Oddo, All’eruditissimo ed imparegiabile merito dell’ill.mo, rev.mo sig. canonico d. A. M. per li suoi diversi libri e fatighe date alle stampe, sonetto; 2Qq. B. 53: I.M. Como, Ad ill.mun et rev.mum dominum d. A. M. majoris Eccleasie Panormitanae canonicum U. J. et S. T. doctorem, Accademiae Genialium Panormi praesidem, carmina; F. Testa, Ne’ funerali di A. M. canonico della Metropolitana Chiesa di Palermo, Palermo 1743; G.E. Ortolani, Biografia degli uomini illustri della Sicilia, I, Napoli 1818, pp. n.n.; D. Scinà, Prospetto della storia letteraria di Sicilia nel secolo decimottavo, Palermo 1859, pp. 6, 18 s., 116, 120-124; C. Minieri Riccio, Notizia delle accademie istituite nelle provincie napolitane, in Archivio storico per le provincie napoletane, III (1878), p. 301; G.M. Mira, Bibliografia siciliana, Palermo 1881, II, pp. 92-95; V. La Mantia, Origine e vicende dell’Inquisizione in Sicilia, Palermo 1977, pp. 93, 131; M. Gancia, A. M. e il suo tempo, in A. Mongitore, La Sicilia ricercata nelle cose più memorabili, Palermo 1981, pp. V-XVI; M.E. Alaimo, A. M.: chi era e com’era, ibid., pp. XVIII-XXXVII; V. Sciuti Russi, Costituzionalismo siciliano e centralismo piemontese in conflitto: i Parlamenti del Regno di Sicilia nelle «Memorie istoriche» di A.  Mongitore (1717), in Assemblee di Stati e istituzioni rappresentative nella storia del pensiero politico moderno (secolo XV-XX), Atti del convegno internazionale, Perugia... 1982, Rimini 1983, pp. 331-344; G. Giarrizzo, Cultura e economia nella Sicilia del '700, Caltanissetta-Roma 1992, pp. 30, 32: G. Bentivegna, Dal riformismo muratoriano alle filosofie del Risorgimento. Contributi alla storia intellettuale della Sicilia, Napoli 1999, pp. 18, 26, 47-51, 59, 105 s.; D. Novarese, Introduzione, in Parlamenti generali ordinarj e straordinari, celebrati nel Regno di Sicilia…,  a cura di A. Romano, Soveria Mannelli 2001, pp. XIX-XLIX; D. Novarese - A. Romano, Introduzione, in Parlamenti generali del Regno di Sicilia…,  a cura di D. Novarese - A. Romano - C. Torrisi, I, Messina 2002, pp. XIII-XXXII.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Guerra di successione spagnola

Vittorio amedeo ii di savoia

Patriarca alessandrino

Arcivescovo di palermo

Francesco carrara