Canòva, Antonio. - Scultore (Possagno 1757 - Venezia 1822). Dal nonno, capomastro e scalpellino, imparò i primi elementi del mestiere; per interessamento del senatore Falier, che ne aveva avvertito le doti eccezionali, fu mandato a studiare a Venezia, con G. Bernardi-Torretti, poi con G. Ferrari. Le prime opere (1773-79) risentono del gusto settecentesco (Orfeo ed Euridice, 1773; Apollo; busto di P. Renier; Dedalo e Icaro, 1779). Con l'architetto G. A. Selva, il C. si recò a Roma (1779), e vi si stabilì nel 1781. Nel Teseodel 1781, e nel Monumento a Clemente XIV (1783-87) nella chiesa dei SS. Apostoli, si avvertono i primi segni dell'influenza degli ideali neoclassici sulla sua arte, più chiaramente visibili nella serie di sculture di soggetto mitologico eseguita negli ultimi anni del Settecento (Eros giovinetto, Amore e Psiche, Ebe, Venere e Adone, Ercole e Lica). Dopo un viaggio a Vienna, dove ebbe l'incarico del Monumento funebre di Maria Cristina, tornò a Roma (1799) e poco dopo cominciò a lavorare per Napoleone (busto e statua nuda di Napoleone, ritratto di Paolina Borghese come Venere vincitrice, ritratto di Maria Letizia, ecc.). Tra il 1800 e il 1815, assurto a fama europea, scolpiva il Perseoe i due Pugilatori, molti bassorilievi tombali, il Monumento a Vittorio Alfieri in S. Croce a Firenze, ecc. A Parigi, dove già era stato nel 1802 e nel 1810 chiamato da Napoleone, tornò nel 1815 per rivendicare all'Italia i tesori d'arte asportati dai Francesi; condotta a buon termine la missione, si spinse fino a Londra dov'ebbe la rivelazione dell'arte fidiaca dinanzi alle sculture del Partenone. Agli ultimi anni del C. appartengono: Le tre Grazie, Marte e Venere, il Monumento degli Stuart in S. Pietro, il Monumento di Carlo III di Borbone a Napoli. L'arte del C. ebbe un'influenza enorme sulla scultura del primo Ottocento: artisti d'ogni paese si formarono alla sua scuola e ne diffusero ovunque i principî e i modi. Se oggi la scultura del C. può apparire talvolta fredda e accademica, e troppo palesemente legata a un programma culturale, qualità vive di essa rimangono la compostezza dei gesti, l'eleganza armoniosa delle forme, la sensibilità del modellato. ▭ Tav.
L'artista che fa rivivere le sculture della Grecia antica
Vissuto a cavallo fra Settecento e Ottocento, lo scultore Antonio Canova, come molti suoi contemporanei, reputava i capolavori della scultura greca, con i corpi perfetti degli atleti e le figure bellissime delle dee, il livello più alto mai ...
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 18 (1975)
Figlio di Pietro e di Angela Zardo "Fantolin" di Crespano, nacque a Possagno (Treviso) il 1º nov. 1757. Il padre, "lavoratore in pietra e architetto" (Bassano, Museo civico, ms. D 7-6022: "Biogr. anonima"), morì a ventisei anni, quando il CANOVA, Antonio non ne aveva ancora quattro. Essendosi la madre ...
Il celebre scultore (Possagno 1757 - Venezia 1821), protagonista del gusto neoclassico, sviluppò la sua arte da un sottile naturalismo settecentesco, che si riallaccia alla tradizione cinquecentesca veneta, giungendo al rigore stilistico del suo più fortunato periodo romano, in cui seppe spesso trovare ...
Scultore e pittore, nato in Possagno il 1° novembre 1757, morto a Venezia il 13 ottobre 1822. Di famiglia benestante, ma impoverita da infelici speculazioni, perdette il padre a tre anni, e mentre la madre, passata presto a seconde nozze con Francesco Sartori, si trasferiva a Crespano, egli rimase col ...
cànova (ven. anche càneva) s. f. [lat. tardo canăba (forse dal gr. κάνναβος «scheletro ligneo»), che designava le baracche, unite in villaggi, sorte presso i campi militari romani come abitazioni di vivandieri, mercanti, donne], region. – 1. Bottega dove...
sant’Antònio. – Nome di alcuni santi, di cui noti soprattutto sant’Antonio da Padova (c. 1195-1231) e sant’Antonio abate (morto vecchissimo, a circa 105 anni, nel 356), che fa parte di alcune locuz. del linguaggio com.: con riferimento al primo, catena...