Di Piètro, Antonio

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Magistrato e uomo politico italiano (n. Montenero di Bisaccia 1950). Nei primi anni Novanta del Novecento è divenuto uno dei simboli delle inchieste di tangentopoli e ha raggiunto una larga popolarità. Entrato in politica, è stato più volte ministro nei governi di centro-sinistra (1996; 2006-2008) e ha dato vita al movimento politico L'Italia dei valori.

Vita e attività

Passato per il ruolo del Corpo di polizia presso il ministero dell'Interno ed entrato poi (1981) nella magistratura, dal 1985 esercitò le funzioni di sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Milano. Nel 1991 si impegnò in complesse indagini che misero in luce una diffusa corruzione nei rapporti tra classe politica e sistema delle imprese. Nell'aprile 1995, in un contesto caratterizzato da forti tensioni in campo politico e giudiziario, decise di dare le dimissioni dalla magistratura. Nei mesi successivi, fu coinvolto in diverse vicende giudiziarie. Prosciolto dalle accuse, dopo la vittoria dello schieramento di centrosinistra (l'Ulivo) nelle elezioni politiche dell'aprile 1996, entrò a far parte del governo presieduto da R. Prodi come ministro dei Lavori pubblici, ma nel novembre dello stesso anno, a seguito di un'ennesima inchiesta giudiziaria, diede le dimissioni. Nel novembre 1997, candidato del centrosinistra nelle elezioni suppletive svoltesi nel collegio toscano del Mugello, divenne senatore, e nel marzo 1998 diede vita al movimento politico L'Italia dei valori, che pose tra i suoi primi obiettivi la raccolta delle firme necessarie allo svolgimento di un referendum volto ad abrogare la quota proporzionale nelle elezioni della Camera dei deputati. Nel febbraio 1999 il suo movimento confluì nella nuova formazione politica Democratici per l'Ulivo (in seguito, I Democratici), promossa da Prodi in vista delle elezioni europee, nelle quali fu eletto deputato. Capogruppo de I Democratici al Senato (febbr. 2000), nel maggio 2000, rifiutata la fiducia al governo Amato, lasciò il partito e fondò un proprio autonomo movimento (la Lista Di Pietro), alternativo sia allo schieramento di centrosinistra sia allo schieramento di centrodestra, che pose al centro del proprio programma politico il rilancio della questione morale. Nelle elezioni politiche del maggio 2001 il partito ottenne il 3,9% dei voti (quota proporzionale alla Camera) e riuscì a eleggere un solo senatore (poi passato nelle file di Forza Italia); Di P., candidatosi alla Camera, non venne eletto. Nel maggio 2006, a seguito della vittoria della coalizione di centrosinistra nelle elezioni politiche del 9 e 10 aprile, è entrato a far parte, come ministro delle Infrastrutture, del nuovo esecutivo guidato da R. Prodi. Nelle elezioni politiche dell'aprile 2008 il suo L'Italia dei valori, in coalizione con il Partito Democratico, ha ottenuto una discreta affermazione sia alla Camera sia al Senato; Di P. è stato eletto alla Camera. Alle elezioni politiche del 2013 ha sostenuto come candidato premier A. Ingroia e il suo partito è entrato a far parte insieme ad altri della coalizione Rivoluzione civile, che non ha ottenuto il quorum necessario per avere una rappresentanza parlamentare. Dopo la sconfitta elettorale Di P. si è dimesso dalla carica di presidente del partito da lui fondato. Nel 2016 è stato nominato presidente della società Autostrada Pedemontana Lombardia.

Opere

Tra le sue pubblicazioni si citano: Costituzione italiana. Diritti e doveri (1994), La mia politica (1997), Memoria (1999), Ad ogni costo. Battaglie e proposte per un'altra Italia (2010).

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