MAGINI, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 (2006)

MAGINI (Magini Coletti), Antonio

Marco Beghelli

Nacque a Jesi il 17 febbr. 1855, da Mariano e da Palmira Coletti. Trasferitosi presto a Roma, cominciò a lavorare come contabile in un'impresa commerciale. Dotato di una bella voce di baritono, intraprese lo studio del canto, continuando a mantenere il suo impegno lavorativo. Si iscrisse al conservatorio di S. Cecilia, dove fu allievo di V. Persichini ed ebbe M. Battistini come compagno di studi. In seguito si perfezionò con F. Graziani, E. Fagotti e G. Cima.

Debuttò sulle scene come Valentino nel Faust di Ch. Gounod al teatro Costanzi di Roma (30 maggio 1882). Fra i primi impegni, sostenuti prevalentemente in piazze minori, si ricordano un Faust a Foligno (1882), I promessi sposi di A. Ponchielli e Rigoletto di G. Verdi a Livorno (teatro Rossini, autunno 1882), Il trovatore di Verdi a Padova (teatro dei Concordi, stagione 1882-83); presto divenne l'interprete di riferimento per il personaggio di Escamillo in Carmen di G. Bizet (nel settembre 1883 al teatro Carcano di Milano; nel 1884 all'Argentina di Roma, al Bellini di Napoli, al Rossetti di Trieste).

La carriera internazionale si aprì definitivamente con una stagione di particolare successo al S. Carlos di Lisbona (1885-86), con due autentiche rarità anche per l'epoca, Matilde di Shabran di G. Rossini e Poliuto di G. Donizetti; al 1887 risale il debutto alla Scala di Milano (in Flora mirabilis di S. Samaras) e al Colón di Buenos Aires, al 1888-89 quello al Liceu di Barcellona; nella stagione successiva fu nuovamente a Lisbona.

Furono anche gli anni di un progressivo ampliamento del repertorio e fu apprezzato interprete nei ruoli seri come in quelli comici: Il barbiere di Siviglia di Rossini, Lucia di Lammermoor, La favorita e L'elisir d'amore di Donizetti, La Gioconda di Ponchielli e Aida di Verdi, ma anche i maggiori titoli del romanticismo francese, con Gli ugonotti, Dinorah e L'africana di G. Meyerbeer, La dannazione di Faust di H. Berlioz, I pescatori di perle di Bizet, Romeo e Giulietta di Gounod, Il re di Lahore di J. Massenet, fino alla recentissima Lakmé, di L. Delibes, di cui, ancora quasi agli esordi, tenne a battesimo la prima esecuzione italiana (Roma, teatro Argentina, 31 marzo 1884).

Si fece apprezzare alla Scala come sostituto di V. Maurel in Aida (1887) e fu subito riconfermato (I pescatori di perle nel 1887, La Gioconda nel 1889), ma da quel teatro rimase assente per oltre un decennio e vi ritornò solo con A. Toscanini (La regina di Saba di K. Goldmark e L'elisir d'amore nel 1901, Il trovatore nel 1902, La dannazione di Faust, Luisa Miller e Un ballo in maschera di Verdi nel 1903). Alla Scala partecipò anche alla prima esecuzione assoluta dell'Edgar di G. Puccini (21 apr. 1889) e alla prima italiana dell'Euryanthe di C.M. von Weber (20 apr. 1902). Fu invece in occasione di una tournée russa nel 1891 (San Pietroburgo e Mosca) che si avvicinò alla produzione della cosiddetta Giovane scuola italiana, a partire da Cavalleria rusticana di P. Mascagni.

Dotato di una particolare facilità di estensione verso l'acuto e di un timbro vocale sostanzialmente chiaro, il M. tentò con scarso successo alcuni ruoli tenorili. Tornato definitivamente alla corda baritonale, aggiunse al suo catalogo ulteriori opere del grande repertorio (Don Giovanni di W.A. Mozart, Guglielmo Tell di Rossini, La traviata di Verdi), nonché quelle di più recente composizione come Cristoforo Colombo di A. Franchetti (Ferrara, Comunale, 1894-95), inoltre Otello e Falstaff di Verdi, Pagliacci di R. Leoncavallo, La bohème e Tosca di Puccini e, immancabilmente, Le maschere di Mascagni, partecipando, il 17 genn. 1901, a una delle sei prime esecuzioni simultanee della nuova opera (quella allestita alla Scala).

Il M. prese inoltre parte a numerose prime esecuzioni di autori meno noti: Anna e Gualberto di L. Mapelli (Milano, Manzoni, 4 maggio 1884), La fata del Nord di G. Zuelli (ibid.), Il profeta velato del Korasan di D. Napoletano (Napoli, S. Carlo, 1 apr. 1893), La fioraia di Lugano di E. Ortiz de Zárate (Santiago, Municipal, novembre 1895), Giovanni Huss di A. Tessaro (Treviso, Sociale, 3 nov. 1898), Consuelo di A. Rendano (Torino, Vittorio Emanuele, 25 maggio 1902), Maometto II di A. De Lorenzi Fabris (nuova versione, Firenze, Pergola, 1 maggio 1903), Benvenuto Cellini di A. Tubi (Parma, Regio, 21 febbr. 1906), Il pane altrui di G. Orefice (Venezia, La Fenice, 19 genn. 1907).

Importante anche l'impegno del M. nel repertorio wagneriano, eseguito principalmente a Milano in lingua italiana: molto precocemente Lohengrin (Scala, marzo 1889 e Dal Verme, settembre 1894), poi Tristano e Isotta (dicembre 1900, alla Scala con Toscanini) e La Walkiria (dicembre 1901, ancora con Toscanini).

Benché la sua carriera si sia svolta principalmente in Italia, continuò a frequentare i maggiori teatri stranieri (una volta anche in Polonia), con particolare predilezione per quelli americani. Il debutto al Metropolitan Opera di New York, nella stagione 1891-92, fu segnato dall'interpretazione di Never ne Gli ugonotti (al fianco di Emma Albani e dei fratelli Jean ed Édouard de Reszke), di Roméo et Juliette (in francese), del Trovatore (con Lili Lehmann), di Aida (con la Lehmann e Jean de Reszke), ancora Lohengrin, Fidelio di L. van Beethoven (in italiano), Carmen e Cavalleria rusticana.

Il M. si ritirò dalle scene nel 1910. Morì a Roma il 19 luglio 1912.

Piuttosto intensa fu l'attività discografica, tra il 1902 e il 1908. A dieci brani incisi su Disco Zonofono nel 1902 (singole arie da Un ballo in maschera, Rigoletto, Don Giovanni, L'africana, Dinorah, Il barbiere di Siviglia, La Gioconda e tre da La dannazione di Faust), di scarsa efficacia sul piano della resa vocale, fece seguito una lunga lista di registrazioni per la Società italiana di fonotipia (38 matrici nel 1905-06, con accompagnamento pianistico, 26 nel 1907-08 con accompagnamento orchestrale), dedicate all'intero suo repertorio italiano e francese; fra i principali partner ebbe i soprani Eugenia Burzio, Regina Pinkert e Giannina Russ, i tenori Alessandro Bonci, Léon Escalaïs e Mario Gilion, il basso Oreste Luppi (cfr. Celletti, col. 504). Altre 17 matrici Fonotipia risalenti agli anni 1905-08 rimasero inedite. Si segnala inoltre un disco Artiphon, con due brani dalla Favorita. La serie completa delle registrazioni sonore del M. è raccolta in cd su etichette Bongiovanni e Lebendige Vergangenheit.

Fonti e Bibl.: R. Celletti, in Le grandi voci. Diz. critico-biografico dei cantanti, Roma 1964, I, col. 504 (con discografia a cura di R. Vegeto, coll. 505-508); M. Scott, The record of singing, I, London 1977, ad ind.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, pp. 570 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, pp. 584 s.

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