Pascale, Antonio

Enciclopedia on line

Scrittore e giornalista italiano (n. Napoli 1966). Dotato di una scrittura agile e comunicativa, ha felicemente coniugato le parallele vocazioni al racconto documentaristico di impronta sociologica e alla narrazione intimista ed emotiva, esordendo con il libro-reportage su Caserta La città distratta (1999), al quale hanno fatto seguito la raccolta di racconti La manutenzione degli affetti (2003) e il suo primo romanzo, Passa la bellezza (2005), in cui riesce a cogliere i drammi della società borghese contemporanea e le modalità con cui essi si riverberano nella coscienza individuale. Collaboratore di vari blog, oltre che de Il Mattino, Lo Straniero e Limes, P. è inoltre autore di saggi convincenti e ben costruiti che problematizzano con veemente impegno civile alcuni tratti della contemporaneità, quali Scienza e sentimento (2008); Qui dobbiamo fare qualcosa, sì ma cosa (2009), Questo è il paese che non amo. Trent'anni nell'Italia senza stile (2010), Democrazia: cosa può fare uno scrittore? (2011) e Pane e pace. Il cibo, il progresso, il sapere nostalgico (2012). Nel 2013 ha pubblicato il romanzo Le attenuanti sentimentali (2013, premio Dessì 2014), storia minima che è anche una ironica e rigorosa analisi di un caos interiore e dell’impossibilità della ragione a governarlo; tra le sue opere più recenti occorre ancora citare il racconto Il testimone silenzioso, pubblicato nel volume antologico Figuracce (2014) a cura di N. Ammaniti, la controguida ironica Non scendete a Napoli (2015), Le aggravanti sentimentali (2016) e La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini (2021, finalista Premio Campiello 2022).

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