SALIERI, Antonio

Enciclopedia Italiana (1936)

SALIERI, Antonio

Andrea Della Corte

Musicista, nato a Legnago il 19 agosto 1750, morto a Vienna il 7 maggio 1825. Era già esperto di musica, allorché Floriano Gassmann, incontratolo a Venezia, lo condusse, nel 1766, a Vienna. Colà fu incoraggiato e protetto anche da Gluck, da G. Scarlatti, da Metastasio, da Calzabigi. A diciannove anni esordì con un'opera comica, alla maniera dei veneziani. Passò poi all'opera seria con l'Armida, che egli dichiarò "di stile magico-eroico-amoroso, toccante il tragico", pensata evidentemente sotto l'influenza teoretica di Gluck. Rappresentata nel 1771, l'Armida trovò larga diffusione e stima soltanto dieci anni dopo. Fra le successive opere comiche è notevole La fiera di Venezia, ancora alla maniera di B. Galuppi e di D. Fischietti. Morto Gassmann nel '74, S. gli successe come compositore di corte. Contemporaneamente veniva nominato da Giuseppe II maestro di cappella di quell'Opera italiana, che dopo due anni fu sciolta per favorire l'arte nazionale. E al teatro nazionale tedesco contribuì, malgrado la scarsa conoscenza della lingua, con Der Rauchfangkehrer (Lo spazzacamino). Chiuso il teatro tedesco, ricominciata l'egemonia italiana, S. fu incaricato da Giuseppe II di ricostituire la compagnia italiana e di provvedere al repertorio. Compose allora La scuola dei gelosi. Un secondo periodo salieriano è quello che va dall'82 al '90 e comprende fra l'altro la sua maggiore tragedia, Les Danaïdes (rappresentata a Parigi invece di un'opera di Gluck, il quale, per favorire S., lasciò credere che fosse sua), Tarare, "opera nello stile tragicomico" e qualche altra tipica opera comica, come La grotta di Trofonio e Falstaff. Ritornato a Vienna dopo i successi parigini, vi ascese in fama e in autorità. Accanto a Haydn, eminentemente sinionista, a Mozart, che non riusciva a farsi amare, S. s'elevava come operista e didatta. Insegnò anche a Beethoven e a Schubert. Rinunciò alla direzione dell'Opera, capeggiò l'attività ufficiale della vita musicale viennese, istruì cori, partecipò alla fondazione della Società degli amici della musica. L'atto di congedo dalle cariche imperiali rendeva omaggio nel 1824 alla bontà dei servigi resi in 58 anni d'ininterrotta operosità. Compose anche musiche d'argomento sacro, fra le quali una Messa per duplice coro e un Requiem per coro e orchestra ebbero grande successo. Gluckiano convinto, affermava che il compito della musica è quello d'esprimere assai bene le parole". Ma non fu soltanto un continuatore di Gluck; ai canoni e alle caratteristiche di lui aggiunse un gusto musicale originalmente italiano e un accento più progressivamente romantico.

I. von Mosel: Über das Leben und die Werke des A. S., Vienna 1825; W. Neumann, A. S., Cassel 1855; A. von Hermann, A. S., Vienna 1897; A. Jullien, La Cour et l'Opéra sous Louis XVI, Parigi 1878; C. Serini, A. S., in Riv. mus. it., XXXII (1925); K. Stützlader, A. S. als Kirchenmusiker, in Studien zur Musikwiss., XIV (1927); A. Bonaventura, Gli "Scherzi armonici", in Vita musicale italiana, XIII, 1; A. Della Corte, A. S., in L'opera comica italiana nel '700 Bari 1923; id., S. e i suoi contemporanei, in Il pianoforte, 1925; id., A. S., Torino 1936.