SERRA, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 92 (2018)

SERRA, Antonio

Cristiano Marchegiani

– Nacque di «umile famiglia» a Bologna il 5 settembre 1783, da Luigi e da Maria Bortolotti (Masini, 1848, p. 22).

Fra il 1798 e il 1802 si applicò al disegno d’architettura in Accademia Clementina con il quadraturista Giuseppe Iarmorini, ottenendo premi di frequenza Fiori negli anni 1799-1801 e il Marsili Aldrovandi di prima classe nel 1801. Diplomatosi ingegnere a 26 anni nel collegio filosofico-matematico, fu «ingegnere provvisorio del 4° Circondario (Canal della Botte)» dal 1813 (p. 23) e ordinario della commissione del Reno dal dicembre del 1819. Lavorò alle «chiusure di rotte [...] del Panaro alle Caselle», «del Senio e del Santerno nella Romagna», fiume per il quale progettò un ponte ligneo presso Bagnara, inaugurato nel 1821; fu quindi «ingegnere ordinario di seconda classe» presso la direzione dei lavori della Legazione di Bologna (Notizie... [1822], p. 251; Notizie... [1823], p. 256) e perito giudiziale del tribunale civile e criminale (Gazzetta privilegiata di Bologna, 1836, n. 17, 9 febbraio; 1842, n. 15, 5 febbraio).

Nel 1815 curò la parziale riforma della tardobarocca chiesa bolognese della Maddalena, di cui sostituì la cantoria di controfacciata con due discreti coretti di lato al presbiterio. Ideò un elegante giardino in luogo della pubblica Cavallerizza ormai in disuso presso la «selciata» di S. Francesco, acquisita nel 1824 dalla famiglia Rusconi, che però volle semplificare il recinto adorno di statue anteposto alla fine palazzina disegnata dall’architetto; come in altri casi, l’autore fece incidere l’originale Prospetto del giardino nel palazzo della Prelatura Rusconi, pubblicato postumo dal figlio ingegnere Leandro.

Buona nomea gli valse la nuova parrocchiale di San Marino (1825-38), interessante modello di romantischer Klassizismus.

Dopo che furono scartati un progetto di restauro della pieve romanica proposto dal faentino Andrea Zoli e uno di ricostruzione dovuto a Pietro Ghinelli di Senigallia (1811-12), nell’estate del 1825 Serra fu contattato dal reggente della Repubblica di San Marino Raffaele Gozi (Bacciocchi, 1995a).

Definito nel febbraio del 1826, il progetto della nuova chiesa (ruotata di 90 gradi per meglio svilupparla in lunghezza) delineò un tempio di stile «veramente romano, e purgato», a giudizio dell’architetto e ingegnere ispettore Clemente Folchi (Archivio di Stato della Repubblica di San Marino, b. 228, lettera di A. Serra a R. Gozi, 7 marzo 1826): d’architettura «greca» lato sensu nello spirito «spartano» dell’autore (ibid., 6 febbraio 1833). Questi, fondando il monumentale purismo sul «principio dell’unità» di forme e proporzioni (ibid., 5 maggio 1833), armonizzò il pronao corinzio a terminazione retta ai colonnati trabeati allacciati all’esedra di fondo, e precisò la suggestione di basilica forense con l’imperiale volta a botte e i grecizzanti lacunari delle astratte gallerie laterali, plasticamente ritmate da edicole antiche e nicchie con ellenistiche statue di apostoli. Una pregnante veduta per angolo unì la solenne fronte ad ali del tempio e la quinta – di geometrizzante taglio cinquecentista – del rinnovato oratorio di S. Pietro, ideato nel 1836 insieme alla neoclassica riforma del palazzo pubblico, cui nel 1881 seguì il definitivo progetto neomedievale di Francesco Azzurri.

L’alternativa, talora ambigua, fra classicità e un impersonale purismo cinquecentista denota la mutazione eclettica in atto nella cultura accademica, regolata a seconda di temi e scala d’intervento. Nel febbraio del 1828 Serra progettò per Minerbio (Bologna) l’educandato di S. Carlo, della cui facciata con portico e sovrastanti finestre (quella centrale a lunetta) oggi restano incorporate nel palazzo municipale le cinque campate su pilastri tuscanici di sottigliezze rinascimentali. Per la stessa località disegnò il cimitero comunale, realizzato nel 1836 con «una vaga cappella semicircolare nel mezzo» fra «due ordini di archi» (Zamboni, 1855, p. 92). Nel giugno del 1831 fu aperta al culto la chiesa bolognese della Trinità, prolungante quella esterna dell’ex monastero delle gesuate a spese dell’oratorio di clausura: altra opera di un pacato cinquecentismo, curata da Serra insieme con l’anziano Giuseppe Tubertini, che morì in febbraio. Guardano poi alle archetipiche edicole del Pantheon, così come gli altari sammarinesi, i due dossali corinzi in scagliola del 1830 per il transetto della chiesa di S. Paolo apostolo; di quello dedicato al Suffragio si criticò la demolizione del marmoreo altare seicentesco «con due rare colonne di Porto-Venere, date in conto di mercede» all’artefice, e la perdita del valorizzante accordo cromatico con la tela di Guercino (Giordani, 1851, p. n.n.). Nel tempio di San Marino appare come una rastremata stele greca il candido monumento Onofri ornato da un rilievo di Adamo Tadolini, mentre il monumento della reliquia di s. Marino rievoca suggestioni di goût grec Luigi XV, come pure il coevo progetto del 1837 per il monumento sepolcrale di Camillo Zacconi (conservato come anonimo nel Gabinetto dei disegni e stampe della Pinacoteca nazionale di Bologna), eseguito, con un’Allegoria della Carità scolpita da Vincenzo Testoni, per il pubblico cimitero della Certosa insieme a quello Mazzacurati (Masini, 1848, p. 24). La stessa grazia ingentilisce i tratti romani del piatto arco trionfale a tergo del gruppo scultoreo di Cincinnato Baruzzi nel monumento Baciocchi in S. Petronio, disegnato nel novembre del 1841.

Astrusa richiesta fu quella di adattare a uso di chiesa la villa suburbana di superbo gusto attico che Antonio Aldini, segretario di Stato del napoleonico Regno d’Italia, si era costruito sul sito del convento della Madonna del Monte, demolito allo scopo. Alla fine degli anni Trenta un’unione di cittadini acquisì l’edificio da un privato che, acquistatolo nel 1832 a un’asta, aveva iniziato a demolirlo a scopo speculativo.

Limitato dal parallelepipedo della villa da restaurare e dall’inglobata rotonda romanica, Serra dilatò lo schema d’aula trasversa adottato nel S. Pietro di San Marino, definendo una galleria con testate a esedre aderente al prospetto, spartita da doppie colonne ioniche in tre campate con triplo accesso dal pronao; la campata a sinistra di quella più ristretta corrispondente al centro dell’abside con nicchie fra colonne addossate diede accesso all’assiale rotonda. I lavori furono eseguiti intorno al 1842.

Serra fu anche cultore d’architettura locale: un suo prospetto del quattrocentesco Antico palazzo Bentivoglio distrutto illustrò la Descrizione storica pubblicata nel 1830 da Carlo Pancaldi in un volume di Opuscoli storici bolognesi (restituzione «sostanzialmente corretta»; Rubbi, 2010, pp. 108, 110 s.). Nel gennaio del 1835 fu aggregato alla bolognese Accademia di belle arti; e il 10 luglio la duchessa di Parma approvò «la nomina fatta dalla Ducale Accademia di belle arti [...] in suo accademico d’onore» (Raccolta..., 1835, p. 11). Dal 1837 Serra fu membro con diritto di voto nei concorsi d’arte felsinei e della «Commissione ausiliare di antichità e belle arti» (Discorsi..., 1841, p. 73). Il 31 gennaio 1838 ebbe la nomina a professore di architettura, sulla cattedra già del mantovano Leandro Marconi. Alla morte di quest’ultimo gli subentrò anche come membro dell’«amministrazione della Fabbrica della chiesa di S. Lucia di Bologna, a norma del progetto» di «compimento» del tempio ex gesuitico (Gazzetta privilegiata di Bologna, 1837, n. 145, 5 dicembre), ancora privo dell’abside, della copertura a botte e della «vastissima cupola», sostituita dal «nuovo disegno» con «un ampio catino con apertura nel mezzo a guisa di Panteon» (ibid., 1836, n. 152, 20 dicembre): tale progetto, di Vincenzo Vannini, nel 1842-43 fu «realizzato con forti modifiche anche nella sua forma ridotta» e «con variazioni sostanziali [...] imposte d’autorità da Serra» e dal barnabita Alessandro Ramenghi (De Angelis, 1995, p. 229).

Serra collaborò con il segretario Francesco Tognetti alla stesura degli atti accademici del triennio 1839-41 e, facente funzione di segretario dal maggio del 1840, fu «autore unico degli atti del triennio 1842-44» (Giumanini, 1997, p. 390). Fu insignito il 9 ottobre 1841 del diploma di nobiltà dalla Repubblica di San Marino, la quale nel 1852 gli eresse postumo un busto nel nuovo tempio, e del cavalierato da Gregorio XVI, «per aver fatto durante un lustro le funzioni di pro-segretario» accademico (Masini, 1848, pp. 22 s.). Fu inoltre «membro di merito dell’Accademia di belle arti di Perugia, socio corrispondente delle I.R. Società aretina e valdarnese di scienze, lettere ed arti», nonché «direttore del gabinetto militare» (Serra, 1845, pp. 11-13, 54).

Soffrendo di calcolosi renale, Serra fu operato per un’estrazione; di lì a poco, colpito da «gravissima ulcerazione allo stomaco, [...] morì il 5 novembre 1847»; il giorno seguente furono celebrate le esequie in S. Paolo, «sua parrocchia», alla presenza del corpo accademico (Masini, 1848, p. 25).

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato della Repubblica di San Marino, b. 56, fasc. 1 (Congresso per la fabbrica del palazzo pubblico, 1833-1845), bb. 57-59, 228-231, Fabbrica della Pieve.

Notizie per l’anno MDCCCXXII..., Roma [1822], p. 251; Notizie per l’anno MDCCCXXIII..., Roma [1823], p. 256; [G. Giordani], Memorie della chiesa priorale e parrocchiale di Santa Maria Maddalena nella strada S. Donato..., Bologna 1835, pp. 12 s.; Raccolta generale delle leggi per gli Stati di Parma, Piacenza e Guastalla. Anno 1835. Semestre II..., Parma 1835, p. 11 n. 99; Gazzetta privilegiata di Bologna, 1836, n. 17, 9 febbraio; n. 152, 20 dicembre; 1837, n. 145, 5 dicembre; Monumenti moderni, in Il caffè di Petronio. Notizie artistiche letterarie ed urbane, II (1840), 13, pp. 56 s. (tav. fuori testo: Prospetto del nuovo tempio eretto nella città della Repubblica di S. Marino); Discorsi letti nella grand’aula della Pontificia Accademia di belle arti in occasione della solenne distribuzione de’ premii il giorno 24 agosto 1837, Bologna 1841, p. 73; Gazzetta privilegiata di Bologna, 1842, n. 15, 5 febbraio; Prolusione del professore A. S. bolognese, nobile sammarinese, f. f. di pro-segretario della Pont. Accad. di belle arti in Bologna sopra alcuni brevi cenni di quattro professori colleghi di recente mancati di vita..., in Discorsi letti nella grand’aula della Pontificia Accademia di belle arti in occasione della solenne distribuzione de’ premii il giorno 29 novembre 1841, Bologna 1842, pp. III-XI; Discorsi letti nella grand’aula della Pontificia Accademia di belle arti in occasione della solenne distribuzione de’ premii il giorno 17 novembre 1842, Bologna 1843, p. 46; Guida per la città di Bologna e suoi sobborghi, Bologna 1844, pp. 77 s., 118, 163, 185; A. Serra, Degli effetti perniciosi alle belle arti provenienti dall’ignoranza e dalla presunzione..., in Discorsi letti nella grand’aula della Pontificia Accademia di belle arti in occasione della solenne distribuzione de’ premii il giorno 17 ottobre 1844, Bologna 1845, pp. 1-28; C. Masini, Relazione del professore segretario della Pontificia Accademia di belle arti, in Atti della Pontificia Accademia di belle arti in Bologna per la distribuzione de’ premii dell’anno 1847, Bologna 1848, pp. 15-29; G. Giordani, S. Paolo apostolo in Bologna, in Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna ritratte e descritte, IV, Bologna 1851, n. 94; C. Zamboni, Cronaca del Castello di Minerbio, Bologna 1855, p. 92; G. Zani, La chiesa vecchia di San Marino, San Marino 1935; C. Colitta, Elisa Bonaparte e Felice Baciocchi a Bologna, in Strenna storica bolognese, XXIII (1973), pp. 79-100; E. Casadio, Bagnara di Romagna. Toponomastica nella storia, Lugo 1988, p. 76; P. Bacciocchi, La Pieve. Dalle origini alla ricostruzione, in Storia illustrata della Repubblica di San Marino, a cura del Centro di documentazione della Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino, IV, San Marino 1995a, pp. 1045-1060; Id., La Pieve. Il progetto Serra, ibid., 1995b, pp. 1061-1076; C. De Angelis, Vincenzo Vannini. Un architetto della restaurazione in Bologna, in Il Carrobbio, XXI (1995), pp. 219-232; M.L. Giumanini, L’archivio dell’Accademia di belle arti di Bologna, in L’Archiginnasio, XCII (1997), pp. 385-406; Id., I premi Marsili Aldrovandi (1727-1803), Bologna 2000, p. 86; Id., Studenti in arte. Il premio Fiori (1743-1803), Bologna 2001, pp. 41 s., 84 n. 156, 86 n. 162, 89 n. 175, 90 n. 179; F. Di Marco, Organizzazione e legislazione dei lavori pubblici nello Stato pontificio nell’ultimo decennio del pontificato di Pio VII (1814-1823), in La cultura architettonica nell’età della Restaurazione. Atti del convegno... 2001, a cura di G. Ricci - G. D’Amia, Milano 2002, pp. 137-142 (in partic. p. 141); V. Rubbi, L’architettura del Rinascimento a Bologna. Passione e filologia nello studio di Francesco Malaguzzi Valeri, Bologna 2010, pp. 108, 110 s.

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