BARBARO, Antonio Tommaso

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARBARO, Antonio Tommaso

Luciana Martinelli

Scarsissime sono le notizie biografiche di questo sacerdote secolare, nato a Santa Agata, nel Regno di Napoli, e trasferitosi poi a Venezia, ove visse nel sec. XVIII.

Membro dell'Arcadia, col nome di Sofifilo Nonacrio, diede alle stampe numerose opere, tra le quali ricordiamo: la composizione teatrale, stampata in Napoli e recitata prima a Bitonto e dopo a Sant'Agata, Il prodigio della grazia,che ebbe un notevole successo fra i contemporanei; Il Pellegrino geografico e cronistorico da Napolifino a Venezia,Venezia 1738, ove il B. affastella notizie e curiosità intorno a tutte le città poste sull'itinerario, terminando con una lunga descrizione e lode di Venezia. Gran parte della sua produzione è ispirata a esigenze di edificazione spirituale. Tali i Ragionamenti o sieno discorsi morali sopra 9 vizi capitali e le virtù a loro contrapposte,Venezia 1743, esposizione dei vizi che corrompono l'anima e il corpo, per ognuno dei quali l'autore suggerisce il rimedio, secondo gli insegnamenti dei Santi Padri e delle Sacre Scritture; Componimenti poetici in lode della Santissima Vergine Maria,Venezia 1746; L'uomo in viaggio per l'eternità,Venezia 1754, Silloge dei principi morali che devono sostenere l'uomo durante il pellegrinaggio terreno; Il vizio sgridato, da cui l'antidoto a preservarsi è la solitudine in villa,Venezia 1754, in ottava rima. Alle precedenti si deve aggiungere l'opera Dieci giornate in villa,Venezia 1764, serie di dialoghi sopra vari argomenti: dalla perdita di tempo "in leggere libri romanzeschi", a "chi sia miglior poeta il Tasso o l'Ariosto", al gioco delle carte, ecc., dove l'autore fissando le proprie impressioni di lettore, svela le inclinazioni dell'arcade moralista, ligio a precisi schemi letterari e stilistici.

Tali inclinazioni portarono il B. a polemizzare aspramente col Baretti, facendosi autore di uno dei numerosi fogli ( Le lettere critiche, che si vendevano a Venezia, in Merceria) sorti in opposizione alla Frusta Letteraria. Aristarco Scannabue, da parte sua, non lesinò frecciate velenose all'abate, al "pretaccolo calabrese... fra gli Arcadi Sofifilo Nonacrio e fra i calabresi Pulcinella Giangurgolo" (La Frusta Letteraria, II, p. 289), scrittore "a dispetto di natura" (p. 145).

Bibl.: Novelle letterarie di Venezia,1738, p. 305; 1743, p. 289; 1746, p. 393; 1754, pp. 297 S.; 1762, P. iis; G. Baretti, La Frusta Letteraria,a cura di L. Piccioni, Bari 1932, 1, pp. 251, 254, 308, 396, 423; 11, pp. 26, 57, 65, 82, 144, 171, 197, 289, 318, 346; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 1758, p. 246; E. D'Afflitto, Memorie storiche degli scrittori del Regno di Napoli, II, Napoli 1794, p. 27; L. Aliquò Lenzi-F. Aliquò Taverriti, Scrittori calabresi, I, Reggio Calabria 1955, p. 35.

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