Anzi

Enciclopedia Dantesca (1970)

anzi

Aldo Duro

. 1. Come preposizione, ha due soli esempi di significato locativo, " davanti ", " in presenza di ": Rime dubbie VII 4 quella / ... per che tu, parlando anzi lei, palpi, e Pg XXXI 30 E quali agevolezze o quali avanzi / ne la fronte de li altri si mostraro, / per che dovessi lor passeggiare anzi?, dove l'iperbato lor... anzi dà anche sintatticamente forte rilievo all'ardito traslato. Più frequente col valore temporale di " prima ", " prima di ", unita al complemento mediante il semplice articolo, come in Vn XXV 4 cose dette anzi lo presente tempo; Rime LXVII 33 anzi la sua partita; If XV 47 anzi l'ultimo dì; Pg XVI 43 non mi celar chi fosti anzi la morte (altri esempi in Pg XXX 92; Pd X 36, XXV 41; e con complemento rappresentato da persona in Cv IV IV 9 anzi l'oficiale predetto, nullo a bene di tutti intendea); con la preposizione ‛ a ' (Cv III II 7 prima cosa è l'essere, e anzi a quello nulla è; IV XXVII 13 le quali virtudi anzi a questa etade avere perfette per via naturale è impossibile), o anche con unione diretta, così da formare locuzioni avverbiali (com'è ancor oggi in uso, in espressioni quali ‛ a. tempo ', ‛ a. notte '), nei due noti passi di Rime CIII 68 pigliandole anzi terza, / con esse passerei vespero e squille, e If VIII 33 Chi se' tu che vieni anzi ora? Un solo esempio con reggenza di participio congiunto: Cv IV XV 13 mai non domandano, mai non ascoltano, disiano essere domandati e, anzi la domandagione compiuta, male rispondono, prima ancora, cioè, che la domanda sia compitamente espressa; con funzione d'introdurre una proposizione subordinata temporale è frequente, invece, la congiunzione ‛ a. che ' seguita da congiuntivo (la reciproca posizione delle due proposizioni, principale e temporale, è ora diretta ora inversa): Vn XII 9 anzi ch'io uscisse di questa camera, propuosi di fare una ballata; XXXIV 2 elli erano stati già alquanto anzi che io me ne accorgesse; Cv IV XV 15 sono molti di sì lieve fantasia che in tutte le loro ragioni transvanno, e anzi che silogizzino hanno conchiuso; XXVIII 5 come a colui che viene di lungo cammino, anzi ch'entri ne la porta de la sua cittade, li si fanno incontro li cittadini di quella; If XV 9 anzi che Carentana il caldo senta; Pg VII 4 Anzi che a questo monte fosser volte / l'anime degne di salire a Dio, / fur l'ossa mie per Ottavian sepolte; XI 105 Che voce avrai tu più, se vecchia scindi / da te la carne, che se fossi morto / anzi che tu lasciassi il ‛ pappo ' e 'l ‛ dindi ', / pria che passin mill'anni?; Pd XVII 17 vedi le cose contingenti anzi che sieno in sé; altri esempi in Vn XXXIII 2, XL 4, .Pg X 92, XXVII 93, Pd XIV 66, XXV 57, XXIX 39, Fiore CLV 14.

2. Come avverbio (" prima ", "piuttosto "), per esprimere preferenza rispetto ad altro fatto, introdotto questo solitamente da ‛ che ' comparativo: Cv IV XVII 11 perché non anzi si procedette per la via de le virtù intellettuali che de le morali?; Pg IX 128 e dissemi ch'i' erri / anzi ad aprir ch'a tenerla serrata; XX 26 0 buon Fabrizio, / con povertà volesti anzi virtute f che gran ricchezza posseder con vizio; Fiore CXVII 12 i ‛vogli ' anzi ch'on mi sia ubbidente / ... ched esser in servaggio della gente; e in successione immediata (unico esempio di ‛ anziché ' in D.), Cv I IX 11 E così è manifesto che pronta liberalitade mi mosse al volgare anzi che a lo latino.

3. Con funzione di avverbio avversativo (sola funzione conservata nell'uso vivo moderno), e con valore ora aggiuntivo e rafforzativo, equivalente a " o per meglio dire ", " o addirittura ": Cv IV VIII 9 perché veggiono fare... le signorie grandi, credono quelle essere cagioni di nobilitade, anzi essa nobilitade credono quelle essere; XII 10 Oh com'è manifesto, anzi manifestissimo, quelle in accrescendo essere del tutto imperfette; ora correttivo, in corrispondenza con un precedente ‛ non ', con il significato di " ma ", " bensì ": Cv III IV 10 di ciò non è l'uomo da biasimare, ché non esso, dico, fine di questo difetto fattore, anzi fece ciò la natura universale, cioè Iddio; Pg XXIX 148 ma di gigli / dintorno al capo non facëan brolo, / anzi di rose e d'altri fior vermigli; ora aggiuntivo e correttivo insieme, " ma invece ", " e per di più ": Vn XV 1 mi giunse uno pensamento forte, lo quale poco si partia da me, anzi continuamente mi riprendea; Rime LII 7 sì che fortuna od altro tempo rio / non ci potesse dare impedimento, / anzi, vivendo sempre in un talento, / di stare insieme crescesse 'l disio; Cv II X 6 pietade non è passione, anzi è una nobile disposizione d'animo; If I 35 [la lonza] non mi si partia dinanzi al volto, I anzi 'mpediva tanto il mio cammino, / ch'i' fui per ritornar più volte vòlto; XVIII 135 "Ho io grazie / grandi apo te?": "Anzi maravigliose!"; XXV 89 Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; / anzi, co' piè fermati, sbadigliava; Fiore CVII 4 chéd i' ne credo danari apportare / non con giomelle, anzi a colmo staio; Detto 104 biado non vi grana, / anzi perde la grana / chiunque la vi getta; altri es. in Vn XL 2, Rime XCIX 4, 7, Cv II X 6, III II 18, VII 4, If XVIII 59, Fiore LXI 13, CXII 3, CLXXXIV 2, CCXVII 10, Detto 14. Introduce una più decisa contrapposizione, come equivalente di " ma ", " al contrario ", sempre in correlazione con una negazione precedente, in Vn III 7 io sostenea sì grande angoscia, che lo mio deboletto sonno non poteo sostenere, anzi si ruppe e fui disvegliato; XI 1 quando ella apparia da parte alcuna, per la speranza de la mirabile salute nullo nemico mi rimanea, anzi mi giugnea una fiamma di caritade; XXVI 2 Questa non è femmina, anzi è uno de li bellissimi angeli del cielo; Rime CIII 71 e non sarei pietoso né cortese, / anzi farei com'orlo quando scherza; Pd III 79 Anzi è formale ad esto beato esse / tenersi dentro a la divina voglia (inizio di periodo che si contrappone a tutto un periodo precedente, nel quale D. rappresenta una situazione che sarebbe impossibile nel Paradiso); Fiore CVI 4 i' non son già su' amico, né ma' fui, / anzi le porto crudel nimistate; Detto 173 La sua piacente cera / non è sembiante a cera, / anz'è sì fresca e bella / che lo me' cor s'abbella; altri es. in Vn VIII 2, XIV 9, XXV 3, XXVI 11 7, Rime LXVII 47, Rime dubbie XXIX 11, Cv IV XXVII 18, Pd XIX 65, XXVI 53; e specialmente nel Fiore LV 6, XCV 7, CIV 5, CVII 7, CXI 3, CXVII 9, CXXIX 6.

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