Apostolo

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Termine, che nel greco classico significa «inviato, rappresentante» e quindi anche «capo» di una spedizione marittima, usato per designare i messi inviati da Gerusalemme per mantenere i rapporti con le comunità ebraiche della Diaspora.

Religione

Nel Nuovo Testamento a. sono i 12 discepoli (tanti quante le tribù ebraiche) inviati a portare la Buona Novella «alle pecore perdute della casa d’Israele»; sono tutti seguaci fedeli di Gesù, dal battesimo di Giovanni alla resurrezione e dal Messia hanno ricevuto il potere di affrontare demoni immondi, accettando nel suo nome condizioni durissime e la persecuzione. In realtà la funzione di propagandisti itineranti, cui accenna il significato di a., non li distingue dai 70, o 72, discepoli anch’essi inviati a predicare. Secondo Matteo e Marco i 12 a. sono: Simone detto Pietro (Cefa), Giacomo di Zebedeo e suo fratello Giovanni (detti da Gesù Boanerges, cioè «figli del tuono»), Andrea fratello di Pietro, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo (il pubblicano), Giacomo figlio di Alfeo, Taddeo, Simone cananeo, Giuda Iscariota; in Marco e Luca Matteo è detto Levi di Alfeo, in Luca e negli Atti manca il nome di Taddeo e si ha, invece, Giuda di Giacomo; Giovanni non dà un elenco, ma menziona Nataniele, con il «discepolo prediletto» Giovanni, Pietro, Andrea, Filippo, Tommaso detto Didimo, e i due Giuda. Dopo l’Ascensione, il gruppo, che ha perduto il traditore Giuda Iscariota, si completa con l’elezione di Mattia. Da Gerusalemme vigilano sulla missione, sia direttamente mediante ispezioni di alcuni fra loro (Pietro e Giovanni), sia per mezzo di loro discepoli (come Barnaba), e governano la Chiesa mentre la predicazione, in gran parte loro affidata, si estende al mondo intero. Tra loro emergono Pietro e Giovanni e, accanto a essi, Giacomo ‘fratello del Signore’ (è dubbio però se fosse considerato a.), tutti e tre detti ‘colonne’ della chiesa di Gerusalemme da Paolo, che a sua volta viene riconosciuto come a. con il diritto di predicare ai Gentili. Paolo usa il nome nel senso antico, dando il titolo di a. a personaggi secondari, quali per es. Epafrodito, o Andronico o Giunia. Le vicende di alcuni degli a. e della Chiesa primitiva sono narrate in un libro canonico, gli Atti degli apostoli. Del Nuovo Testamento, del quale sono attribuiti ad a. i Vangeli di Matteo e di Giovanni (con l’Apocalisse), fanno parte anche le lettere di alcuni a. (Paolo, Giacomo ‘fratello del Signore’, Pietro, Giovanni, Giuda).

Per l’iconografia degli apostoli ➔ santo.

Apostolicità

In teologia, una delle ‘note’, o segni distintivi, essenziali della vera Chiesa cristiana, la quarta e ultima di quelle proclamate nel simbolo niceno-costantinopolitano. Nel concetto cattolico, significa che la vera Chiesa risale agli a. nella sua costituzione essenziale, senza aver subito nel corso dei secoli mutamenti sostanziali: si distinguono quindi un’apostolicità materiale (continuità con la Chiesa apostolica attraverso la successione non interrotta di pastori legittimi: successione apostolica), e un’apostolicità formale (identità essenziale di ministero e di regime). Con riferimento alla venerazione per s. Pietro principe degli apostoli, si chiama sede apostolica romana la Chiesa di Roma, sempre governata dai successori di s. Pietro. Apostolico è inoltre attributo di uffici, cariche, mansioni e titoli onorifici appartenenti alla Santa Sede o da essa direttamente conferiti, o di autorità ecclesiastiche governanti a nome del Sommo Pontefice.

Concilio apostolico La riunione di Gerusalemme in cui Paolo e Barnaba, difendendosi dalle accuse dei giudaizzanti, esposero ad «a. e anziani» i risultati della loro missione: Pietro sostenne che non si dovessero imporre ai gentili convertiti le osservanze della legge mosaica e Giacomo aderì, con la limitazione che dovessero astenersi «dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione». Tali limitazioni furono fissate nella lettera (decreto apostolico) inviata a varie comunità di «fratelli provenienti dalle genti» (Atti 15).

Padri apostolici Nome convenzionale dato a un gruppo di antichi scrittori cristiani (Padri della Chiesa), i quali si presentano, o sono stati considerati, quali discepoli immediati degli apostoli. Il nome, usato per la prima volta da J.B. Cotelier (1672), si è mantenuto nelle edizioni moderne che comprendono anche qualche scritto venuto in luce successivamente. Il gruppo comprende: Barnaba, Clemente romano, Ignazio, Policarpo, Erma, l’Epistola a Diogneto, la Didaché o «Dottrina dei 12 apostoli alle genti», i frammenti di Papia e dei ‘presbiteri’ citati da Ireneo, inoltre i Martiri di Clemente, Ignazio e Policarpo.

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