AQUILEGIA

Enciclopedia Italiana (1929)

AQUILEGIA (dal lat. aquilegium "recipiente", per la forma dei petalonettarî)

Giovanni E. Mattei

Genere della famiglia delle Ranuncolacee, di cui la specie principale è l'Aquilegia vulgaris L. (volg. perfetto amore o guanto della Madonna; fr. ancolie; ted. Ackeley; ingl. columbine). È pianta perenne, con fusto erbaceo, eretto, poco ramificato. Ha foglie radicali, lungamente picciolate, biternate, a segmenti cuneati, larghi, incisocrenati, rotondati. I fiori sono di colore violaceo scuro, penduli, a pannocchia; il calice dialisepalo, con cinque sepali petaloidei, ovatolanceolati: la corolla dialipetala, con cinque petali (o meglio petalonettarî) largamente espansi, prolungati inferiormente in un lungo sperone, ricurvo a cornetta, contenente il nettare. Gli stami sono numerosi, ordinati in dieci righe, di cui i più interni sterili: i pistilli cinque, sessili, pluriovulati; il frutto formato da cinque follicoli, polispermi, deiscenti. È comunemente coltivata nei giardini, e spontanea nei boschi della regione montana: se ne hanno varietà a fiori doppî. Al genere Aquilegia sono ascritte circa cinquanta specie, tutte dell'emisfero boreale: in Italia ne crescono circa dieci. Secondo il Delpino i fiori di Aquilegia costituirebbero un caso teratologico di pelorizzazione (v. peloria), divenuto normale e procedente da qualche tipo zigomorfo, affine a Delphinium. I fiori sono visitati da Imenotteri del genere Bombus, che ne ricercano attivamente il nettare. In altri tempi l'Aquilegia era grandemente usata nella medicina popolare come diuretico e diaforetico, ma ora è del tutto abbandonata.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Pianta perenne

Ranuncolacee

Teratologico

Picciolate

Imenotteri