ARABIA ORIENTALE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

Vedi ARABIA ORIENTALE dell'anno: 1973 - 1994

ARABIA ORIENTALE

G. Garbini

L'esplorazione archeologica dell'A. orientale e, in particolare, della zona costiera sul Golfo Persico, ha avuto inizio verso la fine del secolo scorso, ma si è trattato per lo più di ricognizioni o di scavi parziali. Scavi prolungati e sistematici sono condotti dal 1954 da una missione danese del Museo Preistorico di Aarhus sotto la direzione di P. V. Glob, ma purtroppo fino ad oggi si sono avuti soltanto notiziari e rapporti estremamente sommarî. Insediamenti umani sono attestati fin dal Paleolitico medio, ma la regione, e specialmente l'isola di Bahrein, conobbe una ricca cultura nel III millennio a. C. quando, al margine della civiltà sumerica, si trovò su una delle vie commerciali, e quindi di contatti culturali, con l'India occidentale. Sempre gravitando nell'orbita della civiltà mesopotamica, l'A. orientale ebbe probabilmente una parte di primo piano, peraltro non ancora documentata, nell'affermazione della dinastia caldea in Babilonia alla fine del VII sec. a. C. In età ellenistica una guarnigione greca presidiava l'isola di Failaka.

Bibl.: A. Grohmann, in Enc. Univ. Arte, I, 1958, cc. 498-99, s. v. Arabia; id., Arabien, Monaco 1963, pp. 255-69. Sugli scavi più recenti: P. V. Glob, in Kuml, 1959, pp. 233-39; id., ibid., 1960, pp. 208-13; G. Bibby, ibid., 1964, pp. 86-111; id., ibid,. 1965, pp. 133-52; id., ibid., 1966, pp. 75-95.

al-Ḥasa. - La provincia di al-Ḥasa, nella parte orientale dell'A. Saudita, e in particolare la località di Thag, è stata più volte visitata (anche dalla Missione Danese), ma i risultati sono stati finora scarsi e non sempre pubblicati. Lo scavo più esteso è stato quello della necropoli di Ain Giawan, i cui tumuli vanno dall'Età del Bronzo all'inizio del periodo islamico.

Bibl.: H. R. P. e V. P. Dickson, Thaj and Other Sites, in Iraq, X, 1948, pp. 1-8; R. Le Baron Bowen, The Early Arabian Necropolis of Ain Jawan, in Bull. Amer. Schools Orient. Research, Suppl. Stud. 7-9, New Haven 1950; J. P. Mandaville, Thaj: a Pre-Islamic Site in Northeastern Arabia, ibid., CLXXII, 1963, pp. 9-20; P. W. Lapp, Observations on the Pottery of Thaj, ibid., pp. 20-22; P. J. Parr, Objects from Thaj in the British Museum, ibid., CLXXVI, 1964, pp. 20-28.

Baḥrein. - La zona finora più ricca di resti archeologici nell'A. orientale è l'isola di Baḥrein, la cui esplorazione, iniziata nel secolo scorso, ha segnato un netto progresso con la Missione Danese. Stazioni preistoriche di superficie vanno dal Paleolitico medio al tardo Neolitico; alcune selci di quest'ultimo periodo presentano affinità con materiale indiano. L'Età del Bronzo, e in particolare il III millennio a. C., è largamente rappresentato nell'isola da una serie di resti monumentali. Oltre ai circa 100.000 tumuli funerari (dal III millennio a. C. al I d. C.), è da ricordare l'antica capitale dell'isola, l'odierno Tell el-Qal῾a scavato dai Danesi, il cui impianto del III millennio ricorda quelli delle città dell'Indo (rapporti con l'India sono del resto testimoniati per quel periodo da alcuni sigilli del tipo Mohenjo-Daro e forse dalla singolare pratica religiosa di sacrificare serpenti entro vasi deposti nel tempio; al VII sec. d. C. risale un torso femminile in terracotta, trovato nella stessa località, dello stile di Mathurā). Altri resti monumentali risalgono al periodo cassita (seconda metà del II millennio a. C.). I ritrovamenti più importanti di Baḥrein sono però costituiti dal tempio di Barbar e dalla sua cinta ovale, la quale richiama la contemporanea struttura mesopotamica di Khafāgiah (v. vol. vi, pag. 348) ed el-῾Ubaid. Una caratteristica del tempio di Barbar (il cui impianto risale al III millennio a. C.) è data da una struttura bi-absidata che si apre su un cortile; dal tempio provengono diversi oggetti bronzei, tra cui una statuetta virile, di tipo sumerico, nonché alcuni vasi cilindrici di alabastro analoghi a quelli rinvenuti in Mesopotamia e in Egitto.

Bibl.: E. L. Durand, H. C. Rawlinson, Islands and Antiquities of Baḥrein, in Journ. Royal Asiat. Soc., 188o, pp. 189-227; A. Jouannin, Les tumuli de Baḥrein, in Mém. Dél. Perse, VIII, Parigi 1905, pp. 149-57; E. Mackay, Baḥrein and Hemamieh, in Publ. Brit. School Arch. Egypt, XLVII, 1929, pp. 1-29; P. v. Glob-T. G. Bibby, in Kuml, 1954, pp. 92-153; P. V. Glob, ibid., 1955, pp. 178-93; P. V. Glob, H. Andersen, P. Mortensen, ibid., 1956, pp. 164-200; P. V. Glob, T. G. Bibby, 3. Laessoe, ibid., 1957, pp. 114-66; P. V. Glob-V. Nielsen, ibid., 1958, pp. 138-61; P. V. Glob, in Ill. Lond. News, 4 gennaio 1958, pp. 14-16; id., ibid., 11 gennaio 1958, pp. 54-55.

Kuwait. - L'esplorazione, dapprima nell'isola di Failaka (v.) (l'antica Ikaros) e poi sulla terraferma, è stata iniziata dalla Missione Danese nel 1958. A Failaka sono stati trovati sigilli di steatite del III millennio a. C., di tipo mesopotamico, e varie decine di sigilli circolari, talvolta lavorati sulle due facce, analoghi ad esemplari rinvenuti ad Ur e a Mohenjo-Daro. La scoperta più notevole è stata quella di un insediamento greco nell'isola, che vi ha lasciato un tempio datato intorno al 200 a. C. con una lunga iscrizione greca (una seconda era stata rinvenuta una ventina di anni prima), una cittadella fortificata di m 70 × 80 e infine un gruppo di case da cui provengono terrecotte di tipo ellenistico.

Bibl.: P. V. Glob, E. Albrectsen, A. Roussell, in Kuml, 1958, pp. 166-200; K. Jeppesen-O. Morkholm, ibid., 1960, pp. 153-207; A. Albrectsen, in Ill. Lond. News, 27 agosto 1960, pp. 351-53; A. Roussell, ibid., 28 gennaio 1961, pp. 142-43.

‛Oman. - La parte nord-occidentale dell'‛Oman, e in particolare il principato di Abu Dabi, è stata esplorata dalla Missione Danese, che nell'isola di Umin an-Nar ha scoperto un'importante necropoli, con edifici grandi, in pietre squadrate, a pianta circolare e l'interno diviso regolarmente in piccole stanze strette e lunghe disposte ortogonalmente; nelle tombe sono stati trovati molti vasi del III millennio a. C., analoghi a quelli indiani di Kulli. Nella zona di Buraimi tombe più tarde hanno restituito materiale vario, tra cui una spada tipo Luristan. Lo scavo effettuato dagli Americani a Ṣoḥar non ha rivelato resti di età preislamica.

Bibl.: P. V. Glob, in Kuml, 1958, pp. 162-65; R. L. Cleveland, Preliminary Report on Archaeological Soundings at Ṣoḥâr (‛Omân), in Bull. Amer. Schools Orient. Research, CLIII, 1959, pp. 11-19; K. Thorvildsen, in Kuml, 1962, pp. 191-219.

Qaṭar. - La penisola di Qaṭar fu visitata nel 1921 da R. E. Cheesman, che vi scoprì le rovine del Gebel as-Salwa; diverse ricognizioni effettuate dagli archeologi danesi vi hanno rivelato elementari incisioni rupestri di epoca imprecisata nel Gebel Giasasiyah, numerosi insediamenti preistorici, dal Paleolitico in poi, varie aree cemeteriali e un centro urbano a Murab.

Bibl.: R. E. Cheesman, From Qarqar to the Ruins of Salwa, in Geogr. Journ., LXII, 1923, pp. 321-35; P. V. Glob, in Kuml, 1956, pp. 201-202; id., ibid., 1957, pp. 167-78; V. Nielsen, H. J. Madsen, ibid., 1961, pp. 169-201; H. Kapel, ibid., 1964, pp. 112-55.