ARCHILOCO

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

ARCHILOCO (IV, p. 43)

Giovanni Tarditi

Negli ultimi decennî si sono recuperate alcune fonti epigrafico-archeologiche relative al poeta, e alcuni frustuli della sua poesia. È confermato il dato tradizionale della cronologia dalla scoperta, a Taso, dell'iscrizione funeraria (fine 7° secolo) di Glauco figlio di Leptine, amico di A. e condottiero dei Parî. Si è altresì ritrovato in Paro un capitello ionico (fine 5°-inizi 6° secolo) con inciso un epigramma il quale testimonia che quel marmo faceva parte del sepolcro del poeta, sepolcro che evidentemente dovette essere riattato nell'età cui risale l'iscrizione. Più importante ancora il ritrovamento a Paro (1949) di un'iscrizione dell'Archilochèion, cioè di un recinto sacro costruito in onore del poeta da un certo Mnesiepe verso la seconda metà del 3° secolo.

Si tratta di una biografia che si apre con un aneddoto che sembra di origine rapsodica: l'incontro con le Muse di A. giovanetto che conduce al mercato una mucca, incontro ricalcato evidentemente su quello di Esiodo pastore con le Muse. Segue poi la vicenda del padre Telesicle che, inviato a Delfi con Licambe (che poi avrebbe negato al poeta la figlia Neobule) per consultare l'oracolo su problemi della città, parte tanto più volentieri in quanto potrà così sentire il dio anche su quanto è capitato ad A., e torna poi a Paro con la predizione che un suo figlio è destinato all'immortalità. Un altro oracolo s'intravede nella colonna successiva dell'iscrizione: i concittadini si erano scandalizzati di un canto del loro poeta per una festa in onore di Dioniso, ma il dio li aveva convenientemente puniti. A una delegazione inviata a chiedere come potevano essere liberati dal male che li aveva assaliti, l'oracolo (evidentemente quello di Delfi) aveva risposto di restituire considerazione ad A., e così il poeta era stato riabilitato. Quando Mnesiepe lascia le antiche tradizioni, trova la sua fonte nei versi stessi di Archiloco. Così, venendo a parlare della guerra tra Paro e Nasso e della parte che il poeta vi ebbe, cita una serie di tetrametri: è una pressante richiesta di aiuto in un momento difficile, perché i nemici devastano e incendiano la campagna e sembrano essere già nei sobborghi della città. Quale sia però questa città non siamo in grado di precisare: il testo è di difficile lettura perché nessun verso arriva sino alla dieresi.

Apporti considerevoli al recupero della poesia di A. si sono avuti a partire dal 1954 con la pubblicazione di trimetri giambici, tetrametri trocaici ed epodi in testi papiracei che vanno dal 1° al 3° secolo d. C. (ed Lobel: P. Oxy. 2310-2316 = Frr. 54-82; 89; 114; 121; 149-150; 126-161; 172; 175-176 T, 23-29; 48-79; 91; 94; 98-100; 112-113; 121-122; 135-166; 175; 181; 203 W; forse anche 2319 = Frr. 80-87 W). A questi papiri sono seguiti la già ricordata epigrafe di Mnesiepe, il P. Hibeh 173 che contiene un alternarsi di versi di Omero e di A. (Frr. 83-85 T, 219-221 W), il P. Oxy. 2356 con due frammenti dell'estremità destra di una colonna che riportava l'elegia a Pericle (Fr. 12 T, 9-10 W), i P. Oxy. 2507-2508, frammenti di distici elegiaci che trattano vicende di guerra attribuibili, soprattutto il 2507, ad A. (Fr. 4-5 T). Infine, più recentemente edito e forse più interessante di tutti, P. Col. 7511 che contiene un epodo di 35 versi su un'avventura erotica del poeta, seguito da 5 versi di un secondo epodo, i cui primi due versi erano già noti per tradizione indiretta (Fr. 209, 200 T, 188 W).

Bibl.: Scoperte epigrafico-archeologiche: per il cenotafio di Glauco, J. Pouilloux, in Bull. Corr. Hell., 79 (1955), p. 75; per il capitello di Paro, A. Orlandos, ῎Εργον τής ἀρχ ‛Εταιρείας, 1960, p. 184; per l'Archilochèion di Mnesiepe, N. M. Kondoleon, 'Αρχ. 'Εϕημ., 1952, p. 32. Edizioni di A.: F. Lasserre, A. Bonnard, Archiloque. Fragments, Parigi 1958; G. Tarditi, Archiloco, Roma 1968; M. L. West, Iambi et Elegi graeci ante Alexandrum cantati, vol. I, Oxford 1971. In generale si veda il vol. Archiloque, Ginevra 1963 (Entretiens Hardt, vol. X) con contributi di vari autori. In particolare, per il P. Col. 7511 si veda l'ed. princeps di R. Merkelbach, M. L. West, Zeitschr. f. Papyr. und Epigraphik, 14 (1974), p. 97 segg. e le Note al nuovo Archiloco, a cura di vari autori nel fasc. 8-9 di Museum Criticum (1973-1974).

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