ARNALDO da Bruxelles

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

ARNALDO da Bruxelles

Paola Tentori

Oriundo di Bruxelles, visse a Napoli nella seconda metà del secolo XV.

G. Giustiniani suppose che fosse andato in quella città al seguito di Sisto Riessinger, ma probabilmente A. già vi dimorava da parecchi anni ed è da identificarsi con il calligrafo che si sottoscriveva Arnaldo de Lishout da Bruxelles o Arnaldo de Steccatis da Bruxelles, il quale esercitò la sua professione a Napoli dal 1455 al 1492 e fu persona tenuta in grande considerazione alla corte di Ferdinando di Aragona, tanto da figurare nel 1473 come "scrivano della Sua Maestà e del Suo Sacro Consiglio".

Della vita di A. si conosce ben poco. Le sue più antiche stampe, con data, sono del 1472. Da un documento dell'Archivio notarile di Napoli (Electio Consulis pro Egregio Arnaldo brussell. Prot. di not. Girol. Ingrignetti, a. 1482, c.53) si rileva che gli fu conferita, certamente prima del 12 dic. 1482, la cittadinanza napoletana, e che in quella data fu eletto console "nacionum Angriae, Theotonicorum et Scocie" per tutto il Regno di Sicilia di qua dal faro e specialmente per la città di Napoli. A Napoli lo troviamo ancora il 19 luglio 1490 come testimone in un contratto di società e, dalla sottoscrizione di un codice, risulta ancora residente in quella città nel 1492.

Non pare che A. si sia mai unito in società con altri per l'esercizio della tipografia, né si conosce chi fosse il correttore delle sue edizioni, giacché queste non recano che il suo solo nome. Non è improbabile che egli stesso ne curasse la correzione. Amò a preferenza di divulgare con la stampa opere di letteratura e di filologia classica, senza trascurare le scienze, per le quali, a giudicare anche dalle opere da lui trascritte, sembra che avesse una notevole inclinazione.

Si conoscono poco più di una ventina di edizioni impresse da A. dal 1472 al 1477, tutte assai belle e di grande rarità. La prima edizione datata, la Rethorica nova di Cicerone, appartiene al gennaio 1472. Famose sono le Elegantiolae di Agostino Dati, nelle due edizioni dal 1472 e del 1474, e, soprattutto, la prima edizione del Liber Pandectarum medicinae di Matteo Silvatico, che porta la data del 1º apr. 1474, il rarissimo libro De mirabilibus Puteolorum (1475), il Canzoniere del Petrarca (1477) e il primo trattato di botanica uscito alle stampe: De viribus herbarum di Marco Florido, datato 9 maggio 1477.

L'A. non ebbe molti tipi di caratteri, ma tutte le sue edizioni sono notevoli per la loro buona esecuzione. La maggior parte sono impresse in un bel carattere romano, piuttosto grande, facilmente riconoscibile per la forma assai caratteristica di certe lettere; soltanto le più antiche sono di altro carattere romano, più grande e un poco più rozzo.

In seguito a una nota di L. Delisle (L'imprimeur napolitain Arnaud de Bruxelles,in Bibliothèque de l'Ecole de Chartes, LVIII [1897], pp. 741 ss.), vi è da credere che A., dopo aver esercitato l'arte della stampa, continuasse a risiedere a Napoli e forse si desse allo studio delle scienze: la Biblioteca Nazionale di Parigi possiede, infatti, una raccolta manoscritta di trattati di astronomia e di medicina copiati, a quanto sembra, dallo stesso A. per suo uso, e nei quali sono annotate con molta cura le date di trascrizione, comprese nel periodo tra il 1475 e il 1492.

Bibl.: L. Giustiniani, La Biblioteca storica e topografica del Regno di Napoli, Napoli 1793, pp. 43-50; L. Hain, Repertorium bibliographicum Indices opera Conradi Burger, Lipsiae 1891, p. 52 sub voce; R. Proctor, An index to the early printed books in the British Museum, I, London 1898, p. 447 (nn. 6684-6691); K. Burger, The printers and publishers of the XV century. Index to the supplement to Hain's repertorium bibliographicum, London 1902, p. 363, sub voce; G. Fumagalli, Lexikon typographicum Italiae, Florence 1905, pp. 251 s.; K. Haebier, Typenrepertorium der Wiegendrucke, Abt. II, Leipzig 1908, p. 61; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingeri repertorium bibliographicum. Indices, Monachii 1911, p. 201; M. Fava-G. Bresciano, La stampa a Napoli nel XV secolo, I, Notizie e documenti, Leipzig 1911, p. 47-56; II, Bibliografia, ibid. 1912, p. 67-87; Atlante, ibid. 1913, tav. XIV, XV, XVI; G. I. Arneudo, Dizionario esegetico tecnico-storico per le arti grafiche, Torino 1917, p. 99; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, I, Leipzig 1925, n. 592; II, ibid. 1926, n. 2331; VI, ibid., 1934, nn. 6109, 6372, 6813, 6929; VII, ibid. 1938, nn. 8041, 8043; D. Gianolio, Il libro e l'arte della stampa, Torino 1926, p. XL; Catalogue of books printed in the XV century now in the British Museum, VI, London 1930, p. XLII, 857-859; T. Accurti, Aliae editiones saeculi XV pleraeque nondum descriptae, Florentiae 1936, n. 6864; D. Fava, Manuale degli incunabuli, Milano 1939, p. 85; Indice Generale degli Incunabuli delle Biblioteche d'Italia, I, Roma 1943, nn. 166, 789; II, ibid. 1948, nn. 2504, 2608, 2818, 2895, 3339, 3341, 4014; III, ibid. 1954, n. 5840; T. De Marinis, La biblioteca napoletana dei Re d'Aragona, I, Milano 1952, p. 7, 234; II, Milano 1947, p. 49, 319.

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