HOLZ, Arno

Enciclopedia Italiana (1933)

HOLZ, Arno

Lavinia Mazzucchetti

Poeta tedesco, nato a Rastenburg nella Prussia orientale il 26 aprile 1863, morto a Berlino il 26 ottobre 1929. Debuttò ventenne con versi ispirati ancora all'ammiratissimo Geibel, ma il suo vero ingresso nella letteratura d'avanguardia data dal Buch der Zeit del 1885, che ha per sottotitolo "Canti di un moderno" e trae ispirazione dalla metropoli, dai dolori del proletariato, dai miracoli della vita moderna. Pochissimi anni dopo, il contatto col verismo francese e russo si fa più stretto: H. giunge al "naturalismo conseguente", allo "stile del secolo", a un impressionismo raffinato ed esasperato che va oltre quello dei modelli da cui aveva preso l'avvio. Insieme all'amico intimo Johannes Schlaf compone una serie di schizzi, di studî in prosa, Papa Hamlet (1889), pubblicati, per astuz-a suggerita dall'imperante moda scandinava, col nome immaginario di Bjarne P. Holmsen. Allo stesso modo i due pubblicano il dramma Familie Selicke (1891), tranche de vie berlinese, che animò il giovane Gerhart Hauptmann al suo primo lavoro teatrale (Vor Sonnenaufgang) dedicato appunto ad A. H. H. si immerge sempre più a fondo nei problemi teorici, rimprovera al maestro Zola di essere rimasto a mezza via, gli annuncia di voler "portare la nota naturalista in tutta la sua intensità", e crede di trovare la chiave di vòlta per la nuova creazione nel linguaggio stesso. Rinnega la rima e la metrica, alle quali si era ancora attenuto nel Buch der Zeit, per esaltare il ritmo, la "permanente necessità interiore" della parola. Comincia a creare in quegli anni le prose ritmiche di Phantasus (1898 segg.), due volumetti che si preannunziano nella Zukunft di Harden come "rivoluzione della lirica". Questi ritmi di H., singolari e sconcertanti anche nel loro aspetto esteriore per l'alternarsi di righe lunghissime e brevissime, rimasero peraltro "misteri in parole", esaltati da una piccola cerchia di fedeli, ma ignorati (quando non scherniti) dal pubblico. Le opere della maturità di A. H. (talune possono apparire intermezzi di riposo e anche defezioni alla rigidità del suo canone estetico, p. es. le commedie scritte in collaborazione con l'amico di giovinezza Oskar Jerschke) non riescono a rompere l'isolamento e l'abbandono che, dopo la rumorosa fama iniziale, si va formando, forse anche per l'aspra amarezza della sua indole, attorno a questo artista sincero, fanatico e geniale, disarmonico e barocco, cui toccò un tribolato e deluso tramonto. Anche chi considera peritura quasi tutta la sua poesia, tormentata dall'incertezza del suo assillo teorico, deve riconoscere in lui uno dei più efficaci fattori di fermento e di rinnovamento della moderna letteratura tedesca.

Opere principali, oltre a quelle già citate: Erzählungen, Lipsia 1889 (in coll. con J. Schlaf); Neue Gleise (raccolta di schizzi diversi, tra cui Familie Selicke, in coll. con J. Schlaf), Berlino 1892; Die Kunst, ihr Wesen u. ihre Gesetze, Berlino 1891-92; Die Blechschmiede, poesie, Lipsia 1901; Dafnis, lrisches Portrait aus dem 17. Jahrhundert, Monaco 1904; commedie: Traumulus, Monaco 1904 (in coll. con O. Jerschke); Büxl, Dresda 1911 (in coll. con O. Jerschke); Ignorabimus, tragedia, Dresda 1913; Die befreite deutsche Wortkunst, Vienna 1921; Das ausgewählte Werk, Berlino (1919).

Bibl.: R. Ress, A. H., Dresda 1913; H. W. Fischer, A. H., eine Einführung in sein Werk, Berlino 1923; F. Avenarius, M. Liebermann e M. v. Schillings, A. H. u. sein Werk. Deutsche Stimmen zu seinem 60. Geburtstag, Berlino 1923; In Memoriam, Die Reden zur Totenfeier am 30. Oktober 1929, Berlino 1930.