ARPEGGIO

ARPEGGIO (locuzione adottata in tutte le lingue)

Si dà il nome di arpeggio al modo di eseguire un accordo, in quanto i suoni che lo compongono non vengano fatti sentire tutti insieme con unica percussione, ma l'uno dopo l'altro, in vibrazioni successive di durata più o meno lunga.

L'arpeggio può considerarsi come un abbellimento, dal punto di vista dell'uso che ne facevano i clavicembalisti; ma esso è anche un modo originale di esecuzione, naturale negli strumenti a corde pizzicate dalla mano, come l'arpa, il liuto, la chitarra. Non che in questi strumenti sia impossibile ottenere l'esecuzione di accordi a suoni simultanei, ma per costruzione e per tecnica in essi l'esecuzione arpeggiata ha precedenza sull'altra. La stessa parola arpeggio è derivata dal nome dell'arpa.

Il modo più esatto d'indicare l'arpeggio sarebhe quello di scrivere per esteso le figurazioni dei singoli suoni secondo il loro preciso valore di durata, oppure di scrivere successivamente tutte le note dell'arpeggio, ma in un carattere più piccolo di quello in cui sono notati i suoni dell'accordo, ai quali, per altro, le notine dell'arpeggio siano congiunte mediante legature corrispondenti. In tal caso l'arpeggio viene considerato come un gruppetto legato.

Ma queste notazioni non avrebbero il vantaggio della brevità per chi scrive, né della chiarezza per chi legge. E da considerazioni di carattere pratico dovette essere consigliata, fino dal sec. XVII, l'adozione della linea serpeggiante verticale che può considerarsi come il segno classico dell'arpeggio:

L'esecuzione dell'arpeggio non s'indicò sempre con segni convenzionali; talvolta sembrò sufficiente scrivere la parola arpeggio:

e non solo in esempî che possono sembrare primitivi nella tecnica, ma anche in opere definitive. In tal caso la risoluzione dell'arpeggio è lasciata al gusto dell'interprete.

Gli arpeggi possono anche succedersi in riproduzioni ritmiche variabili e costituire un disegno musicale organico.