Ars antiqua Locuzione con cui, fin dall’inizio del 14° sec., si cominciò a indicare la polifonia della seconda metà del 13° sec. per contrapporla alla nuova produzione detta Ars nova. Gli studiosi oggi la intendono in un’accezione più ampia, comprendente i primi sviluppi della polifonia nell’11° sec., la scuola di Notre-Dame con Leoninus e Perotinus e il periodo successivo, fino agli inizi del 14° sec., con le scuole di Francone da Colonia e Pietro della Croce (o Petrus de Cruce). Ne rimangono escluse le forme monodiche dei trovatori e dei trovieri. Carattere peculiare dell’A. fu l’aggiunta, sotto o sopra un canto dato, di una nuova parte melodica (vox organalis), che a mano a mano assunse ritmo proprio e ricchezza di note, superando la primitiva forma nota contro nota. È inoltre in questo periodo che si ebbe l’affermazione del mensuralismo e del discanto. Tra le forme preferite il mottetto, il conductus/">conductus, il rondello.
Così fu detta l'arte della primitiva polifonia, non come definizione per sé stante, ma in opposizione alla Ars nova (v.). Perciò all'Ars antiqua non conviene attribuire limiti cronologici precisi ed immutabili, ma piuttosto per essa si deve intendere quel periodo che, cominciando dai primi sviluppi ...
ars s. f., lat. («arte»). – Parola lat. che, seguita da aggettivi o complementi, forma locuzioni varie e titoli di opere: ars amatoria («arte di amare»), titolo di un’opera del poeta latino Ovidio (43 a. C. - 17 d. C.) sul modo di conquistare le persone...
antìqua s. f. [dal lat. uman. (littera) antiqua, propr. «(carattere) antico»]. – 1. In paleografia, nome (più spesso al plur., litterae antiquae) dato dagli umanisti del sec. 15° alla minuscola carolina, da essi ritenuta l’antica scrittura dei Romani,...