Anglonormanna, Arte. Ceramica

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)

Anglonormanna, Arte. Ceramica

J. Cherry

CERAMICA

La conquista dei Normanni non ebbe praticamente effetto sulla produzione ceramica locale; si continua a riscontrare, infatti, una notevole produzione di manufatti al tornio in centri tardosassoni, quali Thetford, Stamford e St Neots, nell'Inghilterra orientale.

Solo a Castle Neroche (Somersetshire) si può riconoscere un influsso normanno, poiché qui, nelle fortificazioni successive alla conquista, fu trovata una ceramica di impasto locale ma con forme di orlatura caratteristiche della Francia settentrionale, abbandonate tuttavia già verso la fine del sec. 11° in favore di forme locali.

L'uso dell'invetriatura iniziò a diffondersi a partire dalla fine del sec. 11°, soprattutto sulle brocche a tre piedi dell'Inghilterra occidentale e sul vasellame della zona di Winchester dove la produzione matura locale soppiantò le forme sassoni tarde; a Londra è stato individuato un gruppo di brocchette del sec. 12° con una elaborata decorazione. Queste brocchette a tre piedi presentano sul collo e sulla parte superiore del corpo un motivo a cordone rilevato che separa fasce di invetriatura gialla e bruna. L'uso della decorazione applicata di argilla gialla e dei due colori dell'invetriatura sul corpo, dove la fascia gialla separa motivi pendenti a semicerchio da una zona a chevron, deriva in ultima analisi dal sistema decorativo usato sulle ceramiche simili prodotte a Rouen, nella Francia settentrionale. Oggetti di questo tipo erano importati a Londra nel 12° secolo.

Il Domesday Book, compilato nel 1086, indica tre aree dell'Inghilterra occidentale dove la produzione della ceramica era particolarmente attiva: Bladon (Oxfordshire), Hasfield (Gloucestershire) e Westbury (Wiltshire). Non è noto esattamente quale tipo di ceramica si producesse, ma si trattava forse di vasellame lavorato a mano, probabilmente da considerare nell'ambito della ripresa di questo tipo di produzione nell'Inghilterra meridionale, dove grandi recipienti da cottura venivano lavorati su un tornio lento.

Intorno alla metà del sec. 12° la produzione urbana affermatasi nella tarda epoca sassone sembra essere definitivamente superata; fu in questo periodo che le forme anglosassoni vennero abbandonate. La ceramica al tornio continuò a essere lavorata solo a Stamford e a York, mentre nel resto del paese si sviluppò ampiamente l'industria rurale.

A Stamford la ceramica con invetriatura gialla di tipo tardo-sassone continuò a essere prodotta fino al sec. 12°, talvolta con decorazioni elaborate. Un frammento della parte superiore di una brocca rinvenuta a Londra (British Mus., Trustees) presenta un motivo inciso a chevron e un uccello modellato. A Stamford un cambiamento significativo ebbe luogo alla metà circa del sec. 12°; la ceramica matura prodotta nella città mostra una gamma di colori dell'invetriatura e di forme totalmente diversa, pur essendo lavorata con lo stesso tipo di impasto. Invece delle basse brocche tondeggianti con corti manici all'orlo si hanno brocchette slanciate con lunghi manici a nastro. Prima della cottura finale, alla vernice piombifera veniva spesso aggiunto del rame sotto forma di limatura (ramina), in modo da ottenere una superficie screziata di verde su un fondo più chiaro; la forma allungata e l'invetriatura a ramina anticiparono alcuni sviluppi successivi della ceramica nel Tardo Medioevo.

Bibliografia

J.G. Hurst, The pottery, in The Archaeology of Anglo-Saxon England, a cura di D.M. Wilson, London 1976, pp. 282-348.

J. Cherry, The pottery, in English Romanesque Art 1066-1200, cat., London 1984, pp. 350-355.

v. anche Anglonormanna, Arte. Parte introduttiva

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