LURISTAN, Arte del

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

Vedi LURISTAN, Arte del dell'anno: 1961 - 1995

LURISTAN, Arte del (v. vol. IV, p. 733)

P. Calmeyer

Sotto il nome di arte del L. sono stati raggruppati quasi esclusivamente bronzi attribuiti, negli anni '30 e di nuovo negli anni '50, a una «cultura misteriosa», ma in realtà provenienti dalle necropoli dello Zagros, ossia da una regione molto più vasta della provincia del L.; alla ceramica e ad altri reperti della zona non venne data alcuna importanza.

Dall'esame di questi bronzi, attualmente conservati in musei e in collezioni private, risulta che essi sono da attribuire ai più disparati e distanti ambiti cronologici e ad altrettante fasi stilistiche: dal Bronzo Antico fino a epoca sasanide. Di conseguenza, la questione della cultura cui riferire i bronzi del L. è stata riconosciuta essere un falso problema, sebbene sia auspicabile uno studio su alcuni utensili molto insoliti, quali, p.es., i famosi stendardi.

Come per la cultura della regione a S del Caspio (Daylamān), anche qui i progressi maggiori sono stati ottenuti grazie agli scavi archeologici: dopo sessanta anni, sono finalmente in via di pubblicazione i materiali di Surkh-e Dum, ossia del centro del L. vero e proprio. Da un piccolo tempio provengono numerosi oggetti votivi, soprattutto lamine in bronzo e sigilli cilindrici in stile locale. Si dispone anche di testimonianze di un'influenza babilonese: le iscrizioni attestano l'appartenenza di un frammento a una nota classe di coppe decorate, databile al X sec. a.C., sebbene vi siano molte incertezze sulla sua area di diffusione. Le necropoli riportate alla luce nel corso degli scavi effettuati negli anni '60 e '70 da L. Vanden Berghe dimostrano che la zona in questione era interessata da una forte influenza mesopotamica sin dagli inizî del III millennio. Manufatti artistici risalenti al I millennio fanno pensare invece all'importazione o imitazione di opere dal limitrofo impero assiro. Una cospicua quantità di elmi e faretre di stile assiro e in buono stato di conservazione, è stata dispersa e venduta nei mercati di tutto il mondo.

Bibl.: P. Calmeyer, Datierbare Bronzen aus Luristan und Kirmanshah (ZfA, Suppl. V), Berlino 1969; P. R. S. Moorey, Catalogue of the Ancient Persian Bronzes in the Ashmolean Museum, Oxford 1971; P. Calmeyer, Reliefbronzen in babylonischen Stil. Eine westiranische Werkstatt des 10. Jhs. v. Chr., Monaco 1973; P. Amiet, Collection David-Weill. Les antiquités du Luristan, Parigi 1976; D. De Clerc-Fobe, Epingles votives du Luristan (Iran) à disque et plaque en bronze non-ajouré conservées aux Musées Royaux d'Art et d'Histoire, Gand-Teheran 1978; E. De Waele, Bronzes du Luristan et d'Amlash. Ancienne Collection Godard, Louvain-la-Neuve 1982; L. Vanden Berghe e altri, Luristan. Een verdwenen bronskunst uit West-Iran («Luristan. Un'arte del bronzo dall'Iran occidentale scomparsa»), Gand 1982; P. r. S. Moorey, Archaeology and Pre-Achaemenid Metalworking in Iran: A Fifteen Year Retrospective, in Iran, XX, 1982, pp. 81-101; B. André-Leicknam, F. Talion, Une herminette inscrite du Luristan, in J.-L. Huot e altri (ed.), De ¡'Indus aux Balkans, Parigi 1985, pp. 347-353; O. W. Muscarella, Bronze and Iron. Arment Near Eastern Artifacts in the Metropolitan Museum of Art, New York 1988.

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