PRE-COLOMBIANA, ARTE

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

PRE-COLOMBIANA, ARTE

Elizabeth Benson

. La conoscenza dell'arte del Nuovo Mondo prima dell'arrivo degli Spagnoli all'inizio del sec. 16° è stata molto approfondita negli ultimi quindici anni attraverso ricerche basate sui geroglifici, sui simboli e sul loro contesto, sulla distribuzione dei vari stili, su analogie etnografiche e sulle fonti etno-storiche, e infine, con le nuove tecniche per l'esame e la datazione degli artefatti.

Mesoamerica. - La regione chiamata Mesoamerica o America Centrale - comprendente il Messico meridionale, il Guatemala, il Belize (Honduras britannico), El Salvador, e parti dell'Honduras e della Costa Rica - insieme con le Ande centrali è stata una delle aree di maggior sviluppo culturale nel mondo precolombiano. La civiltà più antica a noi nota nella Mesoamerica è quella degli Olmechi, i cui centri sacri principali, caratterizzati da tumuli di terra e piazzali, erano situati nelle regioni basse a vegetazione tropicale della costa del Golfo del Messico. Fin verso la metà del decennio 1960-70 la datazione della civiltà olmeca era ancora molto incerta, ma la prova del carbonio 14 su oggetti provenienti da scavi nelle due principali località olmeche, San Lorenzo e La Venta, ha permesso ora di fissare al 1250 a. C. il termine più antico; questo periodo è chiamato preclassico primitivo o primo periodo formativo. Gli scavi hanno anche riportato alla luce sculture di basalto, per lo più a tutto tondo e spesso rappresentanti forme umane con le caratteristiche belluine del giaguaro, e inoltre nuovi esemplari di teste colossali, ritratti di eccezionale grandezza, dei quali il più grande raggiunge i 3 m di altezza. Queste teste, insieme con altre piccole sculture, scoperte di recente, costituiscono un corpus di materiale litico olmeco che rende ora possibile lo studio dell'iconografia di queste popolazioni. Ricerche sull'interpretazione, sulla seriazione cronologica e sulla distribuzione geografica dei motivi e degli stili sono in corso.

Alcuni tipi di ceramiche e oggetti di pietra, la cui relazione con lo stile olmeco è evidente, sono stati rinvenuti nelle regioni al di là dei monti del Messico centrale e sud-occidentale, nel Guatemala e in El Salvador; e testimonianze d'influenze stilistiche sono state scoperte fino nella Costa Rica. Di recente si sono fatti molti scavi in queste aree e la maggior parte degli oggetti venuti alla luce - rappresentanti figure antropomorfiche in bassorilievo - sono stati pubblicati a partire dal 1960. Gli Olmechi erano esperti lapidari e lavoravano materiali come la giada, il serpentino, l'ossidiana e una pietra con alta percentuale di ferro, importati presumibilmente da quelle regioni; numerose sono le ipotesi formulate sugli scambi nel periodo preclassico, sulle ragioni che portavano gli Olmechi in queste parti e sugl'influssi reciproci fra Olmechi e popolazioni indigene, le quali, a quanto si può dedurre dagli scavi, spesso avevano una cultura loro propria relativamente sviluppata. Una località situata su questa via di comunicazione commerciale, che recentemente ha destato notevole interesse, è Chalcatzingo nel Morelos (Messico centrale), dove, su alture dominanti un passo strategico, sono stati rinvenuti vari tipi di sculture di uno stile affine a quello olmeco. Pitture con influssi olmechi sono state scoperte verso la fine degli anni Sessanta in due grotte del Messico centrale.

Uno stile che con termine piuttosto vago è definito "postolmeco" o "epiolmeco" è stato trovato in un'area che si estende da Veracruz, sulla costa del Golfo del Messico, fino al versante sull'Oceano Pacifico del Chiapas (Messico meridionale) e del Guatemala, lungo quelle che si crede siano state le vie del commercio degli Olmechi. Esso presenta una combinazione di elementi olmechi e di motivi appartenenti a uno stile proprio del Messico meridionale e del Guatemala, detto "stile di Izapa". Izapa, località archeologica tipo nel Chiapas meridionale, dove, come in località vicine, sono stati condotti scavi molto estesi fin dal 1959, presenta tumuli piramidali di terra rivestiti di pietra e stele accompagnate da altari circolari, appartenenti, cronologicamente, al periodo preclassico tardo (300 a. C.-100 d. C.). Il complesso stele-altare è una caratteristica della civiltà dei Maya, e in base a questa e ad altre ragioni concernenti stile e iconografia, lo stile di Izapa è considerato una transizione tra quello olmeco e quello maya.

Parte di una scultura di stile postolmeco, la Stele C proveniente da Tres Zapotes in Veracruz, era conosciuta da tempo. Nel 1972 è stata scoperta una seconda porzione di questa stele, che completa l'iscrizione del frammento già noto e indica come data del monumento il 31 a. C., conferma di un'ipotesi formulata già molti anni fa. Il pezzo scoperto recentemente ci dà la certezza che già durante il periodo del Veracruz primitivo per il computo degli anni veniva usato il sistema del conteggio lungo, che è proprio del periodo maya.

Il sistema di conteggio basato su linee e punti, che compare sulla Stele C ed è fondamentale nell'aritmetica dai Maya, ebbe indubbiamente origine nell'Oaxaca (altipiano del Messico centrale), probabilmente durante il periodo preclassico medio (900-300 a. C.). Numerose sculture di epoca primitiva sono state trovate recentemente nell'Oaxaca; fra queste, a Monte Albán sono stati riportati alla luce nuovi danzantes, rilievi lineari che rappresentano presumibilmente figure "fluttuanti" di defunti. Sculture del periodo preclassico medio nell'Oaxaca talvolta contengono iscrizioni con geroglifici di nomi o di località; ciò dimostra che nell'Oaxaca la scrittura ha avuto inizio in un'epoca relativamente antica. Monte Albán, località d'importanza ininterrotta durante tutta la storia della Mesoamerica, fu centro di una delle civiltà più significative del periodo classico, quella di un popolo di lingua zapoteca (300-900 d. C.). Esso presenta un'impressionante area sacra in cima a una collina e numerosissimi e complessi recipienti di ceramica foggiati a figure di divinità, molti dei quali pubblicati.

L'area del Veracruz centrale, a N di quella olmeca, fu altrettanto notevole nel periodo classico. El Tajín, suo centro sacro principale, da molti anni è stato oggetto di scavi; ultimamente si è lavorato anche in altre località. Molto interessante a El Tajín è l'architettura e così pure le sculture di pietra di piccole dimensioni, come hachas, palmas e yugos, che hanno relazione con il gioco rituale della palla, che era giocato in tutta la Mesoamerica. Le sculture del Veracruz, finemente scolpite, erano probabilmente versioni cerimoniali o funebri dell'equipaggiamento protettivo usato in questo gioco. Il gioco della palla è stato oggetto di molti studi in quanto era una delle cerimonie rituali più importanti dell'America precolombiana. Fonti etnostoriche - in particolare un manoscritto maya, il Popol Vuh - sono state molto utili per la ricostruzione dell'iconografia di questo gioco.

Teotihuacan, situata sull'altipiano di poco a N di Città di Messico, fu probabilmente la città più importante del periodo classico. Mentre nella maggioranza dei casi le località archeologiche più vaste erano soprattutto centri sacri, Teotihuacan era un complesso urbano vero e proprio. La sua area misurava 20 km2 e si è calcolato che la sua popolazione arrivasse a qualche centinaio di migliaia di persone. Questa città sarà oggetto di numerosi scavi che sono già stati progettati e topograficamente definiti. Teotihuacan fu fondata verso l'inizio dell'era cristiana e giunse al suo apogeo verso la fine del sec. 6°. I suoi edifici di pietra erano decorati con pitture, molte delle quali sono giunte fino a noi, e, insieme con la ceramica dipinta, formano la base di studi iconografici recenti.

Cholula, situata a SE di Città di Messico, è strettamente connessa con Teotihuacan per lo stile architettonico (talud-tablero): in entrambe le località si trovano le più grandi piramidi di tutta la Mesoamerica e numerosissime pitture. La scoperta recentissima di lunghe pareti dipinte rappresentanti scene di simposi rituali, in eccellente stato di conservazione, mostra l'importanza della pittura a Cholula. Altri scavi sono stati fatti da poco nella vicina valle Puebla-Tlaxcala.

A partire dal 1960 si è lavorato molto intensamente sulla civiltà dei Maya, che fiori fra il 250 e il 900 d. Cristo. Si tratta di un campo particolarmente fertile, sia perché i Maya occupavano un'area molto vasta della Mesoamerica meridionale, sia perché la loro civiltà rappresenta il livello intellettualmente più elevato che sia stato raggiunto dagl'indiani dell'America. Tikal, nel Petèn in Guatemala, nel cuore della pianura delle foreste tropicali, fu una delle più grandi città dei Maya, e certamente una delle più importanti sia artisticamente che politicamente. Fra il 1956 e il 1970 la sua area centrale, di 16 km2, è stata scavata e riportata alla luce, i sobborghi sono stati topograficamente investigati e circa 350 dei suoi edifici sono stati esplorati e rinforzati.

In scala minore programmi analoghi sono stati eseguiti o sono in corso in almeno altre venti città del periodo maya classico nella bassa pianura. In Quintana Roo, sulla costa orientale della penisola dello Yucatán, si sta attualmente scavando in molti luoghi. Gran parte dei lavori di scavo riguarda località del periodo Maya postclassico (dopo il 900); tuttavia non mancano alcuni insediamenti del periodo classico e di quello preclassico. La pittura dei Maya è tuttora poco conosciuta, ma numerose scoperte sono state fatte di recente, specie nello Yucatán e nel Quintana Roo.

Parte dagli studi più interessanti sui Maya riguardano i testi geroglifici. I Maya furono il solo popolo nel Nuovo Mondo che avesse una scrittura vera e propria; la si trova praticamente su qualsiasi loro artefatto, dalla scultura alla ceramica e ai rilievi su conchiglie e giada. Lo studio di questi geroglifici è progredito molto dal 1960, da quando cioè si è potuto dimostrare che non tutte le date che appaiono su monumenti maya sono dedicatorie, rituali o astronomiche, come si credeva in passato, ma forniscono una vera cronologia storica. L'identificazione di capi maya e di fatti avvenuti durante il loro regno, decifrati in testi iscritti sulle sculture di numerose località, è stata di grande aiuto per la comprensione della storia dei Maya, della loro struttura politica e religiosa e dei concetti sui quali era basata l'arte di questo popolo.

Tutte le culture fiorite nel periodo classico avevano avuto già fine verso il 900. Il periodo di passaggio dal classico tardo al post-classico è quello meno conosciuto nell'area occupata dai Maya, dove si verifica la cessazione di ogni attività costruttiva e una drastica diminuzione della popolazione. Molta parte delle ricerche archeologiche recenti si è concentrata sul tentativo di scoprire le cause del crollo del periodo classico maya. Qualche passo è stato fatto, ma ancora nulla di definitivo è stato scoperto.

Il primo periodo postclassico è contrassegnato dal sorgere della città di Tula, a NE di Città di Messico. Come la vicina Teotihuacan che la precedette, Tula cadde di fronte alle incursioni di popoli meno civili, scesi dal nord; entrambe le città infatti si trovano sui confini settentrionali della Mesoamerica. Scavi e lavori di consolidamento sono ora in corso a Tula, come pure a Teotenango, costruita verso il 700, sull'altopiano centrale di poco a O di Città di Messico.

Tombe appartenenti a una popolazione del periodo postclassico, di lingua mixteca, sono state trovate nella località di Monte Albán, che nel periodo classico e anche prima era stata abitata da altre popolazioni di lingua zapoteca. In queste tombe sono state rinvenute belle ceramiche policrome e ornamenti d'oro fuso (la lavorazione dell'oro si era diffusa nella Mesoamerica verso il 1000 d. C.). I Mixtechi furono i migliori artigiani di questo periodo tardo. Oltre alla lavorazione dell'oro e delle pietre dure, si deve a queste popolazioni la pittura di libri, o codici, che formano la base delle ricerche attuali sull'iconografia, sulla genealogia e sulle migrazioni dei Mixtechi.

Il periodo postclassico tardo (1200-1521) fu dominato politicamente dagli Aztechi, la cui capitale Tenochtitlan è situata sotto l'attuale Città di Messico. Alcuni edifici sono stati consolidati, ma naturalmente non è possibile eseguire scavi su larga scala. Tuttavia, negli anni Sessanta, durante la costruzione della ferrovia metropolitana, sono stati rinvenuti numerosi artefatti.

In complesso si può affermare che nella Mesoamerica le datazioni non presentano più dubbi per il fatto che ci si può basare su dati stratigrafici sicuri, su datazioni ottenute con la prova del carbonio 14, con la termoluminescenza per la ceramica, infine con i testi d'idratazione dell'ossidiana.

America Centrale e Ande settentrionali. - La Costa Rica, il Nicaragua e il Panamá hanno fornito ceramiche e begli oggetti d'oro fuso e martellato in quantità notevoli, ma hanno prodotto assai meno della Mesoamerica e delle Ande centrali nel campo dell'architettura e della scultura, indubbiamente perché l'organizzazione della società e il controllo centrale dei lavoratori erano molto meno sviluppati in questa parte del Nuovo Mondo. Studi recenti in queste regioni sono rivolti a chiarire la cronologia, a scoprire nuove testimonianze sugli scambi e a ricercare gli strati primitivi.

La Colombia è notevole per gli oggetti d'oro di lavorazione assai raffinata, che sono stati rinvenuti quasi dovunque in questo paese, ma solo in due regioni della Colombia si sono trovate sculture monumentali e interessanti architetture nelle regioni di Santa Marta nel nord-est e di San Agustín-Tierradentro nel sud, dove scavi sono in corso. L'Ecuador, benché manchi di architetture grandiose, ci ha dato oggetti d'oro di ottima qualità e belle ceramiche. In questi ultimi tempi questo paese è stato oggetto di molte ricerche non solo per le sue affinità con la Mesoamerica ma anche perché si suppone che possa essere stato il punto di arrivo di contatti provenienti dalle sponde opposte del Pacifico.

Ande centrali. - Con la definizione di "Ande centrali" s'intende specialmente il deserto del Perù, sulla costa occidentale dell'America del Sud, con l'adiacente catena di montagne e gli altipiani che si estendono fino alla Bolivia al sud. Nel deserto costiero, interrotto da valli i cui fiumi scendono dalle alte sierre, si è esercitata un'agricoltura d'irrigazione per parecchi millenni. Nelle sierre esiste invece un'agricoltura a terrazza. Le Ande centrali erano un'area ad alto sviluppo culturale, parallelo a quello della Mesoamerica, che comincia con la civiltà denominata Chavín, dalla località-tipo sulle pendici orientali delle Ande, fiorita in un periodo che è ora chiamato Orizzonte primitivo (1500-400 a. C.). (Risale al 1960 la proposta di dividere i periodi archeologici delle Ande centrali in fasi stilistiche di Orizzonti, vale a dire di vasta diffusione, intramezzate da fasi intermedie di stili locali).

Di recente l'interesse degli studiosi è stato attratto dal problema delle origini della civiltà Chavín; alcuni hanno proposto un'origine costiera, il che indicherebbe una provenienza ecuadoriana con probabili influenze d'oltre Oceano; altri invece preferiscono l'ipotesi di una provenienza dalle foreste tropicali ai piedi del versante orientale delle Ande. In conseguenza di ciò, in entrambe le regioni vi è stata una grande attività archeologica. Scavi condotti a Chavín fin dal 1966 hanno permesso di venire a conoscere bene le sue costruzioni principali, e hanno fornito una sequenza stratigrafica ignota fino ad allora; le datazioni ottenute per mezzo di prove del carbonio 14 fanno risalire gli strati più bassi a circa il 1200 a. Cristo. Altre località situate su montagne non lungi da Chavín, scavate o investigate negli ultimi 15 anni, hanno presentato una stratigrafia analoga, che però scende a livelli più bassi di quelli scoperti a Chavín. La scultura dello stile Chavín, consistente in rappresentazioni a rilievo di figure composite con forme umane, feline, di serpenti e di uccelli, è diffusa largamente. Ricerche sulla costa del centro e su quella settentrionale hanno portato a rinvenimenti di artefatti di stile Chavín o di uno stile influenzato da quello Chavín. Una località di tipo chavinoide è stata scoperta da poco nella valle del Moche, sulla costa settentrionale. Si stanno ora facendo per la prima volta scavi archeologici a Cerro Sechín, località di tipo Chavín nella valle dal Casma, nota già da tempo. Recenti lavori sulle coste del centro e del sud sono diretti specialmente verso ricerche sull'Orizzonte Chavín. Attualmente vi sono vari progetti rivolti allo studio di tessuti appartenenti allo stile Paracas - della costa meridionale - di poco più recente del Chavín e influenzato da questo. Per le favorevoli circostanze climatiche nella zona costiera desertica meridionale, molti tessuti sono giunti fino a noi; e alcuni anni fa sono stati rinvenuti "tesori" di tessuti di puro stile Chavín. Può darsi che questo stile si sia diffuso appunto per mezzo dei tessuti.

La Huaca del Sol, la grande piramide mochica che risale al periodo Intermedio primitivo (1-700 d. C.), sorge sulla parte meridionale della valle del Moche, mentre sulla parte opposta si trova Chan Chan, capitale del periodo Chimú (Intermedio tardo, 1100-1470 d. C.). Si sta lavorando in entrambe le località, e anche in altre parti della valle, per ricercare testimonianze dal periodo pre-Chavin in poi, e nelle valli della costa settentrionale, soprattutto per ricercare località appartenenti al periodo Intermedio primitivo. Importanti ritrovamenti di oggetti di metallo e di ceramiche che risalgono a questo periodo a Cerro Vicús, sulla costa più a settentrione, sono stati seguiti dalla scoperta, avvenuta nel 1969, presso la vicina Loma Negra, di un "tesoro" straordinariamente importante contenente oggetti metallici (maschere, piastre figurate e altri ornamenti) in tecniche varie. Un programma che si propone di esaminare, restaurare e catalogare il materiale rinvenuto a Loma Negra, è ora in corso.

Uno stile importante del periodo Intermedio primitivo si sviluppò nella località di Tiahuanaco, sull'altopiano boliviano, ampia vallata a circa 4000 m di altezza. Si sta ora scavando tanto in questa località che in altre nelle vicinanze. Il periodo Orizzonte medio è contrassegnato dalla diffusione dello stile di Tiahuanaco. Tuttavia, a Tiahuanaco non è stata trovata alcuna forma di conglomerati urbani - caratteristica di questo particolare Orizzonte - e di conseguenza, fin verso il 1960, riusciva difficile comprendere come fosse avvenuta la trasmissione dello stile di Tiahuanaco nell'arte; finalmente certe ricerche a Wari, negli altipiani del Perù meridionale, hanno portato alla scoperta di artefatti di stile Tiahuanaco collegati con un complesso urbano. Divenne allora evidente che Wari era stato l'agente di quella espansione. Da quel momento l'area intorno ad Ayacucho, insieme con parecchie altre località di tipo Wari, sparsamente distribuite nella medesima regione, hanno suscitato notevole interesse archeologico; fra queste ultime, Pacatnamú sulla costa settentrionale, Cajamarca nella sierra settentrionale e Cajamarquilla presso Lima.

Ultimamente ben poco lavoro è stato fatto sul periodo Intermedio tardo, a eccezione del programma archeologico in corso a Chan Chan, già menzionato, una delle località archeologiche più vaste in tutto il Perù, con mura ed edifici di mattoni d'argilla cruda (adobe) decorati, e anche in alcune altre località sulla costa più a sud, presso il confine con il Chile.

Durante l'Orizzonte tardo (1430-1532) gl'Incas provenienti da Cuzco nella zona montagnosa meridionale fondarono un impero che si estendeva fino all'Ecuador a nord e al Chile a sud. L'arte degl'Incas è caratterizzata da un'architettura formata da blocchi di pietra tagliati e incastrati fra di loro con estrema precisione, da una grande abilità nella lavorazione dei metalli e dei tessuti, e da uno stile molto più astratto di quello delle popolazioni che li avevano preceduti. Oltre a scavi archeologici condotti in varie località inca, la ricerca si è concentrata anche su fonti etnostoriche, allo scopo di giungere alla comprensione di quali fossero le loro divisioni sociogeografiche, le strutture politiche e commerciali, ecc.

Sebbene da alcuni anni non siano mancate pubblicazioni di materiale datato per mezzo della prova del carbonio 14, la cronologia delle Ande centrali non è ancora così ben definita quanto quella della Mesoamerica.

Musei. - Il museo di arte p. più importante aperto dopo il 1950 è il Museo Nacional de Antropología a Città di Messico, inaugurato nel 1963. Contemporaneamente l'Instituto Nacional de Antropología e Historia aprì vari altri piccoli musei regionali locali, e, nel 1974, un nuovo museo nel Palacio de Cortes a Cuernavaca.

Altri musei sono stati inaugurati come segue: il Museo Anahuacalli, con la Collezione Diego Rivera, a Città di Messico nel 1964; un recente piccolo museo a Cholula, da parte dell'Universidad de las Americas; il museo a Tikal, in Guatemala, nel 1964; il Museo Histórico del Banco Central de Costa Rica, con un'importante collezione di oggetti d'oro, nel 1966; il nuovo Museo del Oro del Banco de la República, in Bogotá, nel 1968; il Museo Rafael Larco Herrera e il Museo "Oro del Perú" a Lima. A Roma è stata inaugurata nel 1972 la nuova sede all'EUR del Museo Preistorico ed Etnografico "Luigi Pigorini". A Berlino il Museum für Völkerkunde è stato pure trasferito di recente in un nuovo edificio. A Londra le collezioni dell'Ethnographic Department del Museo Britannico sono state ricollocate a Burlington Gardens. A Washington (D. C.), la Robert Woods Bliss Collection è stata aperta a Dumbarton Oaks nel 1962. A New York il Museum of Primitive Art, aperto già nel 1957, è passato al Metropolitan Museum of Art, dove sarà sistemato in una nuova ala attualmente in costruzione. Vedi tav. f. t.

Bibl.: L. G. Lumbreras, De los pueblos, las culturas y las artes del antiguo Perù, ima 1969; G. R. Willey, An introduction to American archaeology, voll. 2, Englewood Cliffs (N. J.) 1966, 1971; Handbook of Middle American Indians, a cura di R. Wauchope, voll. 15, Austin (Texas) 1964-75.

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