Artropodi

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Artropodi

Giuseppe M. Carpaneto

Zampe articolate alla conquista del Pianeta

Artropodi

Gli Artropodi sono i veri dominatori del Pianeta! Da soli rappresentano percentuali elevatissime del regno animale, sia per quanto riguarda il numero di specie (più del 90%) sia come numero di individui che formano le popolazioni. Hanno saputo conquistare tutti gli ambienti, dove rappresentano la base delle reti alimentari e svolgono i 'mestieri' più disparati

Una caratteristica diffusa: la metameria

La parola artropode deriva dal greco e significa "che ha zampe articolate". In realtà, non solo le zampe ma tutto il corpo di questi animali è formato da tanti segmenti che si articolano fra loro. Tale segmentazione del corpo viene chiamata metameria ed è una caratteristica di tutti gli animali che appartengono a tre grandi linee evolutive indipendenti: gli Anellidi, gli Artropodi e i Cordati. Però, mentre in questi ultimi la metameria si è ridotta e rimane soltanto in alcuni dettagli anatomici presenti all'interno del corpo (per esempio, le vertebre), negli Anellidi e negli Artropodi essa appare spesso visibile dall'esterno. Gli Anellidi (arenicole, lombrichi e sanguisughe), pur avendo il corpo visibilmente segmentato, non hanno arti ben definiti: solo in alcuni vermi marini sono presenti appendici laterali del corpo, ma non sono articolate. Quindi l'articolazione della zampe, visibile dall'esterno, è una caratteristica esclusiva degli Artropodi e consente il loro immediato riconoscimento.

Pensiamo a un granchio, tante volte visto sulle spiagge o tra gli scogli: ai lati del corpo sono inserite le zampe, ciascuna delle quali è divisa in più segmenti che vengono detti articoli. Riscontreremo le stesse caratteristiche in una mosca e in un ragno, se abbiamo la possibilità di osservarli con una buona lente di ingrandimento. L'articolazione è ben visibile grazie al fatto che questi animali hanno uno scheletro esterno (esoscheletro) che viene prodotto dalle cellule dell'epidermide.

Tanti modi di essere artropode

Esistono cinque principali classi di Artropodi: gli Aracnidi, i Crostacei, i Chilopodi, i Diplopodi e gli Insetti. Gli Aracnidi comprendono, per esempio, i ragni, gli scorpioni, gli acari e le zecche. Fra i Crostacei, sono molto noti i granchi, i gamberi, le pulci di mare e i porcellini di terra. Chilopodi e Diplopodi corrispondono rispettivamente alle scolopendre e ai millepiedi. Agli Insetti appartengono i pesciolini d'argento, le libellule, le blatte, le termiti, gli insetti stecco, le mantidi, i grilli, le cavallette, le api, le vespe, le formiche, le farfalle, le falene, gli scarabei, le mosche, le zanzare e tante altre specie. Oltre a queste cinque classi principali e universalmente note, esistono altre due classi di Artropodi marini meno conosciute, ma assai interessanti: i Picnogonidi (ragni di mare) e i Merostomi (limuli). Sembrerebbe che gli Artropodi si siano divisi il mondo: ad aver colonizzato con successo l'ambiente marino sono soltanto i Crostacei, con qualche eccezione, insieme ai Picnogonidi e ai Merostomi, mentre tutti gli altri vivono sulle terre emerse e nelle acque dolci.

Uno dei segreti del successo

Macrocheira kaempferi

L'esoscheletro è una delle chiavi che spiegano il successo degli Artropodi: si tratta di un apparato di sostegno che, essendo esterno, protegge il corpo dell'animale e gli conferisce una forma costante. Pensate allo scheletro esterno di un granchio o di uno scarabeo: la protezione è sia di tipo meccanico (difende dagli urti, dalle pressioni, e dai morsi dei predatori) sia di tipo fisico-chimico (riduce la perdita di acqua e l'effetto di sostanze tossiche). La sostanza di base dell'esoscheletro è la chitina, che impedisce un accrescimento eccessivo del corpo, dal momento che l'aumento delle dimensioni renderebbe l'esoscheletro troppo pesante. Ecco perché gli Artropodi che vivono in ambiente terrestre (insetti, ragni, miriapodi, porcellini di terra) sono tutti piuttosto piccoli e invece gli Artropodi più grandi sono Crostacei che vivono nel mare: nell'ambiente acquatico si sopporta meglio il peso dovuto alle grandi dimensioni, come quelle di Macrocheira kaempferi, un granchio giapponese le cui zampe anteriori possono avere un'apertura di 3,5 m.

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