CIACELLI, Arturo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)

CIACELLI, Arturo

Margit Fant
Mari Pia D'orazio

Nacque il 28 maggio 1883 ad Arnara (Frosinone) da Vincenzo e Adele Coratti. Notizie sulla sua vita si ricavano dai suoi scritti autobiografici inediti (conservati a Roma, Ente Quadriennale, e a Milano, Gall. Schettini). Agli inizi del secolo aiutò a Roma il padre nella sua attività di mosaicista; in seguito frequentò l'Istituto d'arte industriale e i corsi liberi all'Accademia di belle arti e di quella di Francia. Dal 1904 al 1907 fu aiuto di D. Cambellotti e G. Bazzani nelle scenografle per il teatro Argentina. Nel 1905 partecipò con cinque dipinti al primo "Salone dei rifiutati" (catal., Roma 1905, pp. 5, 7) con Balla, Boccioni, Severini ed altri. Nel febbraio 1909 riprese a frequentare i corsi liberi dell'Accademia di belle arti, dove conobbe la pittrice svedese Elsa Ström (14 febbr. 1876 - 5 dic. 1952) che sposò a Roma il 7 ottobre dello stesso anno; nel 1910 si trasferì in Svezia e nello stesso anno espose nelle gallerie Oden di Stoccolma e Engelbrekt di Malmö.

Nel 1911 soggiornò a Parigi dove frequentò lo studio di R. Delaunay e visse "l'entusiasmo dei primi movimenti cubisti in fratema collaborazione con i pittori Delaunay, Léger, Braque, Chagall ed altri" e dove fu in contatto con i primi futuristi italiani. Come egli stesso più tardi notò, questo primo periodo "non era futurista, ma di un realismo sintetico, cioè che tendeva all'astratto più che al reale". Ritomato in Svezia, tenne la sua prima mostra personale (Exposition A. C., Paris-Italie-Suède, catal.,) nella galleria dell'università di Lund (14 gennaio-4 febbr. 1912), presentata dal poeta Gian-Maria Cominetti. Furono esposte centodue opere, di cui cinquantadue pitture (trenta a olio e ventidue a pastello), ventidue disegni, diciannove incisioni e nove oggetti in ceramica (eseguiti nella fabbrica Höganäs): cinquantadue delle opere erano state eseguite a Parigi nel 1911, quarantasette in Svezia (Stoccolma, Lund e Torekov) nel 1910 e 1911. La mostra fu presentata anche nella galleria Ferlov di Copenaghen, nella galleria Konstfliten di Göteborg (Svezia) e nella galleria Blomquist di Oslo. Tutte le opere furono vendute. Nel 1913 il C. espose le sue opere futuriste a Stoccolma. nel Salong Joël (28 marzo-15 aprile).

Nel catalogo (A. C. Futuristutställning), oltre a un'ntervista di Haagen Falkenfleth con il pittore (pubblicata anche nel Nationaltidende di Copenaghen il 29 maggio 1912), è fornita anche la traduzione in svedese del Manifesto dei Pittori futuristib alla quale il C. aggiunse la firma (Post- och Inrikes Tidningar [Stoccolma], 5 apr. 1913). Tra le ventun pitture esposte due sono riprodotte nel catalogo: Da Thomas Lorenzen (caffè notturno di Copenaghen), 1912, e In un grande viale, 1912: per esse venivano chieste rispettivamente 3.000 e 2.000 corone svedesi. Il quadro più quotato fu I funerali del re Fredrik VIII (5.000 corone svedesi). Furono esposte anche venti illustrazioni per Also sprach Zarathustra di F. Nietzsche (1912-1913) di cui quattro riprodotte nel catalogo.

Nel 1914 il C. espose due incisioni nella Esposizione baltica di Malmö (Katalog över, Baltiska utstäningens...). Intorno a quell'epoca tenne conferenze, nel 1912 sull'arte modema a Copenaglien, e nel 1913 sul principi futuristi a Stoccolma, Göteborg ed Oslo.

Dal 1915 alla fine del terzo decennio Stoccolma fu il centro delle attività del Ciacelli. Dal 1915 al 1920 fu direttore della Nya konstgalleriet: in Strandvägen, n. 9, la prima galleria d'arte moderna di Stoccolma.

Portavoce del la galleria doveva essere la rivista Nykonst, redatta da G. Uddgren e dallo stesso, C., che però non andò oltre il primo numero pubblicato nell'ottobre 1915. Nella galleria il C. fece conoscere con mostre e conferenze il cubismo francese e il futurismo italiano. Il suo scopo era di organizzare ogni mese due mostre con artisti scandinavi ed internazionali; nel primo anno soprattutto opere di artisti scandinavi, ed appena possibile (ci si trovava in piena guerra) opere moderne di artisti di altri paesi. Tra gli artisti lanciati in Svezia dalla Nya konstgalleriet furono Robert Delaunay, Sonia Delaunay Terk, Van Dongen, Dufy, Léger, Ozenfant, Picasso, Rouault, Vlarninck, Kandinski e Severini..Nella galleria si vendevano anche libri d'arte internazionale e riproduzioni e cartoline postali di opere d'arte moderna.

Il C. organizzò, inoltre, nella Nya konstgalleriet serate di musica (da Palestrina a Debussy) ed esperimenti di "concerti di colore "con film in colore da lui creati. Nel 1916 tenne una conferenza sull'arte simultanea. Ma la Nya konstgalleriet fu anche, soprattutto durante gli anni di guerra, un luogo d'incontro ed un focolare per i rifugiati di tutte le nazionalità. Durante tutti questi anni, come direttore della galleria, il C. fu naturalmente distratto dalla propria attività artistica.

Nel 1916 C. espose nelli galleria Blomquist di Oslo, nel Palace Hôtel di Göteborg e nella galleria Ferlov di Copenaghen; nel 1917 nella galleria Nygatan di Malmö, nella galleria Bredegade di Copenaghen e nella stessa Nya konstgalleriet.

Dal 1917 al 1919 la rivista d'arte di Georg Pauli, Flamman [La fiamma], propagò le nuove idee, quelle del cubisino ed anche quelle del futurismo. Il C. vi collaborò (1917: nn. 1, 3-9; 1918: pp. 66 s.; 1919: p. 14; 1919, numero extra, p. 7), fra l'altro con una pagina su Boccioni (esperimento "psicotipografico" sul modello francese), che è riprodotta nel Svenskt konstnäslexikon [Dizionario, degli artisti svedesi]. Nel novembre 1920 il C. tenne una mostra personale nella sua nuova galleria Ny konst di Stoccolma in Grevmagnigatan: il titolo di un suo quadro, riprodotto in Stockholms-Tidningen il 22 nov. 1920 (En futurist: C... ) era Autos-vitesse - rayonnements - lumière - brouillard. Sempre fedele al futurismo, l'artista fissava sulla tela rapide sensazioni simultanee (vedi anche C. utställer., in Stockholms Dagblad, 13 nov. 1920).

In quegli anni il C. si recò a Parigi e a Roma anche per lunghi soggiorni; a Roma fondò, con E. Prampolini, con U. Giannattasio e con altri, il "Cenacolo dell'Augusteo" (Il Tempo, 25 apr. 1921).

A Stoccolma, nel 1924, eseguì decorazioni murali in stile futurista nel ristorante Mårtenskällaren sotto la galleria Lilievalchs (Dagens Nyheter, 2 nov. 1924) e nel Grand Hôtel Royal. Esse non esistono più, come quelle del Circolo italiano di Stoccolma (1923: Grotta Azzurra)o nei ristoranti Rosenbad (Bella Venezia)e Cecil (1926), sempre a Stoccolma. Né resta traccia delle scenografie allestite dal C. per il Circolo artistico di Stoccolma e per l'Apollo-Teater di Copenaghen.

Nel febbraio 1928 il C. espose a Stoccolma, insieme con la moglie Elsa Ström, nella succursale della Svensk-franska konstgalleriet (Dagens Nyheter, 14febbraio 1928; Stockholms Dagblad, 14 febbraio 1928). Nello stesso anno egli espose a Berlino. Subito dopo lasciò la Svezia per stabilirsi a Parigi. Il suo nome si trova un'ultima volta nel Katalog 84 B della Svensk-franska konstgalleriet dell'aprile 1930, che elenca le opere donate da centosettantacinque artisti svedesi alla lotteria "per gli sventurati delle regioni francesi inondate" (n. 39: Place du Tertre, Paris, acquarello).

A Parigi il C. rimase fino al 1933, in un "periodo fecondo" per la sua attività pittorica, come egli stesso lo defini nella sua autobiografia elencando le mostre alle quali aveva paxtecipato: 1929: Esposizione futurista; Arte italiana al Cercle des Artistes Français; 1931-33: Salon des Tuileries; 1930 e 1932: personali nella galleria "23", Studio 28 ed "Epoque nouvelle".

Con il gruppo futurista il C. partecipò alla Biennale di Venezia del 1930. Nel 1934 espose alla Iª mostra nazionale di plastica murale per l'edilizia fascista a Genova; l'anno successivo Marinetti presentò una sua personale prima a Tonno e poi alla galleria Dinesen di Roma: divenne in questo modo "un attivo esponente del secondo tempo del futurismo" (Ballo, 1964, p. 45). Dal 1936 al 1938 passò lunghissimi periodi a Capri. Nel 1937 fu a Vienna per una personale: vi ritornò Panno seguente e vi rimase per il resto. della vita; insegnò presso la locale scuola italiana (1939-42) in un corso d'artigianato e ne decorò (1940) l'edificio (attuale Istituto italiano di cultura). Presso l'Istituto italiano di cultura tenne mostre personali nel 1951 e nel 1960. Riprese i contatti in quel periodo con gli.artisti italiani e in particolare con quelli m:ilanesi aderenti al Movimento arte concreta: nel 1952 organizzò una mostra scambio a Vienna ed espose a Milmo nella galleria Elicottero (Doffles, 1952; E. Mastrolonardo, in Notiziario d'arte [Roma], luglio 1952). Dopo le personali di Milano (gall. Schettini, 1955, 1957) partecipò nel 1959 alla VIII Quadriennale nazionale d'arte di Roma. Nel 1962 espose a Milano e nel 1963 a Roma (Gall. comunale d'arte).

Il C. mori a Venezia il 6 luglio 1966.

Sin dagli esordi, il C. operò per un rinnovamento della tradizione artistica, anche se non sempre fu compreso e sostenuto dai suoi stessi colleghi, in Italia (eccetto U. Giannattasio: Drudi Gambillo-Fiori, 1958, pp. 288, 304, 319, 339), o in Svezia (dove d'altronde lo stesso C. pare non apprezzasse i suoi contemporanei). Iniziò avendo presente la lezione di G. Balla per la rappresentazione plastica dei corpi (Tango Tabarin, 1911, gall. Schettini, catal., Milano s.d.) e per i ritmi lineari (Ritmico, 1913: Ballo, 1964, p. 34). In seguito si accostò all'aeropittura (Aeropittura, 1925; Aereo meccanico, 1934:Centro Annunciata, 1976). Negli anni Cinquanta si volse progressivamente con più decisione e chiarezza, abbandonando l'esperienza figurativa sino allora mai del tutto smessa, verso una pittura di sole forme geometriche, "che l'avvicinano all'Arte Concreta e che ricordano talvolta alcune composizioni del suo amico Arp" (Dorfles, 1952).

Fonti e Bibl.: Scritti autobiogr. sono conserv. a Milano, Gall. Schettini; Roma, Ente Quadrienn. b. "A. Ciacelli"; M. Drudi Gambillo-T. Fiori, Arch. del futurismo, Roma 1958, ad Ind.; Studio 28, L'activité artist. de A. C. de 1903 à 1931 (catal. gouaches decorat.), Paris 1931; G. Traglia, A. C., in Il Tevere. 3 apr. 1936; Ein Maler des faschistischen Italien. A. C., Wien 1938; Notizie critiche di vari autori su A. C., Napoli 1938; C. Trabucco, A. C., in Il Meridiano di Roma, 7 genn. 1940; A. Muhr, Mostra del pittore A. C. a Vienna, in Arte contemporanea (Roma), luglio agosto 1949; G. Dorfles, in Arte concreta (Milano), giugno 1952; Galleria Schettini, A. C. (catal.), Milano 1955 (rec. in Corriere della Sera, 5 ott. 1955); G. Severini, Tra "neo-" e "pre-". Coerenza di C., in Corriere lombardo, 7-8 ott. 1955; Gall. Schettini, A. C. (catal.), Milano 1957 (rec. in L'Unità, 6 giugno 1957); G. Ballo, La linea dell'arte ital., Roma 1964, I, p. 39; II, pp. 34, 45, 73; Docum. di st. d'arte contemporanea. A. C., in Arte figurativa, XIV(1966), 1-4, p. 113; G. Acquaviva, A. C., in Il Giornale letterario (Milano), settembre 1966, p. 3; E. Mastrolonardo. La scomparsa di A. C., in Pensiero ed arte (Bari), novembre-dicembre 1966, p. 118; Arte mod. in Italia 1915-35 (cat.), Firenze 1967, p. 82; C. Carrà, Tutti gli scritti, Milano 1978, p. 4; G. M., Il futurista C., in Le Arti (Milano), aprile 1969, pp. 59 s.;M. Bach, A. C. (catal.), Roma 1969; V. Orazi, Profilo di un pittore, in La Fiera letter., 7 luglio 1973; Centro, Annunciata, A. C. (catal.), Milano 1976; G. Pampaloni-M. Verdone, I futuristi italiani, Firenze 1977, p. 20; Svenskt Konstnärslexikon, I, Malmö 1952, p. 309; E. Bénézit, Dictionn. des peintres, scuipteurs.... II, p. 26.

CATEGORIE