DONAGGIO, Arturo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 (1992)

DONAGGIO, Arturo

Laura Fiasconaro

Nacque a Falconara Marittima (Ancona) l'11 ott. 1868 da Girolamo e da Lucia Bosi. Laureatosi in medicina a Modena a venticinque anni, divenne assistente di A. Tamburini nel manicomio S. Lazzaro di Reggio nell'Emilia, dove frequentò anche i laboratori dell'istituto, diretti da G. Vassale, nei quali si svolgevano indagini anatomiche.

Aiuto, nell'università di Modena, del Tamburini, dopo aver conseguito la libera docenza in neuropsichiatria (1901), successe allo stesso Tamburini come incaricato quando questi si spostò all'università di Roma. Nel 1907 fu nominato titolare di neuropsichiatria a Cagliari e l'anno successivo fu chiamato a Messina. Alla morte di C. Lombroso (1909) fu incaricato dell'insegnamento, rimasto scoperto, di psichiatria a Torino; conseguito l'ordinariato nel 1911 tornò, come titolare della cattedra di clinica neuropsichiatrica, a Modena, dove doveva rimanere per più di vent'anni e ricoprire anche la carica di preside della facoltà di medicina per gli anni accademici 1926-27 e 1935-36.

Durante la guerra 1915-18 prestò la propria opera come maggiore e poi tenente colonnello medico nell'ospedale di Modena, istituendo anche una scuola per soldati feriti analfabeti. Fu fondatore e presidente del comitato provinciale di Modena dell'Unione generale insegnanti italiani per la guerra nazionale, mutatasi poi in Opera nazionale per l'assistenza scolastica degli orfani di guerra.

Nel 1924 fu candidato italiano al Nobel per la medicina. Nel 1928, chiamato a succedere a E. Morselli a Genova, declinò l'incarico; accettò invece, sette anni dopo, la direzione della clinica delle malattie nervose e mentali di Bologna, dove rimase sino al ritiro dall'insegnamento per limiti d'età (1938).

Il D., a partire dal 1896, credette di osservare, e descrisse nella struttura della cellula nervosa dei Vertebrati, l'esistenza di un sistema periferico di sottili filamenti disposti a raggiera (raggiera pericellulare), in rapporto con la nevroglia, e di una rete neurofibrillare endocellulare costituita da fili che si ramificano e anastomizzano tra loro, addensandosi attorno al nucleo ove formano un ammasso a forma d'anello (cercine perinucleare), percorrono i prolungamenti citoplasmatici e si mettono in comunicazione col cilindrasse, partecipando allo scarico dell'energia nervosa. Questi dati, pubblicati a partire dal 1896, furono presentati dal D. a vari congressi internazionali, primo quello di medicina a Madrid nell'aprile 1903 (La structure de la cellule nerveuse, XIV Congrès intern. de méd., Madrid, 20-30 apr. 1903, Madrid 1904, a cura di A. Fernández-Caro; ma vedi anche l'ampio articolo Il reticolo fibrillare endocellulare e il cilindrasse della cellula nervosa dei vertebrati e metodi vari di colorazione elettiva del reticolo endocellulare e del reticolo periferico basati sull'azione della piridina sul tessuto nervoso, in Riv. sper. di freniatria, XXX [1904], pp. 397-443): nel dicembre dello stesso anno S. Ramón y Cajal li confermava con una reazione argentea.

I preparati ottenuti con il metodo del D. (1888) per la colorazione delle cellule del sistema nervoso (basato sull'uso del molibdato d'ammonio, della piridina nitrica, dello xilolo, dell'etere di petrolio, della tionina e della resina di Dammar) furono inizialmente molto apprezzati, tanto che già nella prima edizione del Trattato di fisiologia (Milano 1902) L. Luciani accoglieva i reperti del Donaggio.

Nel 1906, nel discorso pronunciato a Stoccolma in occasione del ricevimento del premio Nobel (The neuron doctrine: theory and facts), C. Golgi, nel giudicare il lavoro del D., si rifaceva a A. J. Jäderholm, per il quale le formazioni reticolari nelle cellule nervose si dovevano considerare artefatti prodotti da un fenomeno di agglutinazione. Nella stessa occasione Ramón y Cajal (The structure and connexions of neurons) citava il metodo Donaggio come via elettiva per la disconferma della teoria della continuità tra elementi nervosi.

Il D. ideò metodi che permettevano di mettere in luce lesioni delle fibre nervose in fase di degenerazione primaria e secondaria, nella fase anteriore a quella visibile col metodo Marchi (Colorazione positiva delle fibre nervose nella fase iniziale della degenerazione primaria e secondaria, sistematica o diffusa, del sistema nervoso centrale, in Riv. sper. di freniatria, XXX [1904], pp. 203-219). Egli condusse inoltre una serie di importanti studi sulla fisiopatologia del sistema nervoso.

Enunciò due leggi che governano la patologia della rete neurofibrillare: la legge della resistenza della rete neurofibrillare dei mammiferi adulti di fronte ad azioni patogene anche intense ma univoche e la legge della vulnerabilità di fronte a particolari azioni combinate, secondo la quale la rete si riduce a blocchi informi se agiscono su di essa due o più cause nocive contemporaneamente (per es. raggi X e freddo o inanizione e freddo; cfr. Effetti dell'azione combinata del digiuno e delfreddo sui centri nervosi di mammiferi adulti, ibid., XXXII [1906], pp. 373-393).

Presentò a Napoli nel 1923 (Contributo alla conoscenza dell'anatomia patologica del parkinsonismo postencefalitico, in Atti del VI Congresso della Società italiana di neurologia, Napoli 5-8 nov. 1923, Siena 1926, pp. 347-350) e a Bruxelles l'anno seguente (Les centres nerveux dans le parkinsonisme postencéphalitique, comunicazione al Congrès des aliénistes et neurologistes, Bruxelles, 1-7 ag. 1924, XXVIII session, in Revue neurologique, XXXI [1924], 2, pp. 373-389) la sua dottrina "cortico-nigrica" sulla rilevanza della corteccia frontale nella motilità extrapiramidale, fondata su reperti acquisiti tramite i propri metodi che gli avevano consentito di scoprire, in concomitanza con le forme di rigidità che seguono l'attacco acuto di encefalite epidemica (parkinsonismo encefalitico), lesioni localizzate non nei gangli della base, come si riteneva allora, ma nel locus niger e nella corteccia frontale. Scoprì inoltre la doppia funzione motoria (piramidale ed extrapiramidale) della circonvoluzione frontale ascendente, e descrisse una forma "tardivissima" del parkinsonismo (Sull'insorgenza molto tardiva del parkinsonismo postencefalitico, prima comunicazione in Atti della R. Acc. di scienze, lettere ed arti in Modena, seduta del 13 febbr. 1926; seconda comunic. in Atti del VII Congresso della Soc. ital. di neurologia, Torino 7-9 apr. 1926, Siena 1929, pp. 55 ss.).

Compì studi sull'epilessia a partire dal 1894 (Indice dinamometrico, sviluppo degli arti e reflessi in 34epilettici [tesi di laurea], in Riv. sper. di freniatria, XX [1894], I, pp. 55-65), descrivendo, come segno prodromico dell'accesso epilettico motorio, un aumento dei riflessi cutanei (in contrasto con i riflessi tendinei), che poteva essere utilizzato come indice nell'accertamento dell'epilessia, come anche la reazione da lui scoperta e illustrata in vari articoli a partire dal 1931 (cfr. Sull'esistenza e sul comportamento di un "fenomeno d'ostacolo" da parte dell'orina e del liquido cefalo-rachidiano alla precipitazione di sostanze coloranti con i rispettivi mordenti, comunicaz. al IX Congr. della Società italiana di neurologia, Modena, 5-8 ott. 1932, Siena 1934, pp. 547 s., Su di una particolare reazione del liquido cefalorachidiano e dell'orina, in Atti della Società ital. per il progresso delle scienze (SIPS), III [1933], p. 180) che si manifesta in seguito a fatica muscolare, della quale può quindi verificare l'esistenza dopo l'attacco; tale reazione fu anche adottata come test nella scheda internazionale per la valutazione fisica. Invitato da G. Guillain tenne all'ospedale parigino della Salpetrière, l'8 marzo 1924, la lezione "La nouvelle pathologie des éléments nerveux dans ses rapports avec la clinique".

Interessato ai problemi del lavoro, il D. fu un convinto assertore dell'importanza di quello artigianale per lo sviluppo mentale e rilevò l'annientamento della personalità provocato dai caratteri di monotonia, automatismo e dissociazione tra personalità del lavoratore e prodotto lavorativo del lavoro industriale (cfr. Suglieffetti psichici del lavoro macchinale. Considerazioni sulla necessità del risveglio dell'artigianato, relazione ufficiale al VI Congr. naz. di medicina del lavoro, Venezia, seduta del 4 giugno 1924, in Riv. sper. di freniatria, L [1926], pp. 278-294; e il capitolo L'igiene mentale in rapporto alla formazione della personalità, in La valutazione delle deficienze psichiche del fanciullo, a cura di F. Bocchetti, in Iproblemi della maternità e dell'infanzia, X, Roma 1941, pp. 72-84).

Si interessò anche di storia della medicina, e in particolare delle figure di M. Malpighi, B. Ramazzini e A. Scarpa. Il D. fu presidente della Società italiana di psichiatria e della Società italiana di neurologia, e rappresentante ufficiale di quest'ultima in vari congressi internazionali neurologici e neuropsichiatrici. Ebbe un carattere energico e distinto ma chiuso e solitario, che gli impedì di crearsi solidi rapporti affettivi nell'ambiente di lavoro e nella vita privata.

Poco prima del suo pensionamento firmò, insieme a nove altri scienziati di varie discipline, la dichiarazione Il fascismo e i problemi della razza (pubblicata il 14 luglio 1938 su Il Giornale d’Italia, e meglio nota come Manifesto degli scienziati razzisti o, in forma abbreviata, Manifesto della razza); in essa si sostenevano la concezione ‘biologica’ del razzismo, l’esistenza di una pura razza italiana e la non assimilabilità degli ebrei, che secondo i firmatari costituivano una razza non europea.

Morì a Bologna, per un incidente stradale, l'8 ott. 1942.

Fonti e Bibl.: R. Balli, L'opera scientifica e sociale di A. D., in Ann. d. Univ. di Modena ... 1942-43 e 1943-44, Modena 1944, pp. 39-55; A. Ferrannini, Medicina Italica, in La neuropsichiatria in Italia, in Acta medica Italica, dicembre 1947, pp. 8 s.; A. Pazzini, Storia della medicina, Milano 1947, II, p. 321; G. Lambertini, Diz. di anatomia, Napoli 1949, pp. 374 s.; G. P. Arcieri Figure della medicina contemp. ital., Milano 1952, pp. 115-120; C. G. Mor, Storia dell'università di Modena, Modena 1963, p. 213; C. Golgi, The neuron doctrine: theory and facts, in Nobel Lectures, Physiology or Medicine (1901-1921), Amsterdam-London-New York 1967, pp. 189-217; S. Ramón y Cajal, The structure and connexions of neurons, ibid., pp. 220-253; Roma, Università degli studi "La Sapienza", Bibl. d. Ist. di storia della medicina, A. D., estr. da Athena, Fidenza s.d., pp. 1-5; Ibid., Curriculum vitae del prof. A. D., datt. pp. 1-17, tavv. 1-3. Sempre nella stessa biblioteca si trova l'elenco delle pubblicazioni scientifiche del D. dal 1895 al 1936, in parte datt. e in parte a stampa; Enc. Ital., XIII, pp. 133 s.; App. II, 1, p. 803.

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