MARTINI, Arturo

Enciclopedia Italiana (1934)

MARTINI, Arturo


Scultore, nato a Treviso l'11 agosto 1885. Frequentò prima le Regie scuole di ceramica di Faenza, poi lo studio dello scultore Carlini. Nel 1905 fu nella scuola privata di Adolfo Hildebrand a Monaco di Baviera; nel 1911 emigrò a Parigi. Nel dopoguerra si recò a Roma. Ha insegnato a Monza nell'Istituto superiore per l'industria artistica. Partecipa alle Biennali veneziane e ad altre esposizioni. Alla prima quadriennale di Roma gli fu assegnato il primo premio nazionale della scultura.

Ricco d'immaginazione, è fertile inventore di motivi plastici, nei quali si studia di accordare - non di rado riuscendovi, come in Donna al sole, Sogno, Convalescente - quel suo lirismo decorativo con una felice sensualità e naturale tendenza al racconto e all'ironia; e nei quali si rivela interprete delle inquietudini artistiche del suo tempo, di un gusto ancora in lotta con quei problemi di stile e di forma cui dovettero - nei primi decennî del Novecento - rifarsi le arti figurative, contro la degenerazione del naturalismo ottocentesco. Così, il Chiaro di luna, del 1932, immerso com'è in un espressionismo letterario, rinnega le conquiste plastiche del Figliuol prodigo ch'è del 1926.

Ricordiamo ancora: Madrefolle (1926); Sacro Cuore (1928); Sposo felice (1929); il Pastore (1929, Roma, Museo Mussolini); la Pisana, la Lupa, l'Annunciazione (1931).

Bibl.: Lo Duca, A. M., Milano 1933.