ĀRYA SAMĀJ

Enciclopedia Italiana (1929)

ĀRYA SAMĀJ (letteralmente: "società degli Ārya")

Luigi Suali

J Movimento religioso teistico dell'India moderna, e organizzazione relativa. Ne fu fondatore Svāmi Dāyānanda Sarasvatī, nato a Tankara nel Kathiavar nel 1824, morto in Ajmer il 30 ottobre 1883. La data ufficiale della fondazione della società può fissarsi al 10 aprile 1875, a Bombay; nel 1877 ne fu creata a Lahore una sezione, che si sviluppò potentemente. Oggi è diffusa soprattutto nel Panjab e nelle United Provinces: nel 1901 contava più di 92.000 membri, con forte tendenza all'aumento. Le dottrine professate sono un tentativo di ritorno alle fonti originali della religiosità indiana, reagendo contro l'autorità brahmanica e contrapponendosi alle religioni estranee all'India, principalmente Islamismo e Cristianesimo: nazionalismo puritano in religione e tendenze nazionalistiche in politica. Fra i dieci punti fondamentali che riassumono ufficialmente la dottrina, vanno notati i seguenti: Dio è la fonte prima di ogni verità; è fornito di ogni perfezione e costituisce l'unico oggetto di culto e di adorazione; i Veda sono il libro della vera scienza. Gli altri articoli del decalogo sono di natura principalmente etica e pratica. Non si ammette la remissione dei peccati; la credenza nella trasmigrazione delle anime è mantenuta; l'anima è eterna, ma individuale; le pratiche dell'idolatria sono tutte condannate. Il culto ricorda davvicino, nel suo lato formale, il servizio divino della Chiesa protestante. Notevole è l'attività propagandista dell'Ārya Samāj, che dà luogo a frequenti conflitti con i musulmani indiani.

Bibl.: J. N. Farquhar, Modern religious movements in India, New York 1919, pp. 101-129; J. C. Oman, Cults, Customs and Superstitions of India, Londra 198, pp. 128-183.

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