ASCALONA

Enciclopedia Italiana (1929)

ASCALONA (ebr. 'Ašhqělôn, ar. ‛Asqalān)

L. Gra.
G. L. D. V.

Città cananea ricordata fin dalla più remota antichità, posta sopra un anfiteatro roccioso, a non grande distanza dal mare e a N. di Gaza. È menzionata nelle tavolette di Tell el-‛Amarna. Spesso ribelle ai Faraoni, sulle pareti del gran tempio di Karnak essa è raffigurata nel momento in cui era assediata dai soldati di Tutmosis III. Occupata dagli Ebrei, fu assegnata alla tribù di Giuda, ma riacquistò dopo non molto la sua indipendenza. Al tempo dei Giudici (Giud., I, 18; XIV, 19 ecc.), Ascalona fu teatro delle gesta di Sansone.

Situata poco lungi dalla via che conduceva dall'Egitto in Siria, fu, in epoca storica, oggetto di competizione da parte di tutti i grandi condottieri e di tutti i monarchi che si disputarono il possesso di quelle contrade, e perciò fu spesso saccheggiata e taglieggiata nelle guerre tra Tolomei e Seleucidi. Ma, postasi sotto l'egida di Roma, ebbe titolo e prerogative di città libera (Plinio, Nat. Hist., V, 14). Erode il Grande, che vi era nato, l'abbellì di fontane e di pubblici edifici. Ascalona fu santuario di Derceto (v. dea siria), centro importante di cultura ellenistico-orientale, e patria del filosofo Antioco (v.); nel sec. IV era sede vescovile.

Ascalona, protetta da salde fortificazioni, cadde in potere degli Arabi soltanto alcuni anni dopo la conquista della Palestina; essa si arrese nel 23 ègira (644 d. C.). Durante il periodo di anarchia succeduto alla morte del califfo Yazīd fu momentaneamente ripresa dai Bizantini e distrutta (c. 65, 685); il califfo ‛Abd al-Malik (65-86 èg., 685-705), rimesso l'ordine nello stato, la ricostruì. Ascalona ebbe qualche importanza storica soltanto nel periodo delle crociate, durante il quale costituì il baluardo della resistenza musulmana. Presa da Baldovino III nel 548 èg., 1153, fu ripresa da Saladino nel 583 èg., 1187, e nuovamente espugnata da Riccardo Cuor di Leone nel 587 èg., 1191. Soltanto nel 645 èg., 1247, ricadde definitivamente in potere dei musulmani, i quali peraltro la distrussero nel 668 èg., 1270, per evitare che costituisse un punto d'appoggio per i crociati. Dopo d'allora, Ascalona non risorse più, benché tra le sue rovine abbia trovato luogo per qualche secolo ancora un modesto villaggio, donde trasse l'origine il celebre poligrafo Ibn Hagiar al-‛Asqalānī (v. arabi: Letteratura, p. 864 a).

Dopo l'occupazione della Terra Santa, fatta dagl'Inglesi, in seguito agli scavi eseguiti dal 1921 al 1923 a cura del Palestine Exploration Fund, tra le rovine dell'antica città furono posti in luce alcuni avanzi delle varie civiltà ivi susseguitesi, insieme con i resti del santuario della dea Derceto, di un tempio eretto nell'epoca romana alla dea Fortuna, di una basilica del sec. VII e della cattedrale costruita dai re latini di Gerusalemme.

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