Sforza, Ascanio Maria

Dizionario di Storia (2011)

Sforza, Ascanio Maria


Ecclesiastico (Milano 1455-Roma 1505). Figlio del duca Francesco e di Bianca Maria Visconti, fu nominato cardinale nel 1484. Composti alcuni dissensi con Ludovico il Moro, ne divenne fedele strumento e rappresentante nella curia romana. Capo della parte sforzesca nel conclave del 1492, favorì l’elezione pontificia di Alessandro VI, ricevendone in compenso la nomina a vicecancelliere e larghi poteri. Ruppe più volte con il papa, in particolare in occasione della calata in Italia di Carlo VIII, a fianco del quale entrò in Roma (1494), fino a spingere il re a convocare un concilio per deporre Alessandro VI e riformare la Chiesa. Capovoltasi la situazione politica, si riconciliò col papa, e gli rimase vicino negli anni seguenti sostenendone la politica antifrancese. Con l’ascesa al potere del cardinale Cesare Borgia, mutata la politica pontificia verso i francesi, i rapporti con Alessandro VI si interruppero nuovamente a causa dell’annullamento (1497) del matrimonio tra Lucrezia Borgia e Giovanni Sforza, signore di Pesaro. Sospettato dell’assassinio di Giovanni, figlio naturale di Alessandro VI, S. fu costretto a fuggire da Roma per Milano (1499), dove seguì le sorti del fratello Ludovico, finendo consegnato dai veneziani ai francesi (1500). Liberato per opera del cardinale di Amboise, ritornò a Roma dopo la morte di Alessandro VI, accolto con entusiasmo dal popolo; in conclave favorì l’elezione di Pio III, poi di Giulio II. Morì di peste.

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