Ascesi

Dizionario di filosofia (2009)

ascesi


Atteggiamento spirituale e dottrine miranti al raggiungimento di una purificazione rituale e spirituale e alla conquista della perfezione religiosa. La parola greca ἄσκησις indicava ogni tipo di esercizio, di educazione a una tecnica, per es. l’al-lenamento degli atleti; in seguito, nella filosofia cinica e stoica, designò l’educazione delle forze dello spirito per acquistare le virtù necessarie a dominare le passioni; quindi, attraverso il pitagorismo e i misteri, indicò la pratica religiosa. Con il cristianesimo il vocabolo è passato al linguaggio religioso moderno. Attualmente si distingue tra a. e ascetismo, riservando quest’ultimo termine a indicare quella che è detta anche a. esteriore, con gli atti di rinuncia, penitenza, mortificazione e austerità (quindi digiuni, astinenza da cibi e bevande, veglie, flagellazioni, cilici, ecc.), nonché la separazione assoluta dal mondo mediante l’allontanamento da esso e prescrizioni particolari (silenzio, solitudine, ecc.): tutto quello cioè che è anche aspetto negativo nell’a., mirante appunto a eliminare dall’uomo il male e il peccato. L’a. fa invece riferimento più particolare all’aspetto ‘positivo’ dell’acquisto della perfezione e ascensione verso Dio, e all’azione interiore volta a tale scopo, mediante l’abnegazione e l’esercizio delle virtù (in partic. l’umiltà) e della preghiera, specie come orazione mentale, meditazione, accompagnata dall’esame di coscienza, e tendente alla contemplazione; e in genere mediante tutte le pratiche dirette a perfezionare e arricchire la vita spirituale, sotto la guida di un direttore spirituale. Intesa in tal senso, l’a. non presuppone necessariamente l’allontanamento materiale dal mondo, sebbene implichi sempre il distacco da esso. Ciò non l’identifica tuttavia con quella che scrittori protestanti (Troeltsch, Weber) hanno chiamato «a. intramondana» (ted. innerweltliche Askese) del luteranesimo: cioè l’atteggiamento del fedele, il quale, appunto perché in un certo senso staccato dal mondo per opera della grazia, può con tanta maggiore energia operare attivamente in esso.