Asimmetria informativa

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

asimmetria informativa

Giovanna Nicodano

Condizione che si verifica nel mercato quando uno o più operatori dispongono di informazioni più precise di altri. In generale, interferisce con il buon funzionamento (➔ efficienza economica; mercato, fallimenti del) dei mercati, portando a situazioni di sotto utilizzazione delle risorse disponibili. L’a. i., infatti, può indurre l’operatore meglio informato a comportamenti opportunistici (➔ azzardo morale): per es., un’impresa finanziata da terzi potrebbe assumersi rischi eccessivi, un assicurato potrebbe non tutelare le sue proprietà con la dovuta cura, un lavoratore difficilmente licenziabile potrebbe sottrarsi al proprio impegno. Questi comportamenti portano, rispettivamente, al razionamento del credito da parte delle banche, all’impossibilità di ottenere copertura assicurativa completa a prezzi equi e a una minore occupazione. Esistono tuttavia meccanismi contrattuali per attenuare le conseguenze nocive dell’a. i.: per es. le banche saranno rassicurate, e concederanno maggior credito, se l’amministratore delegato si assume una parte del rischio investendo in azioni; le assicurazioni utilizzeranno contratti con franchigia per contenere la mancanza di cura dei beneficiari; i datori di lavoro saranno rassicurati se i lavoratori accetteranno premi di produttività anziché il solo salario fisso. Queste clausole, da una parte, contengono l’opportunismo, ma dall’altra interferiscono con la ripartizione ottimale dei rischi. La produttività, per es., dipende anche da fattori di rischio indipendenti dal lavoratore, la cui assunzione, se non ci fosse l’a. i., sarebbe meglio lasciare ai datori di lavoro; per questo, il sistema economico raggiunge solo un uso delle risorse di second best (➔). Si noti che l’a. i. genera questo tipo di conseguenza anche quando non sia associata a opportunismo, ma semplicemente a selezione avversa (➔).

L’a. i. può essere affrontata anche con metodi più diretti: un’autorità di vigilanza può richiedere agli intermediari di condividere le informazioni sul merito creditizio e assicurativo dei clienti, possono nascere spontaneamente imprese che si specializzano nella raccolta, elaborazione e vendita di informazioni, oppure, ancora, i non opportunisti possono rivelare la propria qualità alle controparti. Ogni soluzione ipotizzata presenta però alcuni limiti. Chi afferma la propria innocenza, infatti, diventa credibile solo se all’affermazione si accompagna un’azione il cui costo sarebbe troppo alto per i colpevoli, il cosiddetto signalling. Per quanto riguarda società del genere delle agenzie di rating (➔), sorgono conflitti di interesse se queste vengono pagate dalle imprese il cui merito di credito viene valutato; d’altra parte, è molto difficile far pagare le informazioni a un utilizzatore, dal momento che questi cercherà di ottenerle, a sconto, da qualcuno che le ha acquistate.

Si fa spesso riferimento a una situazione ideale, quella di un mercato completo in cui il numero dei prezzi è uguale a quello delle fonti di incertezza. In questo caso limite, studiato da K.J. Arrow, G. Debreu e J.E. Stiglitz, i prezzi trasmettono le informazioni a chi inizialmente non le aveva. Per es., un rincaro delle pere non rivela informazioni sul raccolto se può essere anche causato da un aumento del costo di trasporto. Viceversa, si capisce che il raccolto di pere è stato basso ‒ e sparisce l’a. i. rispetto al contadino ‒ se il trasporto non conta, oppure se si osserva che il prezzo delle mele non è cambiato. In un mercato completo, l’iniziale situazione di a. i. viene dunque eliminata consentendo il raggiungimento dell’efficienza.

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