Aspirazione

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Linguistica

In fonetica, articolazione di una fricativa glottidale (o laringale), cioè il soffio espiratorio che è articolato principalmente nella laringe; in alcune lingue è sonoro. Nelle lingue che adoperano l’alfabeto latino e nelle trascrizioni fonetiche si segna con h.

L’a., oltre che consonante indipendente, può essere integrante delle consonanti aspirate (occlusive dentali aspirate: th, dh; occlusive labiali aspirate: ph, bh; occlusive velari aspirate: kh, ġh). Nell’ambito linguistico indoeuropeo, le aspirate sono ben rappresentate nel sanscrito e nel greco antico. Nell’indoeuropeo preistorico si ricostruisce una serie completa di occlusive sonore aspirate, mentre è discussa la ricostruzione delle sorde corrispondenti. In diacronia, le articolazioni aspirate si rivelano poco stabili e tendono a trasformarsi in fricative.

È detta h aspirata la fricativa glottidale (o spirante laringale) h, per es. in tedesco haben. Meno propriamente, è detta aspirata anche l’h iniziale francese (sempre muta nella pronunzia odierna), che sta a indicare iato tra l’ultima vocale della parola precedente e la vocale che segue l’h; nel caso contrario l’h iniziale si dice non aspirata o muta.

Medicina

In chirurgia, estrazione di materiale liquido patologico (ascessi, versamenti) con finalità diagnostiche o terapeutiche, o per facilitare l’esecuzione d’interventi chirurgici.

Allo scopo si utilizza un aspiratore chirurgico elettrico. Il tipo usato nella camera operatoria è munito di una o, più spesso, due bottiglie di raccolta della capacità di 5 o più litri l’una. Gli altri tipi, usati particolarmente nel decorso postoperatorio d’interventi sul torace, costituiscono parte essenziale dei metodi di drenaggio chiuso; producono un’a. molto modesta protratta a lungo, per giorni o settimane, con brevi intervalli e diretta al mantenimento di una pressione negativa endotoracica.

A. endouterina A. ed evacuazione dell’utero mediante una cannula speciale: metodica utilizzata nella diagnostica citologica (tumori dell’utero), nella terapia della mole idatiforme e nell’aborto provocato.

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