ASSTEAS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi ASSTEAS dell'anno: 1958 - 1994

ASSΤEAS (v. vol. I, p. 743)

F. Giudice

La fisionomia di A. è stata recentemente precisata da una pubblicazione di A. D. Trendall (1987), dalla quale risulta innanzitutto accresciuto il numero di vasi firmati dal ceramografo che sono passati da sei a undici. Tre delle nuove acquisizioni sono sul mercato antiquario statunitense, mentre le altre due provengono rispettivamente da Agropoli e da Buccino. Fra i nuovi vasi vanno segnalati un cratere, attualmente a San Antonio (Texas), con Telefo sull'altare che regge Oreste giovanetto tra Agamennone e Clitemnestra, e un'idria proveniente da Agropoli, ora a Paestum (inv. 20202), con Bellerofonte nell'atto di ricevere da Preto la tavoletta indirizzata a lobate, alla presenza di Stenebea e della sua ancella. Alla scena assistono tre divinità, fra le quali spicca Afrodite (per il soggetto è stata richiamata la Stenebea di Euripide). Da ricordare è inoltre un'anfora a collo distinto a San Antonio (Texas), con Oreste a Delfi, raffigurato vicino all'omphalòs, tra Apollo e la sacerdotessa; e infine un vaso frammentario a Salerno, proveniente da Buccino con scena decorativa generica.

A. D. Trendall (1987) ritiene «non inverosimile che A. fu il maestro di Python e che i due ceramografi lavorarono in strettissima collaborazione»; egli inoltre sottolinea l'influenza dei «precursori» sicelioti e dei pittori «transizionali», quale p.es. il Pittore del Louvre Κ 240. Sostiene, infine, sulla base dell'evidenza stilistica, che la prima attività di A. debba datarsi fra il 360 e il 330 a.C. Fra i nuovi vasi non firmati, ma attribuiti ad Α., va innanzitutto segnalato un cratere a campana con soggetto fliacico (v. vol. III, p. 706, s.v. Fliacici, vasi) da Pontecagnano, in cui sono indicati i nomi di Phrynis e Pyronides, riferiti rispettivamente a un citaredo e a un vecchio. Tra le nuove acquisizioni dei musei esteri vanno segnalati una oinochòe attribuita al Gruppo di Assteas, con un giovane seduto, acquistata dal Museo di Canberra (Australia), e un cratere a campana del Metropolitan Museum di New York.

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