ASSUNZIONE di Maria Vergine, Festa della

Enciclopedia Italiana (1930)

ASSUNZIONE di Maria Vergine, Festa della

Antonino SANTANGELO
Egidio CASPANI

La festa include l'affermazione:1. della morte, detta dormitio "sonno", pausatio "riposo", natalis "nascita" (al cielo), transitus "passaggio", depositio "sepoltura"; 2. della susseguita risurrezione di Maria; 3. dell'elevazione al cielo in anima e corpo (assunzione corporea o psicosomatica). Le origini di tale festa sono oscure. Ad Antiochia, antecedentemente, pare, al 386, si ha verso la metà di gennaio una "Memoria (μνήμη) della santa Genitrice di Dio e sempre vergine Maria". Tale ricordo liturgico della Vergine verso la metà di gennaio è attestato anche tra i monaci d'Egitto, in Arabia, in Gallia. È un puro ricordo di Maria nel tempo natalizio, ovvero un ricordo emortuale? In Gallia è probabile che ai tempi di S. Gregorio di Tours (sec. VI) la festa mariana di metà gennaio, della quale egli parla nel De gloria Martyrum, I, 9, corrisponda all'assunzione corporea di cui parla poco prima (c. 4, ed inizî c. 9). Certo tale festa le corrisponde nominatamente nei libri liturgici gotici e gallicani dei secoli VII-VIII. Così nel Missale Gallicanum vetus tra l'Epifania e S. Agnese è segnata la Adsumptio Sanctae Mariae, nel Lezionario di Luxeuil la Festivitas S. Mariae; come pure nel Martyrologium Hieronymianum vetus vi è al 18 gennaio la Depositio S. Mariae e nell'Epternacense si trova la Adsumptio S. Mariae. A Roma, verso la fine del sec. VII, sotto papa Sergio I (687-701), la festa è attestata, col nome di Dormitio. Il detto papa ordina che nelle feste dell'Annunciazione, della Dormizione e della Natività di Maria, e in quella di S. Simeone o hypapante (cioè "incontro", nome dell'odierna festa della Presentazione di Gesù al Tempio) si tenga la solenne processione litanica da S. Adriano sul Foro Romano a S. Maria Maggiore (Lib. Pont., ed. Duchesne, I, p. 376). L'ordine d'enumerazione delle quattro feste indica la festa della Dormitio tra marzo e settembre. Nel Sacramentario Gelasiano e nel Gregoriano è infatti segnata al 15 agosto. Questa data rispecchia la tradizione dei monaci di Palestina del sec. V, e sarebbe poi stata imposta dall'imperatore Maurizio (582-602) a tutto l'Impero bizantino (Niceforo Callisto, Storia eccles., XVII, 28). Essa era certo anche più antica, giacché le sette eretiche del sec. V l'hanno conservata al 15 agosto e le antiche chiese estrabizantine (armena, etiopica) l'hanno per loro tradizione. Data la dipendenza politica di Roma da Costantinopoli, facilmente la data festiva entrò in Roma, e di qui s'irradiò tra i popoli occidentali, eliminando la data del gennaio.

Dalle omelie di alcuni padri orientali del secolo VII-VIII (S. Modesto patriarca di Gerusalemme, morto nel 634; S. Andrea arcivescovo di Creta morto nel 720; S. Germano patriarca di Costantinopoli, morto nel 733, ecc.) appare che in tali secoli la festa, detta ancora Dormitio, Κοίμησις, includeva però anche gli altri due elementi della risurrezione e dell'assunzione psicosomatica. Lo stesso risulta dalla colletta del Sacramentario Gregoriano, detta, dalla prima parola, Veneranda, e dai libri liturgici gotici e gallicani. Più in su i documenti liturgici non giungono; la colletta del Gelasiano è, come molte altre di quel sacramentario, generica. Ai tempi di S. Gregorio di Tours, cioè nel sec. VI, in Gallia era esplicitamente ammessa l'assunzione corporea della Vergine (De gloria Martyrum, I, 4). In un'omelia di S. Giovanni Damasceno (morto nel 760) si narra, sulla fede di un antico storico Eutimio a noi ignoto, che il patriarca di Gerusalemme Giovenale, avendogli l'imperatrice Pulcheria (450-457) chieste reliquie del corpo della Beata Vergine da riporsi nella chiesa da lei edificata alla Vergine in un quartiere di Costantinopoli, avrebbe risposto che non potevano tali reliquie trovarsi, perché, secondo un'antica tradizione, la Vergine dopo morte era risuscitata ed era stata assunta in cielo anima e corpo. Se la narrazione è attendibile, può indicare che non era dovunque esplicitamente nota o ammessa la dottrina dell'assunzione di Maria. Probabilmente fu di ostacolo alla sua diffusione il fatto che di tale dottrina s'impossessarono presto gli scritti apocrifi. La diffidenza contro gli apocrifi generò nel sec. IX in varî scrittori e nei Martirologi di Adone e di Usuardo dubbî sull'Assunzione, che durarono fino al sec. XVII. Viceversa S. Epifanio (morto nel 403) confutando gli antidicomarianiti (Haeres., 78), dice che, non risultando nulla dalla Scrittura circa la morte di Maria, egli non sa se sia avvenuta. Epifanio certo non poteva ignorare la tradizione sulla morte della Vergine, bensì la riteneva non attendibile, preferendo ammettere un'immediata assunzione. Il fatto sta che la festa si affermò con i suoi tre elementi già nei secoli VI-VII, e nei secoli seguenti i dubbî rimasero isolati. Dal sec. IX anzi la festa si fece sempre più solenne: Leone IV nell'847 le diede l'ottava; nell'858 Nicolò I afferma che giâ da antico le si premetteva vigilia e digiuno. Ancora adesso è una delle maggiori feste di Maria.

Bibl.: J. Bellamy, in Vacant e Maugenot, Dictionnaire de Théologie catholique, s. v.; J. Turmel, in Vigouroux, Dictionnaire de la Bible, s. v.; F. Cabrol, in Cabrol e Leclercq, Dictionnaire d'Archéologie chrétienne et de Liturgie; F. C. Holweck, Assumption of the blessed Virgin Mary, in Catholic Encyclopaedia; Kraus e Schrod, Mariae Himmelfahrt, in Wetzere Welte, Kirchenlexicon; Kellner, L'anno ecclesiastico (trad. A. Mercati), Roma 1914; A. Baumstark, Das Kirchenjahr in Antiocheia, in Römische Quartalschrift, 1897; Mattiussi, L'Assunzione corporea della Vergine, Milano 1924; E. Campana, Maria nel dogma cattolico, Torino-Roma 1923; I. Schuster, Liber Sacramentorum, VIII, Torino-Roma 1927.

L'iconografia dell'Assunzione. - La scena non appare nell'arte paleocristiana: il rilievo di un sarcofago in S. Engracia di Saragozza è di dubbia interpretazione. L'arte bizantina preferì rappresentare nella Dormizione (v.) l'assunzione dell'anima della Madonna. Nondimeno il Liber Pontificalis ricorda che nei secoli VIII e IX alcuni pontefici, Adriano I, Leone III, Pasquale I e Benedetto III, donarono a basiliche romane paliotti d'altare o velarî figurati appunto con la scena dell'Assunzione.

L'iconografia occidentale, dopo che Carlo Magno e il figlio Lodovico statuirono che tra le feste della Vergine venisse celebrata anche quella dell'Assunta, ricreò il tema, o sviluppandolo dalla scena bizantina della Dormizione o in modi più originali, quasi una Ascensio. Una croce reliquiario del sec. VII, una stoffa nel tesoro di Sens dell'VIII, un avorio della badia di San Gallo del IX sono i rari esempî delle più antiche figurazioni occidentali. Si riscontrano poi nel sec. X il ms. Ed. V, 9 della biblioteca di Bamberga, l'evangeliario di Enrico II a Monaco e il ms. lat. 9448 della Nazionale di Parigi, libere varianti della Dormizione bizantina; nel sec. XI il benedizionario di S. Aethelwold nella biblioteca del duca di Devonshire, che figurava la Vergine stesa sul suo giaciglio, nei cieli, con intorno le pie donne piangenti, e angeli e la mano divina tendente una corona; pure nel sec. XI un capitello della Chiesa di Notre-Dame du Port a Clermont, nel quale il Cristo è in atto di cogliere dal sarcofago il corpo della Vergine ed angeli spalancano le porte del paradiso. Nel sec. XII sono gli angeli ad assumere in cielo la Vergine, o avvolta in bende come in un codice di Glasgow, o coronata e orante come in due altri codici, uno a Tours, l'altro a Ottenbeuern.

L'Italia, sotto l'influenza bizantina, si attenne fino al Trecento (Giotto nel Kaiser Friedrich-Museum di Berlino) al tipo della Dormizione, ma in quel secolo lo complicò con quello dell'Assunzione (A. Orcagna nel tabernacolo di Or San Michele), oppure rappresentò la Vergine seduta in trono entro mandorla e assunta in cielo dagli angeli, mentre gli apostoli, raccolti intorno al sarcofago scoperchiato e vuoto, assistono al miracolo.

Nel Rinascimento la rappresentazione più usuale è quella che pone gli apostoli intorno al sarcofago e la Madonna in piedi su nubi tra angeli musicanti e osannanti (Filippino Lippi nell'affresco della Minerva in Roma; Mantegna agli Eremitani di Padova; Tiziano nella pala dei Frari; il Greco in quella al Museo di Chicago); altre volte presenta soltanto la Vergine circondata dagli angeli che l'assumono in cielo (Masolino nella tavola del Museo di Napoli; Donatello nel rilievo di Sant'Angelo a Nilo a Napoli; il Tintoretto a Digione). Spesso all'Assunzione s'innesta l'Incoronazione della Vergine (Raffaello nella Pinacoteca Vaticana), e spesso anche questa è in atto di porgere la sua cintura a S. Tommaso, che sta in basso tra gli altri apostoli (motivo della Madonna della Cintola, che apparve nell'arte italiana alla fine del Duecento). Il Correggio diede alla rappresentazione ampiezza monumentale nella cupola del duomo di Parma; e da allora, nell'arte italiana dei secoli XVII e XVIII, essa ebbe grande favore specialmente nella decorazione delle volte e delle cupole delle chiese (Roma, chiesa di S. Ignazio: affresco di L. Mazzanti; Udine, chiesa della Purità: affresco di G.B. Tiepolo, ecc.), pur continuando ad essere frequentemente trattata nelle pale d'altare (Guido Reni nella Alte Pinakothek di Monaco; A. Caracci nella Galerie di Dresda, al Prado di Madrid, nella Pinacoteca di Bologna; Pietro da Cortona nella Chiesa Nuova di Roma; G.B. Tiepolo nella chiesa del palazzo vescovile di Würzburg, ecc.). (v. Tavv. XIII-XVI).

Bibl.: M. Dridon, Man. d'iconographie chrétienne, Parigi 1845; F. Cabrol, Dict. d'archéol. chrétienne, I, ii, Parigi 1924; L. Brehier, L'art chrétien, 2ª ediz., Parigi 1928. Per ulteriore bibl.: K. Künstle, Ikonographie der christlichen Kunst, Friburgo in Brisgovia 1929.

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