ASTIGI

Enciclopedia Italiana (1930)

ASTIGI

Francesco Pellati

. Città dell'Hispania Baetica (ora Ècija), sulla riva sinistra del Singilis (Genil) nel paese dei Turdetani. Fu la seconda mansio della strada che andava da Corduba a Hispalis (Siviglia; Itin. Ant.; An. Raven., IV, 44; Pomp. Mela, II, 6; Strab., II, 2; Cl. Tolomeo, II, 3; Corp. Inscr. Lat., XI, 3281-3284). È ricordata nelle iscrizioni come colonia Augusta Firma, titolo che le fu conferito da Augusto (Corp. Inscr. Lat., II, p. 201 e 869), appartenne alla tribù Papiria ed era sede del Conventus iuridicus Astigitanus (Plin., Nat. Hist., III, 12). Le iscrizioni ci ricordano pure i suoi Duoviri, i Decuriones ed il Praefectus iure dicundo.

Il padre Martin de Roa, che scrisse nel 1629 le sue Antiguedades de Ecija, racconta che al suo tempo erano superstiti più di 200 colonne romane dell'antica Astigi: tuttora restano numerose iscrizioni, avanzi architettonici e plastici e musaici, oltre il monumento della passeggiata del Rollo; e le sue iscrizioni fanno menzione delle Terme e del Circo, nel quale la sacerdotessa Aponia celebrò con giochi il suo sacerdozio, spendendovi 150 libbre d'argento. Presso Astigi esisteva l'oppidum di Astigi vetus, ma l'ubicazione precisa di esso è rimasta ignota.

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