ATENOLFO di Caserta

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

ATENOLFO di Caserta

Raoul Manselli

Compare per la prima volta, con tutta probabilità, come preposito di S. Pietro d'Avellana succedendo a Roffredo dell'Isola quando questi divenne decano di Montecassino, in una carta del 3 febbr. 1186. Quando Roffredo divenne abate di Montecassino ancora una volta A. gli successe nella carica di decano (dopo il luglio 1188), e nell'esercizio delle sue funzioni dimostrò grande energia e abilità politica e militare.

Nel torbido periodo di guerre tra Enrico VI e Tancredi di Lecce, che insanguinarono l'Italia meridionale dopo la morte di Federico Barbarossa e di Guglielmo II d'AltaviHa, A., come del resto l'abate Roffredo, si schierò risolutamente dalla parte di Enrico VI, rifiutando obbedienza a Riccardo, conte d'Acerra, che s'era spinto fino a S. Germano per ottenere la resa dei monaci. Egli prese anzi accordi con Diopoldo di Vohburg, col quale mosse militarmente a rioccupare le terre sottratte a Montecassino, spingendosi anche nella campagna romana e provocando lo sdegno di Celestino III, che lo scomunicò (1192).

La data precisa di questa scomunica non si può determinare con esattezza, perché secondo gli Annales Casinenses, ad an. 1191, l'invio dei legato pontificio per notificare la scomunica ad A. e l'interdetto a Montecassino avvenne dopo la spedizione di Riccardo d'Acerra e il suo ritorno in Terra di Lavoro mentre ciò, secondo Riccardo di S. Germano, sarebbe avvenuto durante le operazioni dello stesso conte d'Acerra intorno a Montecassino (cfr. in proposito l'ed. di Riccardo di S. Germano, p. 13 n. 10).

Durante le operazioni militari A. occupò il castello di Piermarola, quello di Pignataro, S. Angelo, Pontecorvo, Castelnuovo e Fratta, stabilendo intorno a Montecassino un forte nucleo favorevole ad Enrico VI. Tanta fedeltà venne preiniata dall'imperatore che nel 1194 nominava A. preposito dell'abbazia della Trinità di Venosa, senza che dovesse abbandonare la decania di Montecassino. Rientrato nell'ombra negli ultimi anni del governo abbaziale di Roffredo e nel breve governo di Pietro, A. nel marzo 1211 veniva eletto abate di Montecassino. Intervenne allora Innocenzo III che in una sua bolla del 4 giugno 1211 si riservava di decidere in merito, essendo l'elezione avvenuta "praeter formain quam nos praefiximus". Confermata l'elezione un anno dopo dal papa con bolla del giugno 1212, come ci dice Riccardo di S. Germano "propter,urgentem necessitatem", A. iniziò una politica di favoreggiamento di persone della sua famiglia, per cui Innocenzo III ritenne necessario intervenire inviando a Montecassino per un'inchiesta, nell'agosto 1215, il suo cappellano Nicola e il notaio Rainerio. Per i risultati di tale inchiesta e per la riluttanza ad obbedire agli ordini del papa, A. fu deposto ed incarcerato (Anagni, fine agosto 1215).

Dopo essere stato a S. Stefano di Portarivi, ad Anagni e poi a Lariano, A. ottenne (gennaio 1216) il perdono del pontefice, che lo inviò come preposito a S. Benedetto di Capua e più tardi a S. Angelo in Formis, monasteri dipendenti da Montecassino. Morì, secondo il necrologio Cassinese, a Capua il 26 luglio 1125.

Fonti e Bibl.: Annales Casinenses, in Monumenta Germ. Hist., Scriptores, XIX, Hannoverae 1866, pp. 303-320; Ryccardi de Sancto Germano Chronica, in Rer. Ital. Script.,2 ediz., VII, a cura di C. A. Garufi, pp. XLVII, XLIX, 13 s., 16, 18, 34, 59, 60, 73, 126; I necrologi cassinesi a cura di M. Inguanez, Roma 1941, al giorno 26 luglio. Per la bibliografia, oltre ad E. Gattola, Historia Abbatiae Casinensis, Venetiis 1773, pp. 435 ss., si veda L. Tosti, Storia della badia di Montecassino, II,Roma 1889, pp. 130 ss., 165 ss.; M. Inguanez, Cronologia degli abati cassinesi del sec. XIII,in Casinensia,II,Montecassino 1929, pp. 418 s. Per il periodo in cui A. fu preposito della Trinità di Venosa, si veda G. Crudo, La SS. Trinità di Venosa, Trani 1899, pp. 26 ss., 323, e per i rapporti con Enrico VI Th. Loeche, Kaiser Heinrich VI., Leipzig 1867, pp. 195, 311, 320, 347, che però erroneamente, alla p. 347, ritiene A. eletto preposito di Venosa a Palermo, da Enrico VI e non a Salerno.

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